La strana fine




del venditore di case


Recensione di Marina Toniolo


Autore: Claudio Gavioli

Editore: SEM

Genere: Narrativa gialla

Pagine: 224

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Quando il cadavere di Lorenzo Rossi, agente immobiliare di successo, viene ritrovato sul freddo cemento di un cavedio, nessuno ha dubbi: si tratta di un suicidio. Il biglietto d’addio trovato nell’appartamento in vendita del quinto piano, da cui Lorenzo è precipitato, raffredda ogni velleità di indagine da parte della polizia. Nessuno fra gli amici e conoscenti di Lorenzo sembra incontrare difficoltà a rassegnarsi di fronte alla scelta estrema di un uomo brillante e avido di vita. Nessuno tranne il suo migliore amico e socio, Max Foschini, che ostinatamente inizia ad indagare per i fatti suoi, alternando intuizioni promettenti a iniziative maldestre alla scoperta dell’insospettabile vita segreta dell’uomo che credeva di conoscere come le sue tasche.

Recensione

Come un uccello sul filo, come un ubriaco in un coro di mezzanotte, ho cercato a mio modo di essere libero. Il che non è facile, caro Leonard: credi di essere libero e padrone del tuo destino, per poi scoprire che vivi dentro una scenografia di cartapesta dove ti muovono come una marionetta. Scopri che era tutto finzione, che andava in scena una commedia di cui eri inconsapevole attore”.

Gavioli ambienta il suo romanzo nella Modena odierna. E’ una città ricca e pigra, oserei dire quasi sonnacchiosa. Max Foschini insieme a Lorenzo Rossi sono riusciti a ritagliarsi una fetta del mercato immobiliare insieme ad altre agenzie. Sono amici da molti anni e non potrebbero essere più diversi: Lorenzo è affamato di vita, esuberante, un donnaiolo; Max è più riservato e pratico. Entrambi hanno alle spalle situazioni sentimentali fallite ma affrontano in modo diametralmente opposto la vita. Lorenzo viene trovato cadavere dopo un salto dal quinto piano e Max non può credere che il suo amico abbia deciso di togliersi la vita in quel modo, scrivendo poi un biglietto di addio al limite dell’assurdo. Per la polizia il caso è chiuso, non ci sono elementi che possano ricondurre a qualche rivalsa da parte di eventuali nemici. Per Max il caso non è chiuso perché conosce Lorenzo e intuitivamente sa che non avrebbe mai potuto compiere un simile gesto. Così, si improvvisa detective, trovandosi suo malgrado invischiato in un mondo che Lorenzo gli aveva tenuto sapientemente nascosto. Nel mentre, verrà lasciato dalla donna che frequenta e dovrà trovare una soluzione per la madre quasi novantenne che necessita di assistenza.

Libro molto ben costruito che tratta con competenza vari argomenti scottanti di attualità.

Il tutto con una verve inusuale data dall’improbabile investigatore Max, che alterna visite ad appartamenti ‘di pregio’ alla ricerca della verità. Non si escludono anche vari colpi di scena come l’arrivo improvviso di Andrea che si rivela una figura di riscatto per Lorenzo. Max si scontra tra il suo mondo fatto di certezze con quello più oscuro della malavita e ha spesso la sensazione di essere manipolato, come un burattino i cui fili sono governati da estranei.

Pare in ogni caso che l’argomento che sta a cuore a Gavioli sia illustrare la difficoltà nel gestire una persona anziana affidata alle cure di una badante ma che necessita di una casa di riposo. Mentre in altre società, come quelle orientali, prendersi cura dei genitori è compito e dovere dei figli, in occidente si cerca di trovare un compromesso. Non è sempre possibile accudire a tempo pieno un genitore e spesso le istituzioni neanche aiutano concretamente. L’unica speranza rimane trovare un centro accogliente dove la persona si possa integrare e passare il resto dei giorni che le rimangono.

I personaggi sono ben delineati con un pennello dalla punta grossa. Non è difficile entrare nella storia ed essere partecipi della vita di Max.

È anche una buona indagine psicologica di un Nord provinciale dove si alternano verità e menzogna. Non per nulla alla fine Max rompe con il passato e si trasferisce in riviera.

Mi è piaciuto? Sì, molto e lo consiglio come lettura sui generis.

A cura di Marina Toniolo

https://ilprologomarina.blogspot.com/

Claudio Gavioli


è nato a Modena dove svolge la professione di medico. Da diversi anni si dedica alla letteratura con all’attivo cinque romanzi e una raccolta di racconti (Vite all’asta, 2003, L’uomo che doveva morire, 2005, Una degna conclusione, 2006, Quarto tempo, 2011, L’uomo solitario, 2013, Nessuno mi può giudicare, 2014). Collabora con La Gazzetta di Modena e con “Quasi rete”, blog letterario delle Gazzetta dello Sport. Ha frequentato il DAMS di Bologna con indirizzo cinema e teatro. Collabora inoltre da tempo con Emilia Romagna Teatro per “aggiustare” i malanni degli attori in scena nella sua città.

 

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