La stagione del vento




La saga di Coco Chanel tra libertà e destino


Recensione di Loredana Gasparri

 

Autore: Laure Duval

Editore: Mondadori

Genere: Narrativa straniera moderna e contemporanea

Pagine: 360

Anno di pubblicazione: 2021

 

 

 

 

 

 

Sinossi. Quali sfide si nascondono lungo la strada per la libertà? È la primavera del 1913 e per le vie di Deauville fanno la loro apparizione abiti e cappelli insoliti, coraggiosi, dalle linee morbide e lineari. Sono le creazioni di Gabrielle Chanel – ma gli amici la chiamano Coco -, una ragazza sensibile e ribelle, che qui ha appena aperto la sua seconda boutique. La vita e la moda di Gabrielle sono improntate alla ricerca della libertà: libertà dalle convenzioni sociali, dai lunghi strascichi con cui non si può camminare, dagli orpelli esotici e dai corsetti che opprimono il corpo femminile in quegli anni. Ma proprio la sua originalità rischia di precluderle il successo, nella moda e nell’amore, ed è una sfida che lei non può permettersi di perdere, malgrado tanti momenti di umanissima fragilità. Sono gli anni della guerra, un nuovo mondo è alle porte e il vento del cambiamento soffia forte per tutti, portando ciascuno ad affrontare scelte senza via di ritorno: per Gabrielle, che dovrà lottare per affermare la Maison Chanel e crearsi il proprio spazio; per Arthur, il suo grande amore, che cerca l’equilibrio tra il passato e il futuro, tra la filosofia e l’azione; e per Aurore, la loro cameriera appena uscita dal convento, che si sente intimidita e a disagio per la spregiudicatezza della padrona di casa. Anche a lei però la guerra riserverà trasformazioni inimmaginabili. Un romanzo di formazione al femminile che riunisce i personaggi storici con altri di invenzione, ma nati da uno spunto di realtà (la cameriera che tagliò i capelli a Coco, il sarto inglese che confezionò i primi abiti della Maison…), per farci entrare nel mondo di una donna visionaria con un punto di vista finora inesplorato.

 

Recensione

Un gioiello di libro. Ecco che cosa ho pensato, chiudendolo. E naturalmente mi sono venuti in mente i gioielli di Chanel, le grandi C intrecciate, le catenelle delle sue borse, e i grandi bottoni a perla dei suoi abiti rivoluzionari.

Di Coco Chanel conoscevo qualche dettaglio, avevo guardato una serie anni fa piuttosto fedele e che mi era piaciuta.

Ma qui, in questo libro, vive.

Si sente il suo respiro, si percepisce la massa dei suoi scarmigliati capelli neri e la sua energia mercuriale prima ancora che compaia sulla scena. E non è ancora Coco, almeno non è conosciuta così al pubblico che la guarda attraverso un caleidoscopio di sentimenti e giudizi. È ancora Gabrielle Bonheur Chanel, giovane sarta rivoluzionaria creatrice di cappellini graziosi e totalmente nuovi, con base a Parigi, 31 Rue Cambon. Cent’anni dopo è ancora lì, istituzionalizzato, consolidato, elemento essenziale delle cartine della città.

Quando giriamo la copertina del romanzo, siamo nel 1913, in Francia, a Deauville. Ci troviamo nel bel mezzo di un ippodromo, straboccante di bella nobiltà francese. Dame agghindate con cura, gentiluomini immersi in conversazioni brillanti, oziose, d’affari, o impegnati a cavalcare. In mezzo a tutta questa ricchezza materiale e di modi, spiccano due persone originali. Uno è un giovane e ricco commerciante di carbone inglese, carico di denaro e bellezza, Arthur Capel, detto Boy. L’altra è una giovane sartina rampante dallo sguardo bruciante e dall’atteggiamento di regina fiera e sprezzante.

È Gabrielle Chanel, creatrice di bei cappellini alla moda, ma… terribilmente scandalosa. Ora che la vediamo, è a dorso di cavallo, spettinata, vestita in modo scioccante. Pantaloni. La sua camicia è aperta SUL COLLO. È impensabile, in quegli anni in cui le donne disimparavano a respirare rinchiuse nei loro corsetti pieni di stecche, strascichi a coprire tutto il possibile, piume e oggetti stravaganti sui cappelli, che una di loro mostri il collo. Oddio, è la punta della clavicola, quella? Signore, aiutaci. Proteggici dalla corruzione.

Vogliamo aggiungere un altro particolare terribile? Visto che ci siamo.

La coppia di cui sopra si ama, vive insieme… senza il sacro vincolo del matrimonio. Fanno a meno della benedizione di Dio.

Si è mai sentita una cosa più orrenda di questa? Senza dubbio, ma il fascino, l’intelligenza e le capacità di entrambi attirano attenzioni e lusinghe, per cui si riesce a passare sopra qualche dettaglio senza troppi problemi.

