La stanza dell’acqua grigioverde




Sinossi. Chi ha ucciso Margherita Boasso? Cosa si nasconde dietro il mistero della donna scomparsa? In uno schiocco di dita ogni certezza può diventare fragilità. È ora di chiusura per il circolo sportivo “I canottieri”. Lorenzo Santi, il custode, sta rassettando gli spogliatoi. Nelle docce trova una giocatrice di padel, Margherita Boasso, in un lago di sangue. La donna è stata sgozzata. Spaventato corre a chiedere aiuto, ma non c’è più nessuno. Passano pochi minuti prima che Lorenzo torni nei bagni, ma la donna è scomparsa. Dopo l’interrogatorio, il commissario Contini rintraccia la vittima, che risponde al telefono. Lorenzo però è sicuro di non riconoscere quella voce come quella di Margherita Boasso, ma i suoi trascorsi fra alcol e psicofarmaci e alcune tracce di sangue ritrovate sotto le sue scarpe, indirizzano le indagini contro di lui. Un thriller nell’opulenta Torino dei giorni nostri, tra le acque del Po e il profilo della Mole Antonelliana.

 LA STANZA

DELL’ACQUA GRIGIOVERDE

di Claudio Secci

Delos Digital 2023

thriller, pag.184


La stanza dell’acqua grigioverde

A cura di Marina Toniolo


 Recensione di Marina Toniolo

In una Torino nei primi giorni di ottobre, tra giornate limpide e la nebbia che cala sul fiume Po dopo un acquazzone, si svolge la storia della ricerca di Margherita Boasso, giovane giocatrice di padel e frequentatrice delle discoteche presenti sul lungofiume.

Nel circolo sportivo il custode Lorenzo Bassi trova la giovane riversa in una doccia con la gola tagliata. Ma non appena ritorna nel bagno dopo aver telefonato alla polizia non la trova più: il corpo è scomparso e tutto è pulito. Gli investigatori faticano a credergli. Bassi è un uomo con trascorsi di alcool e di psicofarmaci e in molti sono propensi a credere che abbia avuto le allucinazioni. Ma alcuni dettagli mettono sul chi vive il commissario Contini che, con l’ausilio dello psicologo Alessio Porro, cerca di riscattare la propria reputazione colma di fallimenti e quella del Bassi.

L’idea di ambientare un thriller a Torino, città elegante e magnifica ai piedi delle Alpi è originale. Così come la descrizione del Po del giovane canottiere Gabriele che elegge il corso d’acqua come valvola di sfogo e Lorenzo Santi come suo confidente.

Purtroppo, terminata la lettura, mi accorgo che il romanzo non è decollato. Rimango sopra un ponte di Torino a guardare l’acqua che scorre ma non riesco a raggiungere i particolari. Mi trovo davanti frasi contorte (…come goduta dal sommergere Alessio di materiale a cascata…) a un italiano forbito pronunciato in dialoghi da persone comuni. I dialoghi sono appunto la parte più lacunosa poiché non si inseriscono in modo omogeneo nel contesto. La trama non ha colpi di scena o accelerazioni e questo, per me, è un grande difetto.

Buona l’introspezione del custode Santi e dell’investigatore Porro, personaggi che si salvano nel corso della lettura. 

Ad una visione di insieme ‘La stanza dell’acqua grigioverde’ non lascia alcuna eco di memoria ed è un peccato per l’ambientazione inusuale.

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Claudio Secci


nasce a Torino, il 18 aprile 1979. Informatico di professione presso una multinazionale del trasporto, è sposato e adora viaggiare con sua moglie Francesca alla scoperta di luoghi suggestivi. Ogni destinazione è fonte di ispirazione per l’inizio di una nuova storia. Scrive dal 2008 e spazia dal thriller al giallo, dal romance alla saggistica. Predilige le sfide e mettersi in gioco. Nel 2018 fonda un Collettivo per autori emergenti ed esordienti (CSU) che oggi conta quasi trecento fruitori. Procura spazi espositivi per fiere e promuove le opere gratuitamente come forma di volontariato. Ha presentato i suoi scritti attraverso 170 incontri in tutta Italia ed è stato recensito da magazine nazionali e testate giornalistiche. Ha pubblicato venti romanzi e partecipato ad antologie e progetti comunitari per libri di beneficenza. È direttore della rivista letteraria “Spazio Lettura-oltre l’autore”. Nel 2022 frequenta un master di Storytelling con la Scuola Holden della durata di quattro mesi.

A cura di Marina Toniolo

https://ilprologomarina.blogspot.com/