La pittrice di Tokyo




Recensione di Fiorella Carta



Autrice: Sarah Iles Belmonte

Genere: Narrativa

Pagine: 292

Editore: RizzolI

Anno: 2022

Sinossi. Palermo, 1938. Mentre le sue coetanee si sposano e crescono figli, Jolanda sfreccia in bicicletta per i campi indossando i pantaloni del fratello, con i capelli al vento e la macchina fotografica sempre in spalla. Vuole essere libera, ma sa bene che per una donna, in Sicilia, la libertà è fatta di piccole conquiste segrete: come le poesie scritte sotto falso nome che appende ai muri della città, o il lavoro da fotoreporter che suo padre le concede di svolgere in attesa che metta la fede al dito. Intanto, l’Europa è scossa dalle leggi razziali e dalla minaccia di una nuova guerra. Sognare una vita diversa sembra impossibile, ma il destino le riserva una possibilità inattesa: un biglietto per Tokyo pagato da una misteriosa benefattrice. È così, apparentemente per caso, che Jolanda si imbatte nella storia di O’Tama Kiyohara, straordinaria pittrice giapponese che per amore ha trascorso più di cinquant’anni a Palermo, creando con le sue opere un ponte invisibile tra le due isole del suo cuore. L’incontro con O’Tama e con il Giappone sarà per lei un nuovo inizio. Osservando l’eleganza dei kimono, la solennità del monte Fuji e la grazia dei pruni in fiore, scoprirà una terra fatta di bellezza e tradizione, e attraverso il suo obiettivo avrà l’occasione di guardare con altri occhi la natura, l’arte e la femminilità.

Recensione


La vita non è mai un viaggio con un’unica rotta e il passato deve essere un luogo a cui tornare per essere felici”

Così un romanzo non deve avere un’unica strada, non solo lo sfogliare avido delle pagine per capire ma, come in questo caso, è fonte di altra curiosità.

Devo a questa autrice un’emozione particolare, una volta chiuso il romanzo ho voluto sapere ancora di più su O’Tama Kiyohara, straordinaria pittrice, la cui vita si divise per amore e tradizione fra Palermo e Tokyo.

Attraverso gli occhi di Jolanda che fugge alle convenzioni familiari verso un paese che di queste ne ha fatto tradizione, ripercorriamo con respiro antico, il percorso di Eleonora Ragusa.
Una vita dedicata all’arte, alla pittura a quell’amalgamarsi di due mondi che resero unico il suo tocco.

Nel 1878 all’età di 17 anni posò per lo scultore siciliano Vincenzo Ragusa, che insegnava scultura a Tokyo. Fu la prima giapponese a posare per un artista europeo.
Questo incontro segna il suo destino diviso fra due terre, così come lo sono ora le sue ceneri, fra dinastia e amore.

Sarah Iles Belmonte le rende onore e, allo stesso tempo, traccia una fase storica delicata, a ridosso di una seconda guerra mondiale che tocca Tokyo e Palermo in maniera differente ma sempre orribile.

Da diversi anni torno sempre in Oriente, lo faccio attraverso le parole di grandi autrici straniere e italiane. È un mondo più lento, scandito da rituali profondamente legati alla natura, ai suoi battiti e il mix creato in questa storia ne riporta fedelmente l’atmosfera senza trascurare un’isola, la Sicilia che nella sua veracità, nella sua indole passionale, risveglia altre meravigliose sensazioni.

” La vita è in grado di tornare prepotente con i luoghi, le sensazioni, gli stessi turbamenti, come se al posto di restare nel passato fosse proprio sotto il primo strato di pelle pronta a venir fuori alla prima ferita”

Jolanda scappa dunque, ma davvero possiamo sfuggire ai nostri pensieri al nostro irrisolto?

Un percorso inverso rispetto a O’Tama, le loro vite si incroceranno per rendere chiaro il loro destino, per chiudere un cerchio, per trovare insieme il coraggio di sconfiggere la paura, quella dei fallimenti dell’imperfezione, perché che vita sarebbe senza errori e passi falsi?

Come potremmo diventare ciò che siamo senza cicatrici che ci ricordano i nostri errori e la nostra redenzione?

Sarah I. Belmonte


(1978) è siciliana, lettrice vorace e mamma di due gemelli. Questo è il suo primo romanzo per Rizzoli.

 

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