La reincarnazione




 La reincarnazione delle

sorelle Klun

di Manlio Castagna

Mondadori, 2020

dark thriller, pag.554

Sinossi. Nelle oscure profondità del gigantesco Cratere che domina lo sperduto paese di Anerbe, si combatte la battaglia senza fine per il predominio della luce che salva il mondo sull’oscurità che tutto inghiotte. A intrecciare i fili di questa trama antichissima, personaggi distanti nel tempo e nello spazio. Ai giorni nostri, il commissario Verne tenta di riscattare la sua ingloriosa carriera indagando sull’affascinante Rina Monforte e sull’amante di lei, leader di una setta esoterica che vuole combattere i “figli del buio”. E proprio nel buio di un monastero isolato da tutto e tutti, quarant’anni prima, cresce un orfano che, grazie agli insegnamenti alchemici del suo maestro gesuita, impara a trasformarsi in angelo vendicatore. Alla fine degli anni Cinquanta due bambine, le sorelle Klun, muoiono in un tragico incidente e sembra che si siano reincarnate in due gemelle dalle inquietanti capacità soprannaturali. Storie apparentemente senza legami che sono in realtà unite in un intreccio forsennato di vite e destini, ultimo atto di una vicenda che Manlio Castagna ci restituisce con il ritmo serrato di un montaggio cinematografico e l’intensità della sua scrittura.


La reincarnazione delle sorelle Klun

A cura di Claudia Cocuzza


 Recensione di Claudia Cocuzza

Non è facile definire il genere a cui La reincarnazione delle sorelle Klun appartiene.

Non che sia necessario, ma spesso si fa per dare un indirizzo al lettore, che è il nostro compito di recensori.

Il titolo ci proietta immediatamente nel campo dell’esoterismo e la cover, con quelle due ombre identiche e ribaltate, ci fa pensare al doppio e al sottosopra – associazione istantanea per chi è reduce dalla visione di Stranger things

È un horror?

Anche, ma non solo.

Abbiamo un’indagine di polizia, quindi è un giallo.

Abbiamo dei personaggi dotati di poteri soprannaturali, per cui possiamo dire che ci sia una componente fantasy.

Abbiamo una profonda caratterizzazione psicologica dei personaggi e le vicende che riguardano alcuni di loro dipendono dalla capacità di altri di piegarli alla loro volontà: da questo punto di vista per me è un thriller psicologico.

Al di là di tutto questo, La reincarnazione delle sorelle Klun è un romanzo complesso e ben costruito. È evidente che dietro ci sia un lavoro di progettazione meticoloso e approfondito.

La narrazione riguarda più piani temporali e avviene intrecciando vicende che inizialmente appaiono indipendenti e lontane, nelle epoche e nello spazio.

Due famiglie, la famiglia Klun e la famiglia Odescalchi/Monforte/Dalcò; le vicende della prima si collocano tra gli anni Cinquanta e i Settanta, quelle della seconda in epoca contemporanea. 

Augusto e Dora Klun subiscono il dolore più grande che una coppia di genitori può vivere: la morte delle due figlie, Gorizia e Fiorenza, ma poi, quasi che Dio abbia voluto risarcirli, poco dopo arrivano le due gemelle, Gloria e Felicita, nelle quali tutto lascia intendere che le sorelline si siano reincarnate.

Anche Rina Monforte è una mamma. Ha avuto Erika dal primo marito, Kevin, ed Emilio dal secondo, Davide. L’incontro con Attila, uno scrittore/predicatore dotato di un carisma eccezionale, mette in forse ogni aspetto della sua vita, compresi il suo essere madre e moglie, e risulta collegato all’indagine assegnata al commissario Verne.

Le storie di queste due famiglie – osservate da un narratore onnisciente –  viaggiano parallele, dividendosi buona parte dei capitoli iniziali del libro, che sono collegati da piccoli e precisi ganci verbali: caratteristica costante è che la chiusa di un capitolo richiama l’apertura di quello successivo, siano essi concettualmente consecutivi o meno.

Ma c’è una terza storia che si intreccia a queste due: quella di Irin, che ci parla di sé in prima persona e ci traghetta dalla fine degli anni Settanta ai giorni nostri.

I capitoli che riguardano Irin si distinguono non solo per il narratore ma anche perché l’autore adopera un font diverso, come se si trattasse di una storia nella storia.

Lo è? 

No. Tutte queste vicende, che si snodano nel corso di quasi cento capitoli, convergeranno in un unico epilogo in cui si scoprirà la natura del legame tra ciascuno dei personaggi.

Solo alla fine, dopo una serie di colpi di scena che ribalteranno completamente l’opinione del lettore, il ruolo di ognuno verrà chiarito e si scoprirà che nessuno è ciò che sembrava essere.

Criptico, forse, ma il rischio di spoiler è altissimo.

La narrazione è impreziosita da continui rimandi ai testi sacri, a partire dalla citazione che apre ogni capitolo, ma è importante precisare che qualsiasi  elemento ha valore per far progredire la trama e non è mai fine a sé stesso. 

Notevole l’abilità nella descrizione dei paesaggi, che non fungono esclusivamente da scenografia ma sostengono e accompagnano la narrazione con dettagli coerenti e funzionali.

Quando dal realistico, poi, ci spostiamo al fantastico – leggi Regno della Mater Veneranda – l’abilità diventa maestria: Castagna ci immerge in un mondo complesso ma vivido che richiama i gironi dell’Inferno dantesco, arricchito di dettagli magnifici e insieme terrificanti.

Il ricorso al tema del doppio, caro alla narrativa horror, e a quello della reincarnazione e dei riti esoterici carica questo romanzo di simbolismo e tensione, ma è l’aspetto psicologico quello davvero coinvolgente: forse sono influenzata dalla mia condizione di madre, ma calarmi nei panni di Dora e di Rina è stato faticosissimo.

Riemergere dopo la lettura, questo non lo so. Non l’ho ancora fatto.

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Manlio Castagna


(Salerno, 1974), scrittore, sceneggiatore e regista, per oltre vent’anni è stato nell’organizzazione del festival del cinema per ragazzi di Giffoni e dal 2007 al 2018 ne è stato vicedirettore artistico. Dopo aver scritto e diretto cortometraggi pluripremiati, documentari, webseries, videoclip musicali, animazione, esordisce nella letteratura per ragazzi con la saga bestseller “Petrademone” (Mondadori) tradotta in diversi Paesi. Tra le altre numerose pubblicazioni, due horror young adult per Piemme, Le belve e Goodwill e il candidato al Premio Strega Ragazzi e Ragazze 2021 La notte delle malombre (Mondadori). È da poco uscito il suo primo lungometraggio da sceneggiatore e regista prodotto da Rai Cinema e One More Pictures, Il viaggio degli eroi. Tiene un corso alla Scuola Holden sulla scrittura di genere (horror, fantasy, sci-fi).