La scomparsa delle farfalle 




 LA SCOMPARSA DELLE FARFALLE

di Fabio Geda  

Einaudi 2023

Collana, Stile libero big

narrativa italiana, pag.242

Sinossi. Quando in montagna Andrea viene travolto da un fiume di fango, nel tentativo di salvarsi non si aggrappa solo ai rami bassi degli alberi, ma anche, con la stessa forza, ai fili tesi dal ricordo di un’amicizia. Tra conflitti e occasioni di meraviglia, tra realtà quotidiana e rivelazioni, quattro ragazzi intrecciano le loro vite con tutta l’energia della giovinezza. Un ritratto commovente di quella stagione dell’anima che più d’ogni altra si imprime in ciascuno di noi e sceglie il nostro destino. Anna, Andrea, Cora e Valerio sono compagni di scuola. Assieme studiano, si divertono, sperperano con allegria le giornate. Il perno di queste esistenze – ancora brevi e già segnate da perdite e ferite – è il negozio di un anziano rigattiere nei vicoli di Torino, un luogo che diventa una specie di base, talvolta di rifugio. Il tempo, però, non regge la richiesta di perfezione, di assoluto, che l’adolescenza pretende. Il desiderio si insinua nel gruppo e lo logora. Andrea, che rispetto agli altri percepisce ogni cosa con intensità maggiore, a poco a poco si isola: a fargli mancare il fiato sono tanto la bellezza impetuosa del presente, quanto il senso di minaccia che arriva dal futuro. Ma nel momento in cui si troverà in pericolo i suoi amici, quegli amici unici che solo una certa età ti regala, saranno di nuovo con lui.

 Recensione di Renata Enzo

Lunedì 10 giugno 2002. La pioggia cade ininterrottamente dall’alba. Andrea sale all’alpeggio, a controllare i tendoni che proteggono i lavori sulla meira, e poi si rifugia nella stalla, al riparo dalla pioggia battente. Legge i Racconti di Kawabata, libro che gli fa tornare in mente una lettura di qualche anno prima, di quando aveva quindici anni e, in biblioteca, aveva letto Bellezza e tristezza, dello stesso autore. Ad un tratto, un fiume di fango travolge l’alpeggio e ad Andrea non rimane altro che cercare di abbracciare i rami bassi degli alberi per tentare di salvarsi. 

Mentre Andrea lotta per sopravvivere, ritornano alla sua memoria gli anni dell’adolescenza. Ecco apparire i tre amici che più gli sono stati vicini: Valerio, Cora e Anna. Insieme formavano un gruppo indivisibile, compatto: uniti dall’amicizia e da una dolorosa fragilità. Per essere immigrati e non ancora del tutto inseriti nella grande Torino, oppure per essere uniti dal dolore di un lutto o di una violenza nascosta tra le mura di casa. Insomma: diversi dagli altri e per questo uniti.  

Così, il romanzo si sviluppa su due piani narrativi. Da un lato il passaggio dall’adolescenza alla giovinezza di Andrea, dall’altro, la drammatica attualità di quel 10 giugno 2002. 

Ritorna in questo romanzo il tema, caro all’autore, della giovinezza a confronto con la realtà, talora arida o lacerante, del momento. Anche se la trama non manca di episodi dolorosi o violenti, sono le immagini struggenti dell’adolescenza a prendere il sopravvento sull’immaginazione del lettore. Ed è la delicatezza di quegli anni che creano il DNA affettivo del protagonista a fare da catalizzatore dei temi che si intrecciano nella narrazione. Dalla violenza domestica, all’abbandono, all’emarginazione: tutto appare come trasfigurato dalla bellezza degli anni in cui la morte e la corruzione sembrano ancora lontane:

All’inizio della seconda liceo presero l’abitudine di studiare in biblioteca, era il periodo in cui per parlare del futuro coniugavano i verbi al presente e nelle foglie secche leggevano un invito a considerare l’avvicendarsi delle stagioni una forma di bellezza, sentimento agevolato dal fatto che nulla era più distante dai loro corpi della corruzione che sempre, con diverso riguardo, il tempo porta con sé.

Poi, lo scorrere del tempo porta i personaggi alla consapevolezza del distacco e del lutto. È a questo punto che Andrea sente la necessità di lasciare la città e di cercare un ambiente più adatto al suo clima interiore. È così che le farfalle, protagoniste in un episodio dalla variopinta vivacità di un dipinto di Mirò, diventano metafora della sua difficoltà di adattarsi all’ambiente. 


Come i lepidotteri, animali a sangue freddo la cui vita dipende dalla temperatura dell’aria, così alcune persone sembrano aver bisogno di una loro temperatura esterna per sopravvivere.

Anche lui, Andrea, ha bisogno di un ambiente specifico che gli si adatti. E quell’ambiente, agli occhi di Andrea, si rivela essere Borgata Lana, un paesino di montagna dove potrà dedicarsi alla fatica del lavoro manuale e svegliarsi la mattina “con robe da fare”;  un posto adatto a lui e con la “temperatura esterna” giusta che, purtroppo, è proprio il luogo in cui incontra il pericolo più grave. 

La scomparsa delle farfalle  è un bel romanzo che affronta, con delicatezza e sensibilità, i temi della crescita e dell’amicizia. È un libro per tutti: per i giovani lettori e per tutti quelli che hanno sempre a cuore la propria giovinezza. 

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Fabio Geda


(1972, Torino), si è occupato per anni di disagio giovanile, esperienza che ha spesso riversato nei suoi libri. Ha scritto su «Linus» e su «La Stampa» circa i temi del crescere e dell’educare. Collabora stabilmente con la Scuola Holden, il Circolo dei Lettori di Torino e la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. Esordisce nel 2007 con Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani; segue L’esatta sequenza dei gesti (2008) e Nel mare ci sono i coccodrilli (2010) che ha avuto uno straordinario successo sia in Italia che all’estero. Nel 2011 esce L’estate alla fine del secolo, mentre del 2014 è Se la vita che salvi è la tua (Einaudi). Nel 2015 esce il primo volume della serie per ragazzi Berlin (Mondadori) scritta insieme con Marco Magnone, del 2017 Anime scalze (Einaudi). Nel 2019 pubblica per Einaudi Una domenica.

A cura di Renata Enzo

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