La tele a Torino




Sinossi. Il 3 gennaio 2024 la televisione italiana compie le sue prime 70 primavere: Aldo Dalla Vecchia celebra questo anniversario con un punto di vista ancora poco indagato, le origini sabaude della tivù. Un saggio sulla preistoria del piccolo schermo, con un “Dizionario minimo dei piemontesi che hanno frequentato la televisione”, interviste esclusive a personaggi femminili che hanno fatto la storia del medium (la prima regista Alda Grimaldi, la conduttrice Enza Sampò, un omaggio a Raffaella Carrà) e un approfondimento sul Museo della Radio e della Televisione. Completa il volume un racconto inedito, Questione di fili, di ambientazione torinese. Con il patrocinio del Festival Giallo Garda e del Tignale Summer Festival. La copertina, poetica e suggestiva, è opera dell’artista Ernesto Anderle, noto sul web per le pagine Facebook “Roby il pettirosso” e “Vincent Van Love”

 LA TELE A TORINO

di Aldo Dalla Vecchia

Buendia Books 2024

Saggio, pag.75

 Recensione di Roberta Canu

Un mini saggio affascinante e davvero delizioso che racconta, con estrema semplicità, la storia della televisione italiana in occasione del settantesimo anniversario dalla sua nascita, rimarcando e mettendo in luce quelli che sono stati gli albori, l’inizio di tutto ciò che, già dai primi programmi, farà la storia dello spettacolo.

Un piccolo, immenso omaggio anche a coloro i quali hanno contribuito ad essere da esempio per tutti i successivi presentatori che si saranno succeduti alle colonne portanti dei mass media, reggendo il peso di una responsabilità non indifferente ai fini di una buona tivù e di una presenza scenica che colpisce e li renderà iconici.

Prendiamo per esempio il volto indimenticabile di colei che, con la sua allegria e gentilezza e la sua incredibile umanità – ma potremmo parlare di lei all’infinito – è stata un’artista a tutto tondo, completa e innovativa, originalissima.

Ovviamente mi riferisco alla signora Raffaella Carrà, la quale, assieme ad Alda Grimaldi ed Enza Sampò, compare all’interno di questo libro davvero encomiabile e perfezionista a livello sia storico che socio – culturale.

Sono infatti presenti tre corpose interviste che riguardano queste tre donne le quali hanno lasciato un segno indelebile, influenzando – nell’accezione positiva del termine – altri personaggi e altre donne anche non famose, magari addirittura la casalinga che, semplicemente accendendo la tivù e, vedendo Raffaella Carrà e il suo ombelico scoperto, aveva il coraggio di osare e di sentirsi libera, emancipata, bella e maggiormente femminile.

In effetti la televisione ha sempre avuto un ruolo fondamentale all’interno della vita del singolo ma non solo, infatti basti pensare come i primi programmi in assoluto coinvolgessero gruppi eterogenei di persone e famiglie che si riunivano appositamente nel salotto di casa per guardare la tivù, una scatola magica per i bambini, dispensatrice di sogni e speranze.

È vero che i programmi all’epoca erano pochissimi e che si andava a dormire subito dopo aver visto Carosello, ma anche questo era sinonimo di semplicità e del saper godere delle piccole gioie quotidiane. Insomma, se la tivù oggigiorno divide, ahimè, l’opinione pubblica e con essa, a maggior ragione molto spesso la famiglia, in passato il suo ruolo era inverso.

Tanti anni dunque sono trascorsi da quel lontano 3 gennaio del 1954 in cui nelle case degli italiani entrò con eleganza e professionalità, l’indimenticabile e indiscusso Mike Bongiorno e con lui una carrellata di altri nomi importantissimi, tanto quanto la funzione d’utilità unita al dilettevole, di quella scatola magica chiamata televisione.

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Aldo Dalla Vecchia


(Vicenza, 1968) è autore televisivo e giornalista da trentasei anni. Abita a Milano con le sue gatte Carmelina, Assunta, Anicetta, la cagnolina Alma e il gatto Attilio. Vorrebbe passare la vita a scrivere libri e basta, ma non è ancora possibile. In tivù ha firmato decine di programmi, come Target, Verissimo, Il bivio. Ha collaborato tra gli altri con Corriere della Sera, Epoca, A e Mistero, di cui è il coordinatore editoriale da otto anni. Attualmente scrive per il settimanale Oggi. Da qualche anno tiene un corso sulla scrittura televisiva al Master Fare TV dell’Università Cattolica di Milano. È autore di ventitré libri.

A cura di Roberta Canu

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