La palude delle streghe




Jarka Kubsova


DETTAGLI:

Traduttore: Chiara Ujka

Editore: Neri Pozza

Genere: Narrativa

Pagine: 320

Anno edizione: 2024

Sinossi. Amburgo, oggi. Ochsenwerder, quartiere periferico a sud della città, somiglia al paradiso nell’estate in cui Britta Stoever lo visita per la prima volta: le erbe aromatiche spandono i loro profumi e i fiori occhieggiano dalle serre. Ma quando vi si trasferisce con la famiglia, mesi dopo, il paradiso sembra aver perso tutto il suo fascino: i campi vuoti e bui, le canne del fiume rinsecchite. La solitudine in cui Britta si ritrova, la solitudine dell’argine e della nebbia, dell’Elba e delle gru dagli occhi gialli, la stringe in una morsa e fa eco a quella che sente nascere dentro di sé. Eppure, da ex geografa, Britta è abituata al silenzio del paesaggio in cui si celano le storie, e quando in una delle sue camminate si imbatte in un cartello che porta il nome di una donna, la sua curiosità si ridesta. Quella che incontra, tuttavia, è una storia di invidie, di pregiudizi, di persecuzione. E di fuoco. Amburgo, 1570. La terra lambita dall’Elba è una palude che solo il costante intervento dell’uomo riesce a contenere. Abelke Bleken, unica figlia di un ricco fattore, gestisce i suoi possedimenti con saggezza. È bella, dicono alcuni. È arrogante, dicono altri: tutta quella terra è troppa per lei sola. E il giorno in cui, grazie all’attento ascolto della natura, Abelke prevede l’arrivo di una tremenda inondazione – che causerà danni incommensurabili – la voce che nel villaggio si diffonde su di lei è soltanto una: strega. Basta poco perché l’invidia e il desiderio rendano le accuse concrete, condannandola al processo, alla tortura, al rogo.

 A cura di Marina Toniolo


Benvenuti nel Vier-un Marschlanden, il distretto delle quattro parrocchie e delle paludi, chiamato anche ‘l’orto di Amburgo’ aveva detto allora l’agente immobiliare”.

La storia di Britta, la protagonista del libro, è vecchia quanto la terra dove va ad abitare con il marito e i due figli.
Quartiere fertile a sud di Amburgo, l’Ochsenwerder regala in estate paesaggi mozzafiato con i campi che si estendono a vista d’occhio perfettamente allineati e divisi da innumerevoli canali. Gli argini maestosi contengono il fiume Elba che, con le sue placide acque azzurre, scorre e trasporta da secoli la merce destinata al mercato cittadino.

Mano a mano che si avvicina la stagione fredda anche Britta si rende conto di essere congelata in un ruolo che dopo anni le sta stretto e la scoperta della figura di Abelke Bleken, vissuta in quei posti cinquecento anni prima, risveglia in lei desideri rimasti a lungo sepolti e la prepara ai cambiamenti.

Due donne vissute in tempi diversi sono tuttavia vicine nelle speranze, nei sogni, nelle difficoltà che devono affrontare. Alternando la voce narrante la Kubsova, con piglio sereno tuttavia angosciante, srotola l’intera esistenza di Abelke sotto occhi attoniti per il coraggio e la determinazione che la contraddistinguono.
Figlia unica del proprietario di una grande e bella fattoria, la eredita e la governa da sola in modo impeccabile.

Ma. Una serie di disastri atmosferici quali gelate improvvise e tempeste che rompono gli argini del fiume provocando inondazioni inaspriscono tutta la comunità che si stringe compatta per additare l’unica responsabile delle sventure: la stessa Abelke. In un crescendo di maldicenze e bugie la donna verrà arsa sul rogo.

Puntuale il riscontro con i tempi moderni. Quante perché intelligenti e intraprendenti sono oggetto di invidia, di maldicenze e di odio? Non solo da parte degli uomini, ma anche dalle stesse donne che invece dovrebbero formare una solida comunità. La cultura patriarcale e maschilista ha impregnato talmente i nostri animi da governare totalmente l’esistenza.

Ci vuole coraggio per riprendere a lavorare a tempo pieno dopo anni passati ad accudire i figli. Ci vuole coraggio per decidere di essere meritevole di stima e considerazione per le proprie idee. Il viaggio odierno di Britta, a differenza di Abelke che viene ridotta in cenere, è solo in apparenza più semplice. Tuttavia, la conoscenza del passato e il sostegno di altre donne rendono le giornate meno solitarie, gravose.

La palude delle streghe’ è un romanzo che scava nel cuore.
La storia di Abelke Bleken è vera: ci sono le documentazioni storiche a riguardo. I meravigliosi paesaggi delle paludi fanno conoscere luoghi di cui non si sapeva l’esistenza. Fondamentale la nota dell’autrice che analizza il periodo storico in rapporto alla riforma di Lutero e al nascente capitalismo. La trattazione storico sociale offre una marcia in più per comprendere appieno le dinamiche in movimento nel periodo della caccia alle streghe, che tante vittime, soprattutto donne, ha mietuto nel corso dei secoli.

Consigliato?
Senza alcun dubbio. Lo stile è essenziale, crudo. L’urlo di Abelke risuona forte e distinto: ‘Salvami, o Dio, l’acqua mi è arrivata all’anima’.

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Jarka Kubsova


è nata nella Repubblica Ceca nel 1977 e vive in Germania dal 1987. Dopo aver studiato e svolto un tirocinio ad Amburgo, ha lavorato presso il Financial Times Deutschland, Stern e ZEIT. È una ghostwriter e coautrice di numerosi libri di saggistica di successo. Per il suo romanzo d’esordio “Bergland” ha vissuto per sette mesi in una fattoria in Alto Adige.

A cura di Marina Toniolo 

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