La parola amore uccide




Recensione di Maria Antonella Saia


Autore: Jadel Andreetto, Guglielmo Pispisa

Editore: Rizzoli

Genere: Thriller

Pagine: 352

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. L’agente scelto Tanino Barcellona è stato trasferito in Alto Adige da mesi, ma se gli avessero detto che a Bolzano si può crepare di caldo, non ci avrebbe creduto. A surriscaldare la provincia autonoma non è solo l’estate torrida, ma anche un’atmosfera d’odio che sembra sul punto di esplodere. In un centro d’accoglienza per immigrati infatti un ordigno uccide una volontaria. Del caso vengono incaricati Tanino e Karl Rottensteiner, il tormentato ispettore diventato ormai suo amico. Karl, tuttavia, è distratto da altro: la sua ex fiamma e primo dirigente della Mobile, Angelica Guidi, è coinvolta in un delitto che sembra affondare le radici nel passato. Per affrontare i due casi, ognuno di loro dovrà fare i conti con i propri fantasmi. Nella cornice di una regione segnata da rigurgiti d’intolleranza e conflitti mai pacificati si snoda questa storia nera, in cui la miscela di questioni private e contraddizioni sociali è indissolubile.

Recensione


Si resta sempre ai margini leggendo la storia di Tanino Barcellona, protagonista del romanzo La parola amore uccide, scritto a quattro mani da Jadel Andreetto e Guglielmo Pispisa, e edito da Rizzoli.  

Sin da subito il lettore viene sbalzato senza alcuna rete di protezione nel mezzo di un omicidio suicidio avvenuto in quel di Bolzano, senza mai tuttavia diventare parte attiva nella narrazione. Da qui parte una serrata indagine poliziesca che mette il lettore immediatamente fuori gioco costringendolo ad essere spettatore inerme di un’intricata indagine che si incrocia ad altre vicende collaterali.

Costruito sulla classica impalcatura del poliziesco tradizionale i personaggi sono tratteggiati in poche ed essenziali pennellate. È da esse, infatti, che traspare tutta la sicilianità dell’ispettore Barcellona, sempre pronto a scaldarsi per un nonnulla, in netta contrapposizione al freddo e compassato ispettore Faina che ben rispecchia l’atteggiamento nordico.

Il ritmo narrativo richiama alla mente Le indagini dell’Ispettore Coliandro di Lucarelli, se ne sente l’influsso nella descrizione ambientale quanto nella caratterizzazione dei personaggi.

Attraversata da un ritmo serrato l’opera sul finale si dipana in  una sequela di colpi di scena che imprigiona il lettore tra le sue pagine fino alla fine, regalandogli un’avventura fuori da ogni schema.

 

 

Jadel Andreetto, Guglielmo Pispisa 


scrivono assieme da più di vent’anni. Hanno fondato l’ensemble narrativo : Kai Zen : e hanno pubblicato, sia individualmente sia in collettivo, diversi romanzi, saggi e racconti per Mondadori. 

 

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