La ragazza zero




Recensione di Katia Fortunato


Autore: A.A. Dhand

Traduzione: Maria Baiocchi & Anna Tagliavini

Editore: SEM

Genere: Thriller

Pagine: 318

Anno di Pubblicazione: 2020

Sinossi. Un tempo Bradford era un centro importante dell’industria tessile, poi è iniziato il suo rovinoso declino, che l’ha trasformata in un luogo di degrado: una città in subbuglio, con fiumi di droga, prostituzione, tensioni razziali e una povertà dilagante. Harry Virdee è un detective della Squadra omicidi di origine indiana, un sikh che ha sposato una donna musulmana, causando una profonda e sofferta frattura con la sua famiglia d’origine. I numerosi omicidi, in quella che i giornalisti ormai chiamano “Gotham City“, non lo lasciano respirare. Quando, la mattina di un’importante festività indiana, si reca sulla scena dell’ultimo delitto, non può immaginare che sta per ritrovarsi davanti al corpo dell’amata nipote Tara, figlia di suo fratello Ronnie, potente criminale a capo di un cartello che controlla il traffico di droga in città. La scoperta lo distrugge. Come se non bastasse il suo capo gli comunica che è troppo coinvolto personalmente per seguire il caso, ma Harry non può lasciar correre. Deve scavare a fondo nella malavita di Bradford e scovare il mostro che ha ucciso il sangue del suo sangue. Per prima cosa, però, deve dare a suo fratello Ronnie la terribile notizia. E niente e nessuno può predire come reagirà. Impulsivo e invischiato in giri loschi, c’è il rischio che Ron agisca prima di pensare. La sua indagine segreta porta Harry a scavare in un pericoloso giro di illegalità e nella vita della nipote, una giovane grintosa e indipendente che se n’è andata di casa dopo aver scoperto la natura criminale dell’impero paterno, una ragazza in fuga dalla mentalità repressiva e sessista in cui era cresciuta e che tanto disprezzava. Un thriller di grande attualità, una storia avvincente e brutale, con un protagonista tormentato e profondamente umano.

Recensione

Un bel thriller che punta sulle emozioni e l’amore e che sa toccare le corde giuste.

Con me c’è riuscito in pieno tirando fuori il mio lato sadico e facendomi mettere dalla parte del fratello “cattivo”.

Questo è un thriller dalle sfaccettature umanistiche ed etiche e sono i thriller che io adoro di più in assoluto.

Il fine giustifica i mezzi?

Potremmo aprire un capitolo a parte su questo argomento.

Personalmente, di solito, rispondo che dipende dal fine, in questo caso specifico il mezzo è più che giustificato.

Il libro si legge con grande aspettativa e dopo, quando l’hai finito, ti rendi conto di aver trattenuto il fiato.

Ecco! Un thriller che ti fa mancare l’aria, non per il suo essere adrenalinico o veloce, ma per l’argomento trattato e l’urgenza che senti sotto pelle di arrivare all’epilogo che tu speri.

Un altro autore che non conoscevo e sul quale mi informerò meglio.

Se tutti i suoi libri sono così, mi sa che allungherò la mia wishlist.

 

 

A.A. Dhand


A.A. Dhand (Amit Dhand) è uno scrittore britannico-asiatico. I suoi libri più recenti sono ambientati nella città di Bradford, un’ex città industriale, un’ombra del suo passato e piena di privazioni sociali, criminalità e complesse sfide intercomunali.

 

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