La madre che mi manca




Joyce Carol Oates


DETTAGLI:

Traduttore: Annamaria Biavasco, Valentina Guani

Editore: La Nave di Teseo

Genere: Narrativa

Pagine: 456

Anno edizione: 2024

Sinossi. Mount Ephraim, Stato di New York, 9 maggio 2004. È la festa della mamma e Gwen è indaffarata con i preparativi dell’ultimo minuto prima dell’arrivo dei suoi ospiti, tra cui le figlie. Clare, la maggiore, è sposata e ha due figli. Nicole, la minore, detta Nikki, è single e rispetto a Clare porta dentro di sé un bagaglio ingombrante e doloroso di non detti e frustrazioni nei confronti di una madre a cui troppe volte non ha avuto il coraggio di rivelarsi. Forse proprio per questo, quando Gwen muore in circostanze tragiche, uccisa da un pregiudicato, è Nikki a rimanere travolta da una piena di sentimenti contrastanti e irrisolti, che vanno da un vuoto di un’assolutezza quasi infantile a un risentimento sordo verso la madre che non c’è più. Ma è solo l’inizio di un viaggio lunghissimo, destinato a svolgersi tra le pareti della casa materna. Un percorso accidentato e pieno di sorprese che si snoda tra cassetti mai aperti, armadi colmi di oggetti e di odori, lettere ricevute e cartoline mai spedite. E alla fine di quel viaggio Nikki troverà ad aspettarla una donna dal sorriso doloroso e consapevole. Una donna che porta il suo nome.

 Recensione di Laura Bambini


Non avevo mai letto nulla di Oates e ora ne sono pentita.

Nikki è uno dei rari personaggi di cui mi è piaciuta la voce. Non tanto la caratterizzazione, o il modo naif di raccontare e neanche tanto il tono, ma proprio la voce. È stata riconoscibile dalla prima all’ultima riga, capace di non tradire mai il lettore.

Nikki è la figlia minore, quella scapestrata che sta un uomo sposato che deve divorziare ma non lo fa mai, che la madre ama comunque ma lei trascura tutti ed evita di andare a trovarla se non necessario.

Ma la madre a un certo punto smette di rispondere al telefono e la sorella Clare la contatta agitata: deve essere successo qualcosa e lei non può andare a controllare perché ha una famiglia ed è indaffarata.

Sarà Nikki a ritrovare il cadavere della madre, uccisa da un tossico.

Quello che a questo punto sembra un thriller diventa un ottimo romanzo di narrativa, con un’introspezione psicologica di tutto rispetto.

Nikki avvertirà la mancanza della madre subito, ci accompagnerà giorno per giorno nel suo lutto, ci renderà felici quando adotterà il gatto Spoky, orfano della mamma, e quando deciderà di trasferirsi nella casa che un tempo era dei genitori.

Contro il parere di tutti, soprattutto della sorella, che affronta il lutto in maniera diametralmente opposta e non perde occasione per criticare Nikki.

Ma a Nikki si vuole bene subito, è per lei che si parteggia. Anche se ne combina una dietro l’altra, anche se non vuole stare a sentire nessuno e anche se va con un uomo che dovrebbe lasciare quando un altro, un altro uomo buono, le fa il filo e lei lo respinge.

Lo sappiamo che avrà redenzione, non è quella la cosa importante né l’obiettivo del romanzo.

Il punto di forza del testo è la lentezza: non del tempo della storia, ma del tempo che si prende l’autrice per raccontarla. Vediamo ciò che succede quasi giorno per giorno e non ci disturba affatto, anzi.

La fine ha quella tenerezza che mi sarei aspettata da un romanzo del genere e che mi avrebbe infastidita se non ci fosse stata.

È un argomento che nessuno di noi vorrebbe affrontare, ma Oates ha saputo farlo in maniera narrativamente delicata e mai giudicante.

Se non l’avete già fatto, leggetelo.