Non su tutto, naturalmente. L’assurda volontà di Gabrielle di creare vestiti così, così… tremendi, lisci, senza stecche-corsetti-piume-strascichi-sottogonne, che trasformano le nobildonne in poco più di contadine, le attira parecchio disprezzo dalle suddette. Non da tutte, naturalmente. Esistono alcune persone che sono sensibili ai tempi e ai cambiamenti che stanno bollendo al di sotto delle belle giornate oziose trascorse tra negozi, ippodromi, visite e gite all’aperto. Il mondo sta cambiando e gli scenari che si stanno aprendo sono pericolosi. C’è un popolo al confine che sta pianificando una guerra, e non vede l’ora di poterlo fare, spinto dalla sete di conquista. Da questa parte, in Francia, c’è chi lo aspetta impaziente di fargli pagare vecchie umiliazioni del passato mai digerite.

E mentre la politica si avvita nel suo gioco pericoloso di provocazioni, noi impariamo a conoscere meglio Gabrielle, Coco per il suo Boy, Mademoiselle per il suo entourage di servitù a casa. È una persona eccentrica, che arriva dai ceti bassi della società, la nostra Coco, e ha raggiunto notorietà grazie alle sue creazioni e al suo personaggio sopra le righe, impossibile da non notare in quella società leziosa e legata alle sue stecche. È forse capricciosa, in balia del suo estro e della sua energia prorompenti, ma non è spocchiosa o sprezzante verso chi la serve a casa. Tuttavia, una delle sue cameriere è letteralmente terrorizzata all’idea di lavorare per lei, e per quanto sia impeccabile, quell’impiego diventa una sorta di punizione disumana. È Aurore, una fanciulla nata a Deauville, entrata in convento parecchi anni prima per vocazione, costretta da una serie di motivazioni di necessità ad uscire dal suo guscio protettivo per andare nel mondo, lavorare e sposarsi.

Per una creatura che da sempre vede il convento come la sua vera casa, l’idea di uscirne e mescolarsi al resto dell’umanità è già piuttosto sconvolgente. Ma se a questo aggiungiamo che deve servire l’incarnazione del peccato e dell’affronto a Dio come quella Mademoisellenon ci si spezza il cuore, al pensiero del destino di questa infelice fanciulla perseguitata dalla malasorte, e forse pure da Satana in persona?

Ah, certo.

Gabrielle Bonheur Chanel è del tutto ignara dei terrori della sua cameriera. Anzi, la apprezzaparticolarmente. La sua attenzione è presa da mille cose. Il suo rapporto con Boy, appagante, meraviglioso, con alcune sfumature grezze e alcuni luoghi più scuri. La sua creatività imperiosa, inarrestabile quanto un fiume in piena che le fa disegnare e cercare tessuti nuovi, accostamenti nuovi, materiali nuovi, che nessuno aveva mai preso in considerazione prima. La guerra, la terribile Prima Guerra Mondiale che piomba disastrosa su di lei e sul mondo, strappando vite, rapporti, cose e sentimenti. Tutto sarà da ricostruire, dopo, e ci vorrà coraggio per sperare anche solo di poterlo fare.

A Gabrielle questo coraggio non manca, anche quando si sente a pezzi. Non c’è niente che la devasti tanto a lungo che non riesca a uscirne più forte e più creativa che mai. Dalle ceneri del disastro che le si abbatte addosso nasce la sua Maison, la sua vera casa e la sua fama s’innalza senza confini. Tutto questo ha un prezzo da pagare, perché l’evoluzione non è mai discreta e indolore, ma se le viene concesso spazio, apre la porta a doni immensi. È quella la principale esperienza dei personaggi di questo romanzo dolcissimo e solido.

Se volete immergervi nelle sfumature di una vita vissuta con tanta pienezza, molte rigidità, tanta bellezza, un continuo flusso di colori e sentimenti contrastanti, raccontati con stile, garbo e molta partecipazione, questo è il romanzo per voi.

Gabrielle Bonheur Chanel che diventa Coco Chanel è straordinaria. Una donna che indubbiamente spiccava gigantesca nella sua epoca, e non solo per la portata rivoluzionaria della sua creatività. Dal romanzo esce nitida la sua caratteristica più forte: non si è mai tirata indietro dalla vita. Non si è mai nascosta da lei, ma l’ha sempre rincorsa, stretta, amata, abbracciata e anche morsa con tutta sé stessa. E allo stesso modo, ha accolto tutti i baci e i morsi che la vita stessa le ha riservato, di volta in volta.

E se imparassimo a vivere così, che mondo avremmo?


A cura di Loredana Gasparri

https://www.delfurorediaverlibri.it

 

 

Laure Duval


è nata a Parigi ma vive a Milano da vent’anni, ed è sempre stata affascinata dalla moda Chanel e dalla figura di Coco. Questo è il suo primo romanzo. La stagione del vento, narrativa straniera, Laure Duval, Mondadori, Parigi, Deauville, Prima Guerra Mondiale, moda, carbone, Inghilterra, Francia, Germania, Prussia, Coco Chanel

 

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