La sinagoga degli zingari




Recensione di Marina Toniolo


Autore: Ben Pastor

Editore: Sellerio Editore Palermo

Traduzione: Luigi Sanvito

Genere: gialli storici

Pagine: 672

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Agosto 1942-marzo 1943. Martin von Bora, uomo tormentato e diviso, ufficiale tedesco dominato da un senso dell’onore che lo imprigiona, è sul fronte di Stalingrado. Riceve l’ordine dal comandante supremo, generale Paulus, di indagare, in quanto agente esperto del controspionaggio, sulla scomparsa nella steppa (incidente, assassinio?) dei coniugi romeni Nicolae Tincu e Bianca Costin, venuti in visita privata al quartier generale delle forze tedesche. L’ordineè strano sotto tutti i punti di vista, in un momento come quello; e i sospetti si infittiscono presto, quando scopre che i due romeni sono tutt’altro che ospiti banali, ma importanti scienziati che hanno collaborato con Enrico Fermi ed EttoreMajorana. L’indagine si trascina per mesi, nel caos infernale dell’assedio. Bora trova l’aiuto, e forse la vicinanza umana, di un maggiore italiano, Amerigo Galvani, con il quale intravede nel delitto una complicata catena che lega e confonde guerra, interessi privati, spionaggio di alleati e di nemici

Recensione

Ero un po’ perplessa nel prendere in mano questo romanzo sia per l’argomento sia perché non ho mai letto nulla della Pastor. Posso quindi affermare che mi ci sono avvicinata da profana; spronata dalla figura chiave di Martin Bora che mi ha affascinato in pieno ho affrontato con lui l’avanzata tedesca verso la città di Stalingrado, la conquista e la successiva disfatta nei mesi invernali.

La scrittura è precisa come un rasoio e l’esposizione dei fatti storici rasenta una tesi di dottorato. Per mia personale inclinazione questi sono i punti più lenti e noiosi, ma ben si integrano nella storia. Cerco di spiegarmi meglio: in questo libro c’è la Storia della più grande disfatta tedesca durante la Seconda Guerra e al suo interno la storia di Bora che è alle prese con un duplice omicidio. Ho trovato troppo prolissi i riferimenti a tutti i reggimenti  e ai movimenti tattici militari che però sono parte integrante di questa serie dedicata all’ufficiale.

Martin Bora invece mi ha travolta. Primo perché la Pastor riesce a tratteggiarlo con una notevole carica erotica e secondo perché è un uomo con un senso della dignità e dell’onore tali che risulta soffuso di divinità.

Ho dovuto leggere tutto quello che lo riguardava per avere solo in parte un’idea della complessità caratteriale di questo giovane uomo sopravvissuto e fuggito da Stalingrado.

Questo è una storia talmente intima che esprimere un giudizio implica assolutamente porre le mani avanti e spiegare in modo chiaro che tutto ciò che verrà scritto come commento è puramente soggettivo e che ogni persona che lo leggerà troverà la sua soggettività. Non esiste via di mezzo. Non è commerciale, non è popolare.

Assolutamente complesso, dedicato a chiunque voglia seguire Martin mentre capisce chi o cos’è la Sinagoga degli zingari.

A cura di Marina Toniolo

https://ilprologomarina.blogspot.com/

Ben Pastor


Ben Pastor è una scrittrice italoamericana, all’anagrafe Maria Verbena Volpi, nata a Roma ma trasferitasi ben presto negli Stati Uniti, ha insegnato Scienze sociali presso le università dell’Ohio, dell’Illinois e del Vermont. Oltre a Lumen, Luna bugiarda, Kaputt Mundi, La canzone del cavaliere, Il morto in piazza, La Venere di Salò,  Il cielo di stagno, – ovvero il ciclo del soldato-detective Martin Bora (pubblicati da Hobby&Work a partire dal 2001 e poi da Sellerio) – è autrice di I misteri di Praga (2002), La camera dello scirocco, omaggi in giallo alla cultura mitteleuropea di Kafka e Roth (Hobby &Work), nonché de Il ladro d’acqua (Frassinelli 2007), La voce del fuoco (Frassinelli 2008), Le vergini di pietra La traccia del vento (Hobby & Work 2012), una serie di quattro thriller ambientata nel IV secolo dopo Cristo.

 

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