La prigione della monaca senza volto




Recensione di Cristina Marra


Autore: Marcello Simoni

Editore: Einaudi

Genere: narrativa

Pagine: 392

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. “Anno del Signore 1625. Tra la Roma di Urbano VIII e la Milano sotto il dominio spagnolo, Girolamo Svampa viene coinvolto nell’indagine forse più pericolosa della sua vita. Il rapimento di una monaca di clausura lo porterà a indagare presso un convento della città ambrosiana, dove si imbatterà in due enigmi: il primo riguarda il cadavere di una religiosa trovata letteralmente pietrificata; il secondo, una monaca tenuta prigioniera nella cripta, ovvero suor Virginia de Leyva – la celebre Monaca di Monza – murata viva per aver commesso crimini innominabili. Suor Virginia, fra l’altro, sembra informata su particolari che potrebbero svelare il mistero della pietrificazione, e con questa scusa inizia a esercitare sull’inquisitore un pericoloso ascendente. Vittima dopo vittima, incalzato anche dal cardinale Federigo Borromeo, quanto mai ossessionato dal diavolo, lo Svampa scoprirà che il segreto della trasmutazione in pietra risale alle avventure occorse a un pellegrino dieci anni prima in Egitto. Ad aiutarlo, come sempre, il fido Cagnolo e l’enciclopedico padre Capiferro, segretario dell’Indice, cui si unisce la bella e audace Margherita Basile – conosciuta nel Monastero delle ombre perdute – che per l’occasione si fingerà monaca.”

Recensione. Uno stridere di ferri, una danza di lame e moschetti, alcuni sgherri e il bravo Cagnolo si sfidano in un duello che vale la vita della giovane Matilda, sparita dopo aver ceduto alle false lusighe di Alejandro de Lerma, è con l’affascinante arte del duello che Marcello Simoni sceglie di aprire “La prigione della monaca senza volto” (Einaudi), la terza indagine di frà Girolamo Svampa. Stavolta Simoni, autentico maestro del giallo storico avventuroso, propone una coralità d’azione che coinvolge tutti i suoi personaggi principali che, spinti da vendette, soprusi o riscatti personali non ci pensano due volte a sfidare il destino e combattere vecchi nemici.

Il ritmo del duello seicentesco contagia anche la scrittura di Marcello Simoni che si lascia andare a uno stile rapido e scattante che non gli impedisce di raccontare una vicenda di donne rapite, uccise o richiuse pescando a piene mani dalla Storia del Barocco italiano e infarcendola di elementi avventurosi e thriller. Siamo a Milano nel 1625, è la fine di novembre, e lo Svampa arriva nella città ambrosiana dopo aver lasciato con sdegno Roma e il tribunale del sant’uffizio che non accoglie le sue prove contro Fra Gabriele da Saluzzo colpevole di aver sequestrato e ucciso suo padre.

A Milano arriva “scostante e irascibile” come lo preferisce l’amico Capiferro, ma anche malinconico e voglioso di non gettare la spugna e inseguire ancora il suo nemico mortale anche se il suo primo obiettivo è rintracciare Matilda la figlia di Cagnolo sparita dal convento di Santa Valeria. Col bravo Cagnolo “maestro dell’arte della spada e di ogni sorta di prepotenza” chiuso in carcere per aggressione “nell’illusione di raddrizzare un torto ora rischia la forca”, tocca allo Svampa rintracciare la giovane donna.

Ecco che Simoni apre le porte dei conventi delle suore di clausura e soprattutto quello delle convertite, giovani donne che si rinchiudono “per riscattarsi da una vita di peccato e turpitudine”. Con l’appoggio dell’arcivescovo Federigo Borromeo e la complicità di Margherita Basile che si infiltra da spia dentro il ritiro di santa Valeria come sostituta di suor Matilda inizia un’indagine che fa luce in luoghi inacessibili e misteriosi come quelli della clausura in cui viggono regole ferree e disumane e restano celati segreti. Intanto padre Capiferro, “socio” dello Svampa “stanco di vigilare su quattro pensatori libertini pericolosi per la chiesa quanto una pulce per un elefante” conta sulle ossessioni di vendetta dell’amico per liberarsi dalla noia e seguirlo a Milano per mettersi sulle tracce del compare di Saluzzzo, il negromante Torrefosca.

Alla sparizione di Matida si aggiunge il ritrovamento di una suora pietrificata che non resterà l’unica. Se nelle celle dei conventi vengono trovati cadaveri ridotti in pietra, nelle segrete del convento di Santa Valeria è murata viva Marianna de Leya, la monaca di Monza, donna determinata e ribelle e figura simbolo del Seicento.La vendetta acuita da anni di attesa accomuna lo Svampa a quella donna colpevole di avere amato un uomo e murata viva “come se la rabbia, la sofferenza, e l’impotenza di suor Virginia fossero entrate all’improvviso dentro di lui e avessero trovato dei doppi perfetti”.

In una Milano navigabile che si crede spagnola per la sua dominazione, Simoni intesse una trama avvincente in cui il coraggio e la forze delle donne viene fuori prepotentemente e lo Svampa non manca di regalare nuove sorprese.

Marcello Simoni


Ex archeologo, laureato in Lettere, svolge attualmente il lavoro di bibliotecario. Ha pubblicato diversi saggi storici, ha partecipato all’antologia 365 racconti horror per un anno, a cura di Franco Forte (2011). Altri suoi racconti sono usciti per la rivista letteraria «Writers Magazine Italia». Con Il mercante di libri maledetti (Newton Compton 2011), il suo primo romanzo, ha vinto il Premio Bancarella. Nel 2012 sempre con Newton Compton ha pubblicato La biblioteca perduta dell’alchimista, nel 2013 Il labirinto ai confini del mondo e L’isola dei monaci senza nome. Del 2014 è L’abbazia dei cento peccati, e nello stesso anno il suo racconto “La prigione delle anime” appare nell’antologia Delitti di Capodanno, sempre per Newton Compton. Nel 2016 esce per Einaudi Il marchio dell’inquisitore, e nel 2018 Il monastero delle ombre perdute.