La maledizione della vedova




Recensione di Barbara Aversa Pacifico


Autrice: Ruth Gilligan

Traduzione: Mauro Maraschi

Editore: Brioschi

Genere: Mistery thriller.

Pagine: 304

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Irlanda, inverno 1996. Come ogni anno Úna si prepara con sua madre Grá a salutare il padre in partenza per un lungo viaggio insieme ad altri sette uomini, i Macellatori. Il gruppo girerà per undici mesi tra le fattorie del Paese per macellare il bestiame secondo un preciso rituale, scongiurando un’antica maledizione. La storia delle due donne corre parallela a quella di Davey, giovane studente con sogni di evasione, e quella dei suoi genitori, finendo per incrociarle in modo insospettabile. In un’Irlanda scossa dal morbo della mucca pazza, dagli eterni Disordini al confine e dalle leggi sul divorzio che la proiettano verso l’era moderna, i Macellatori sono ormai uno stanco retaggio del passato folclorico, sempre più visti con diffidenza, addirittura tacciati delle peggiori violenze. E così, quando il cadavere di uno di loro viene trovato appeso a un gancio da macello, il gruppo decide di interrompere l’attività. Il sogno di Úna di seguire le orme del padre sembra infrangersi… O forse no. Ventidue anni dopo, il fotografo Ronan, spettatore dei fatti accecato da una presunta missione artistica, espone l’orribile foto del Macellatore in una mostra a New York, riaprendo un caso inquietante, fino a gettare luce una volta per tutte sulle oscure vicende. In una narrazione che si muove agile tra frequenti cambi di prospettiva e ambientazione, il romanzo procede come un thriller, avvincente e toccante, con voluti depistaggi e sapienti colpi di scena che emergono all’improvviso nella tranquillità della vita quotidiana.

Recensione

Un’antica usanza prevedeva che fossero otto i cosiddetti Macellatori che passavano così undici mesi l’anno a viaggiare per il Paese, visitando le famiglie che credevano ancora nel rituale perpetuando procedure tradizionali che avrebbero allontanato le maledizioni.

Siamo in Irlanda, nel 1996.

Úna ad ogni vigilia della partenza di suo padre sapeva che dal giorno seguente avrebbe mangiato carne una sola volta settimana perché lei e sua madre dovevano razionarla nel corso dei mesi successivi.

In un momento storico particolare, tra l’esplosione del morbo della mucca pazza, il disordine al confine, il primo McDonald’s della contea, ci si domanda se era ancora credibile un’Irlanda senza folklore. Non erano i Macellatori ormai soltanto un retaggio di un passato da superare?

Silenzi inesplorati, diffidenza, solitudine, bagni caldi che lavano via i sensi di colpa e brame non più contenibili. La storia di Úna e sua madre Grá ci racconta di queste due donne che tentano a loro modo di ribellarsi agli stereotipi imposti dalla società, di trovare la propria strada perché il tempo per stare in silenzio è finito.

In parallelo troviamo Davey e i suoi conflitti interiori, la sua famiglia che affronta un momento complesso e che si intreccerà inevitabilmente con le altre storie.

E poi in sordina arriva il giallo perché davvero non ci si aspetta in una narrazione così introspettiva e profonda l’elemento thriller. Quando accade si è  talmente già avvolti dalla narrazione che ci si dimentica dell’elemento noir che invece prorompe più avvincente che mai. 

L’intreccio della trama, la caratterizzazione dei personaggi, la scrittura fluida, l’introspezione, fanno di questo giallo storico un libro che abbraccia diversi generi.

Con un finale che inaspettatamente sorride all’importanza della propria autoaffermazione, nonostante le tradizioni, nonostante un mondo indisponibile e traumatizzato.

A cura di Barbara Aversa Pacifico

instagram.com/missparklingbooks

 

Ruth Gilligan


è una scrittrice, giornalista e docente universitaria irlandese. Nata a Dublino nel 1988, è laureata in letteratura inglese e insegna scrittura creativa a Birmingham. Autrice di cinque romanzi che le sono valsi un grande successo di pubblico e di critica. L’ultimo è La maledizione della vedova.

 

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