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Joyce Carol Oates


Tra le figure più rilevanti della narrativa americana contemporanea – è stata indicata, tra l’altro, come una dei favoriti per l’assegnazione al Premio Nobel della Letteratura -, è anche una delle più prolifiche. Nata nello stato di New York nel 1938, è da anni residente a Princeton, presso la cui università ha insegnato scrittura creativa dal 1977 al 2014. Fa parte della prestigiosa American Academy of Artsand Letters.
Nella sua opera narrativa esplora le residue potenzialità del realismo sociale e del genere «neogotico». Dal Giardino delle delizie (A garden of earthly delights, 1966), nel quale mappa di un eden sfigurato dalla violenza, a Quelli (1969), che proietta vite ed esperienze femminili sul fondale apocalittico della Detroit dei conflitti razziali, a Bellefleur (1980), saga di una famiglia potente e maledetta, la Oates ha delineato i temi di una produzione vasta ed eclettica, che sperimenta generi e stili e mette impietosamente in luce, tra l’altro, l’ipocrisia e la violenza della vita borghese, l’oppressione delle famiglie, la grettezza delle piccole comunità, l’oppressione e la mercificazione delle donne.
Tra le sue opere, i romanzi Marya (Marya: a life, 1986), Acqua nera (Black water, 1992), Zombie (1995), Una famiglia americana (We were the Mulwaneys, 1996), racconti (Storie americane, Where are you going, where have you been? Selected stories, 1993, dal quale è stato tratto il film, La prima volta, nel 1985, ) e saggi (Sulla boxe, On boxing, 1987). Con lo pseudonimo di Rosamond Smith si è dedicata alla suspense pubblicando Nemesi (“Nemesis”, 1990) e Occhi di serpente (“Snake eyes”, 1992). Non ha tralasciato nemmeno gli eventi biografici: La figlia dello straniero, suo romanzo del 2007, prende spunto dalle vicende del nonno, mentre dopo la morte del marito ha scritto il memoir Storia di una vedova (Bompiani 2013).
Nei romanzi più recenti ha soprattutto indagato l’evoluzione delle dinamiche familiari che portano a inattese esplosioni di violenza (La ballata di John Reddy Heart, “Broke heart blues”, 1999; Blonde, 2000, su Marilyn Monroe; Un giorno ti porterò laggiù, “I’ll take you there”, 2002; La madre che mi manca, “Missing mom”, 2005; La figlia dello straniero, “The gravedigger’s daughter”, 2007).
Per gli adolescenti ha scritto Bruttona & la lingua lunga (Big mouth and ugly girl, 2002) e Occhi di tempesta (Freaky green eyes, 2003), spietati e taglienti.
In Italia i suoi libri sono pubblicati da Bompiani, Mondadori e il Saggiatore, alcuni dei quali sono: Sorella, mio unico amore (Mondadori 2009), Una brava ragazza (Bompiani, 2010), Uccellino del paradiso (Mondadori, 2011), Doppio nodo (Bompiani, 2011), La ragazza tatuata (Mondadori, 2012), Storia di una vedova (Bompiani, 2012), Acqua nera (Il Saggiatore, 2012), Mudwoman (Mondadori, 2013), Scomparsa (2016) e la quadrilogia dell’Epopea americana. Pubblicata da Il Saggiatore nel 2017 si compone di: Il giardino delle delizieI ricchiLoroIl paese delle meraviglie; in essa la scrittrice ripercorre la storia recente degli USA e opera una definitiva trasfigurazione del sogno americano in un’incubo senza fine.
Nel 2021 escono per il Saggiatore Nuovo cielo, nuova terra e per La Nave di Teso La notte, il sonno, la morte e le stelle. Nel 2023 sempre per la Nave di Teseo esce Dammi il tuo cuore.
Ha vinto, tra gli altri, il National Book Award, il Pen Faulkner Award e il Prix Femina Étranger.

A cura di Laura Bambini

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