La ragazza che non c’era 




 La ragazza che non c’era


Autore: Cinzia Bomoll

Editore: Ponte alle Grazie

Collana: Scrittori

Anno edizione: 2022

Pagine: 224 p., Brossura

Sinossi.

Una storia elettrica e imprevedibile, abitata da personaggi sospesi fra abisso e redenzione, l’esordio di un’investigatrice umanissima e dal gran carattere, che promette di lasciare un segno nel noir italiano.

«Le sue sono vite vissute sempre al confine, da una parte c’è la salvezza, il riscatto, dall’altra si sprofonda nel baratro». – Domani

«Bomoll è capace di sprigionare un’energia travolgente». – Marco Lodoli

«Se è vero che ‘Dio è nel dettaglio’, lasciatemelo dire, dài, Cinzia Bomoll scrive da dio». – Carlo Lucarelli

«Cinzia, scrivi con la parte nera del tuo cuore, come faccio io». – Giorgio Faletti

La prima inchiesta di Nives Bonora, ispettrice coraggiosa e passionale. Una ragazza viene ritrovata morta per un’overdose nell’ospedale psichiatrico abbandonato di Aguscello, nella bassa ferrarese. Non si riesce a capire chi sia. Ma nelle quarantott’ore che passano fra il ritrovamento del corpo e l’inizio degli esami autoptici, la ragazza sparisce. Qualcuno l’ha vista allontanarsi sulle sue gambe: un raro caso di morte apparente. E così l’ispettrice Nives Bonora, figlia dell’Emilia più genuina – passionale e pragmatica, dolente e vitale – si trova ad affrontare il caso di una ragazza fantasma e una storia marcia, perversa, in cui la malavita dell’Europa dell’Est va a braccetto con la migliore borghesia di Ferrara. Il coraggio di Nives, la sua irruenza e una dose di follia la porteranno a osare troppo ma infine a risolvere il caso a modo suo, contro ogni attesa e ai confini della legge. Ma Nives dovrà anche affrontare i tanti «casini» della sua vita privata, dal rapporto col padre carabiniere in pensione a quello con la nonna che le ha fatto da madre, fino al commissario Brandi, suo capo ostile ma anche poco affidabile amante. 

 Recensione di Sabrina De Bastiani


Nemmeno il rosso della brace che prima splendeva fu più percepibile nella mia distanza tra l’errore e la fuga.

Si gioca tutto su questa distanza  tra l’errore e la fuga, “La ragazza che non c’era”. Meglio ancora tra la possibilità di errore e la tensione alla fuga. 

Lungo questa linea immaginaria e  allo stesso tempo resa così nitida e percepibile dal ritmo che la scrittura calibrata, ma  potente all’occorrenza,  di Bomoll imprime alla storia.

Già il non esserci  suggerito ed evocato dal titolo è distanza e Nives Bonora, ispettrice e donna prismatica e deliziosamente irrisolta, ne è emblema e rappresentazione.

Da questi presupposti, ci si potrebbe predisporre a  una lettura fredda, appagante, magari, ma distaccata… e invece.

Capiremo ben presto, infatti, se non già dalle prime righe, che a Bonora non si può rimanere indifferenti o distanti, perchè le sue complicazioni sono le nostre, gli errori e il desiderio di fuga ci parlano di noi, così come lo fanno le imperfezioni, i gesti impulsivi, quelli che un attimo dopo non si farebbero più, quelli che un attimo dopo è troppo tardi. 

Ecco la mia vita: un perenne bungee jumping tra paradiso e inferno. Ed è un cane da caccia questo mio ‘dio privato’ che mi azzanna ogni volta.

L’intrico narrativo è decisamente tinto di noir, laddove il caso investigativo indaga di vite private e di ruoli sociali, di convenzioni, di strutture e persone che stanno su, che stanno assieme, solo per il collante vigliacco e comodo del preservare status quo sdoganati dallo strapotere dell’apparenza, ma di fatto più vuoti di una Matrioska priva del suo contenuto, e si fa decisamente giallo laddove tutto questo ordito vada a inserirsi nella trama squisitamente misteriosa, tra cadaveri che così cadaveri non sono, sparizioni e verità che faticano a trovare la luce.

I personaggi pensati e scritti da Cinzia Bomoll sono umanamente veri, fallaci e presuntuosi. 

Ossia vivi. 

Prepotentemente vivi. 

I rapporti che li legano, il privato messo in scena, particolarmente si apre la finestra su quello di Nives, privo di edulcoranti, commovente e irritante come la vita sa essere e sa di essere. Fatto di abbracci, di porte chiuse, di telefonini lanciati contro il muro. Di assenze che non smetteranno mai di pesare. E di presenze, altrettanto forti, altrettanto impattanti.

E pertanto non stupisce, ma   innamora, che nei capitoli di una storia nera trovino  spazio corsivi di poesie, perché questo, in fondo, siamo. 

Ombra e luce. 

Fuga dall’ombra e tensione alla luce. Nello scoprire i colpevoli, nello scoprire se stessi.

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Cinzia Bomoll


Cinzia Bomoll Esordisce come scrittrice nel 1998 quando Einaudi Stile Libero pubblica un suo racconto nell’antologia Quello che ho da dirvi curata da Giulio Mozzi. Nel 1999 gira uno dei suoi primi cortometraggi, Gara di resistenza con Emidio Clementi del gruppo musicale underground Massimo Volume. Si laurea in Scienze della formazione all’università di Bologna e si trasferisce a Roma dove frequenta un corso di sceneggiatura della RAI, e la scuola di fiction Mediaset  e inizia a lavorare per la televisione come regista programmista poi regista e autrice alternando RAI, Mediaset e LA7. Nel 2006 pubblica il suo primo romanzo, un noir intitolato Lei che nelle foto non sorrideva (Fazi Editore) e nel 2007 firma il primo lungometraggio, Il segreto di Rahil, distribuito in Stati Uniti e Canada. Nel 2010 gira il suo secondo film, il musical Balla con noi prodotto da Rai Cinema e Giannandrea Pecorelli e distribuito nelle sale nel maggio 2011. Sempre nel 2011 torna alla narrativa, pubblicando il romanzo Sessantanove, con Fazi Editore, un romanzo storico sentimentale ambientato nella Torino dell’Autunno caldo. Dal 2012 al 2018 decide di abbandonare per un periodo il cinema, ritirandosi nel Deserto del Mojave, dove continua l’attività di scrittrice e nel 2016 nasce la figlia Zoe. In questo periodo pubblica diversi  racconti in antologie pubblicate da Fandango Libri, Fazi Editore, Hacca e Neo. Nel 2019 esce il suo terzo romanzo Cuori A Spigoli per Ianieri Edizioni e viene ristampato il romanzo Lei che nelle foto non sorrideva. Con la produzione cinematografica Amarcord dal 2019 produce corti, film e documentari a livello internazionale. Nel 2020 vince il Premio Solinas Italia-Spagna, con la sceneggiatura di un film horror psicologico.Nel 2021 il suo film “Il segreto di Rahil” è su Amazon Prime. Nel 2022 scrive e dirige il lungometraggio “La California” coproduzione col Cile, selezionato alla Festa di Roma 2022 nella sezione Freestyle e distribuito nelle sale il 10 novembre 2022 da Officine Ubu.