La più breve storia




La più breve storia della Germania

Recensione di Barbara Bernardini


Autore: James Hawes

Editore: Garzanti

Pagine: 256

Genere: Saggistica

Data di pubblicazione: 2019

Sinossi. Davanti alle nuove ondate di populismo che minacciano l’Occidente, la Germania sembra essere rimasta l’ultima roccaforte a difesa della prosperità europea e dei valori civili su cui si basa la nostra società. È davvero così? Oppure l’Unione europea e la moneta unica sono state e sono tuttora gli strumenti di una nuova egemonia tedesca, come da più parti si sente argomentare? James Hawes risponde a questo e a molti altri interrogativi ripercorrendo gli ultimi duemila anni del paese: risale alla conquista di Giulio Cesare nel 58 a.C. chiedendosi se le popolazioni germaniche hanno distrutto la cultura di Roma o l’hanno invece ereditata; si domanda com’è nata la Prussia e se Bismarck ha unificato o conquistato il paese; individua le radici del nazismo; e spiega in che modo la Germania è arrivata agli attuali livelli di ricchezza rinascendo dalle macerie della seconda guerra mondiale. Con verve narrativa e spiccato senso dell’umorismo, James Hawes racconta in modo irresistibile la storia del paese più ammirato e temuto d’Europa, il cui destino è decisivo anche per il nostro futuro.

Recensione

“*lo stato sociale (Sozialstaat) costituisce una parte della ricchezza dei tedeschi […]. Viviamo all’interno di una collettività (Gemeinwesen) funzionante in cui le persone non devono dipendere pesantemente dalla propria ricchezza personale, come in altri stati, per vivere sicure e contente. La nostra ricchezza non è data semplicemente dal numero di auto e di case che possediamo.

(Werner Abelshauser, <<Die Zeit>> 27 Marzo 2013)

La più breve storia della Germania, come si può già intuire dal nome, é una versione compressa di come la Germania sia nata, si sia formata e sia arrivata ad essere la potenza europea che conosciamo oggi.

Il libro parte dalle radici, quando il popolo germanico ancora non esisteva, quindi dalle tribù di “barbari” che abitavano questa parte dell’Europa, inglobati tra le varie battaglie del sacro romano impero, con sempre il confine dell’Elba a dividere gli stati “occidentali” dalla parte orientale del mondo conosciuto.

Questo libro è un viaggio alla scoperta di una nazione, e di come si sia formata nel tempo.

L’unificazione della Germania (in lingua tedesca: Deutsche Einigung) avvenuto nel corso del XIX secoloin due tappe: dapprima con la creazione dellaConfederazione Tedesca del Nord (1867) e successivamente con la costituzione dell’Impero tedesco(1871).-

Una nazione piuttosto giovane paragonata a stati come la Francia o l’Inghilterra, le cui vicissitudini hanno sconvolto la storia contemporanea delle nazioni più forti dell’Europa, facendo intervenire anche nazioni esterne come gli Stati Uniti. Mi riferisco proprio alla prima e alla seconda guerra mondiale, le guerre peggiori che l’Europa che il mondo intero abbia subito.

Il saggio di James Hawes, descrive le situazioni che hanno portato la Germania a intraprendere queste scelte, racconta degli uomini politici e di potere le cui azioni hanno portato all’inizio della guerra e non manca di evidenziare i possibili vantaggi che le guerre potevano dare alle persone di potere.

I punti cruciali sono la creazione di un odio verso il diverso, per compattare l’opinione pubblica, (lo scrittore ricorda come l’odio verso il popolo ebraico abbia una radice molto più radicata e antica rispetto all’entrata al potere potere di Hitler) e la capacità di Hitler di sfruttare gli avvenimenti (mi riferisco alla recessione del ”29, che colpì in maniera piuttosto pesante la Germania già affossata dalle dure somme in denaro che doveva versare per risanare gli stati colpiti dalla guerra. Per non parlare della povertà delle persone, le quali si erano fidate ciecamente dello stato, che aveva assicurato loro il benessere).
“L’affermazione di Abelshauser (*frase ad inizio recensione) contiene un implicito ammonimento. Che cosa accadrebbe se la fiducia quintessenziale dei tedeschi nell’economia e nelle istituzioni pubbliche si indebolisse?”
Tutte queste circostanze e non solo (anche le faide interne alla Germania stessa) portarono il popolo tedesco a fidarsi di un uomo capace di utilizzare i mass media facendo leva sul malcontento del popolo verso l’attuale governo.

Una massa di persone che sembrava controllata come una colonia anche dagli alleati vincitori, puntando sul vecchio spirito di nazionalismo, a quell’idea della Germania unita e forte che ha da sempre fatto parte della storia della nazione.

Ovviamente l’idea che aveva Hitler del nazionalismo era nella sua versione più estremista.

C’è da dire che in tutta Europa, in particolare in Germania e in Italia, prendevano piede partiti di estrema destra ed è idea di molti storici che in realtà la Germania abbia subito delle influenze proprio dall’Italia:

“[…]forze politiche analoghe al fascismo italiano, cui spesso si ispirarono, sorsero fin dagli anni 1920 in quasi tutti gli stati Europei, e negli anni 1930 si delineò un movimento fascista internazionale […]”
Enciclopedia Treccani

Per cui mi ha stupito non trovare neppure degli accenni riguardanti l’alleanza dei due stati durante la seconda guerra mondiale.

Comunque consiglio questo libro perché non delude anzi, tra analogie alla storia della Germania, articoli di giornale e paragoni, spiega a grandi linee come sia diventata la nazione trainante dell’Unione Europea.

La più breve storia della Germania, è davvero la più breve storia della Germania, e tutto molto sintetizzato ma ben scritto, e capace di arrivare al punto.
“Non ha senso studiare il passato, se non per gettare luce sul presente. Mentre l’occidente è alle prese con una serie ininterrotta di crisi, la storia della Germania porta con sé un chiaro messaggio.”

James Hawes


James Hawes, nato nel 1960, ha studiato a Oxford e a Londra. Autore di sei romanzi, dirige il corso di Scrittura creativa presso la Oxford Brookes University.di Scrittura creativa presso la Oxford Brookes University.

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