La notte non esiste




Recensione di Sabrina De Bastiani


Autore: Angelo Petrella

Editore: Marsilio

Collana: Farfalle

Genere: noir

Pagine: 186

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Quattro mesi dopo la sparatoria che poteva costargli la vita, Denis Carbone sta cercando di rimettersi in sesto. Il lavoro gli sembra la sola terapia possibile per chiudere con il Macallan, gli amori impossibili e gli attriti con i vertici della questura partenopea. E così, quando il cadavere di una bambina nigeriana viene ritrovato ai piedi di una scarpata, poco prima di Natale, l’ispettore più tormentato di Posillipo si getta sulle tracce dell’assassino. Tra false piste e oscuri traffici nella comunità vudù di Castel Volturno, i sospetti ricadono presto su un sinistro individuo avvistato a bordo di un pick-up nero. Ma Denis ancora non sa che gli indizi rinvenuti nel suo covo rimanderanno a una storia lontana e inquietante, a un passato che credeva sepolto per sempre: e che invece è pronto a tornare, emergendo prepotente da fabbriche abbandonate, archivi polverosi e spiagge perdute… Un segno misterioso compare su un muro, mentre un’ondata di rapimenti e uccisioni sembra funestare le feste dei napoletani. Quante persone vi sono coinvolte? E in che modo Alice, la sorellina di Denis scomparsa venticinque anni prima, è collegata a questa faccenda? Spinto dalla rabbia e dalla sete di verità, l’ispettore Carbone non esiterà a addentrarsi nei meandri di una città disperata e corrotta, mettendo a repentaglio tutto ciò che ha pur di fermare la scia di sangue e ottenere vendetta. Dall’autore di “Fragile è la notte”, un nuovo capitolo della serie poliziesca più nera di Napoli.

Recensione

La vita con lui non scendeva a patti, anzi: lo avvolgeva e lo prendeva alle spalle come un assolo di Coltrane.

Con il passato, tutti noi finiamo per confrontarci, prima o poi.

Che sia per vantare dei crediti o per saldare dei debiti. Oppure per farci pace e andare avanti, come sta cercando di fare lui, Denis Carbone, che la penna di Angelo Petrella ha riportato, con “La notte non esiste”, alle pagine ed ai lettori.

“Ti conosco troppo bene, Carbone. Hai la faccia dei vecchi tempi.”

“Quale faccia?”

“Quella di chi vede i fantasmi. L’età, la fisionomia … Non se lo poteva prendere la squadra Mobile, questo caso?”

“Ho chiuso con quella storia, Doc. Sto solo cercando … di andare avanti, merda!”

Cosa succede nel momento esatto in cui ti rendi conto che il passato che millantavi a te stesso esserti lasciato alle spalle, non ritorna?

Esatto, non ritorna.

Per il semplice fatto che non se ne è mai andato.

È in ogni bicchiere di Macallan non bevuto nell’ illusione di governare un cambiamento, è nelle lacrime non versate, è nella volontà di archiviare un sentimento. In tutto questo, il passato di Carbone, c’è.

E sceglie un giorno di Dicembre, il mese più spietato, attraverso il corpo vilipeso e martoriato di una bambina crudelmente assassinata per urlargli in faccia il suo peana.

E chiamare alla resa dei conti.

È esattamente qui che ritroviamo Denis Carbone, ancora provato dalla sparatoria che chiudeva il precedente “Fragile è la notte”, mentre prova a rialzarsi

(…) ora che ti stai per svegliare, speri di aver tralasciato qualcosa. Di aver trascurato un dettaglio capace di cambiare il senso di tutto, nonostante le apparenze.

e si ritrova in un’altra oscurità.

Un noir implacabile che non dà scampo e anzi rigetta ogni via di scampo, dove non regge neppure lo schema dell’uno contro tutti, perché capire chi è contro e chi è alleato è un’equazione impossibile, fatta di varianti, di variabili, di compromessi e di menzogne.

Tutto e tutti hanno uno scopo, e nel tentare di perseguire il proprio, ossia dare un volto all’assassino di bambini che sta flagellando Napoli seguendo a ritroso la scia di sangue innocente versata, nel tentare di rendere giustizia o spiegazione ad un suo trauma familiare, Denis Carbone si troverà ancora più solo e nel mirino del fuoco incrociato di interessi, poteri, strategie, sette misteriche e riti occulti.

Ai quali ed alle quali lui ancora una volta si sottrae, pagandone quelle conseguenze, che gli permettono però di potersi fregiare dell’ aggettivo, free, che definisce, anche, quel tipo di jazz che ama tanto.

Bentrovato dunque ad Angelo Petrella, autore che si afferma, una volta di più, voce peculiare, interprete magistrale di atmosfere in commistione tra noir e hard boiled, creatore di storie possenti e toccanti al contempo, incarnate in un plot che non insegue il colpo di scena eppure lo trova, senza perdite dì ritmo e cali di tensione, incarnate in un anti eroe dolente, ferito e fiaccato nella carne e nello spirito, ma mai prono, mai incline alla resa.

Bisognava amare un pò la morte per evitare di farsi travolgere. Forse era solo questione di sapersi arrendere all’inevitabile.

O forse di accogliere l’istinto a vivere. Nonostante tutto.

Angelo Petrella


Angelo Petrella è vissuto a Roma, a Parigi e a Siena, dove ha svolto un dottorato di ricerca. Attualmente risiede a Napoli. Si occupa di critica letteraria, di poesia e di sceneggiatura ed è autore dei noir Cane rabbioso Nazi Paradise, Fragile è la notte.

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