La torre nera




LA TORRE NERA

di Louis Bayard


DETTAGLI:

Traduttore: Tiziana Lo Porto

Editore: La nave di Teseo

Genere: Giallo storico

Pagine: 448

Anno edizione: 2024

Sinossi. Parigi, 1818. Hector Carpentier è uno studente di medicina piuttosto indolente, vive con la madre vedova nella loro casa signorile – che però ha visto giorni migliori – nel Quartiere Latino di Parigi. La sua vita scorre tranquilla e ripetitiva nella Francia della Restaurazione che, come lui, sembra preferire la quiete e la monotonia del presente agli sconvolgimenti del recente passato. Ma quando il famosissimo Vidocq, terrore della malavita parigina, ex criminale, ora investigatore, fondatore e capo di una nuova forza di polizia che agisce perlopiù in incognito, maestro di travestimenti e di astuzia, bussa alla sua porta, il povero Hector non può far altro che seguirlo. Il suo nome, infatti, è stato trovato nella tasca di un uomo ucciso, e Vidocq vuole capire perché. Nessuno dei due si aspetta, però, che quella cominciata come un’indagine di routine li porterà a confrontarsi con uno dei misteri più grandi della storia francese: la presunta morte di Louis Charles di Borbone, legittimo erede al trono di Francia, figlio di Maria Antonietta e del re Luigi XVI, rinchiuso nella famigerata prigione della torre nera dal governo rivoluzionario. O, almeno, questa è stata a lungo la versione ufficiale, ma sono in molti, nella Francia di Luigi XVIII, a sperare nel ritorno del giovane, e altrettanti a temerlo.


La torre nera

A cura di Marina Toniolo


 Recensione di Marina Toniolo

Quando ero una giovane studentessa uno dei capisaldi delle lezioni di diritto è stata la Rivoluzione Francese. La professoressa è stata così incisiva nelle spiegazioni che tutt’oggi, a trent’anni di distanza, ancora mi ricordo quasi tutto.
Ma le lezioni, che sfociavano poi in una lettura economica degli eventi, non mi hanno permesso di approfondire le storie umane che componevano il quadro storico; una lacuna che, nel corso del tempo, ho sommariamente approfondito.

La vicenda del delfino di Francia, Louis Charles di Borbone, assomiglia spaventosamente a quella dei fratelli Edoardo e Riccardo d’Inghilterra, rinchiusi nella torre di Londra per volere dello zio e da allora scomparsi.

A volte la Storia è molto crudele soprattutto nei confronti dei figli di regnanti che vengono deposti o che, semplicemente, sono indesiderati. Mentre la sorella maggiore di Charles viene liberata – poiché donna e quindi non può rivendicare il trono di Francia – il ragazzo di soli dieci anni viene isolato dagli affetti, costretto in una stanza senza luce né aria e affidato per la ‘rieducazione’ a un ciabattino.
Di Charles alla fine si perdono le tracce anche se la sua morte è documentata. Ricordiamo però che a quel tempo può essere molto semplice far sparire una persona, dopotutto le sue ossa, gettate in una fossa comune, mai vengono ritrovate.

Da questa vicenda storica Louis Bayard intesse un romanzo a mio giudizio spettacolare. Reduce dal successo del suo primo libro dove dominano figure e vicende cupe, offre ora al pubblico una storia luminosa di incontro tra i diversi ceti sociali ancora esistenti nei primi anni della Restaurazione francese, quando al trono torna un Borbone dopo l’avvento di Napoleone Bonaparte.
I personaggi rimangono nel cuore del lettore perché veri, aderenti al contesto storico e molto, molto umani. Il ventiseienne Hector Carpentier vive con la madre nel Quartiere Latino; il padre è morto da un anno e mezzo e, per poter sbarcare il lunario, affittano le camere della casa a studenti universitari e a un amico di famiglia.
Hector non ha ancora ben chiaro il suo ruolo nel mondo e nella società parigina, è un giovane che cerca di impegnarsi e suo padre, figura misteriosa, gli manca molto. L’incontro con Vidocq, a capo di un neonato corpo della polizia composto da ladri, disertori e mascalzoni, cambia le carte in tavola poiché a soli tre isolati dalla Maison Carpentier è morto un uomo, Monsieur Leblanc, che, guarda caso, in tasca ha un foglio con il nome e l’indirizzo del ragazzo. Hector non può fare altro che seguire questa forza della natura che è Vidocq: un ex carcerato e delinquente che conosce meglio di tutti l’arte del travestimento e la psicologia criminale.

Seguendo gli indizi e varie suggestioni incontrano nobili decaduti, regnanti e giardinieri dai tratti molto particolari.

‘La torre nera’ è un’opera possente, quasi lirica. Scritto e tradotto magistralmente non lascia alcuno scampo al lettore che si addentra nelle vicende e nei vicoli di Parigi. Ne assapora la luce, i boulevard, le case, i monumenti e i bassifondi. Osserva da vicino i cittadini che sono il cuore pulsante della Francia. Parteggia per i protagonisti, per l’umanità che dimostrano.
Stilisticamente perfetto, il romanzo è un tripudio di aggettivi accostati in modo bizzarro eppure perfettamente calati nelle frasi; vengono assaporati come un ottimo cibo per la mente e per il cuore. Un umorismo costante spiazza spesso e fa apprezzare ancora di più l’intenso rapporto che si instaura con la storia.

Non riuscendo a trovarlo nel suo alloggio, ho fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi parigino. Sono andata direttamente all’obitorio”.

Questi primi giorni della Restaurazione sono destinati ad essere un grande oblio. Dovremmo dimenticare che un mondo è stato rovesciato, che un re e una regina sono consegnati al Vendicatore, che Place de la Révolution è diventata rosso sangue, che il ricco e il vescovo hanno tremato davanti all’artigiano e al contadino. Dovremmo dimenticare che, dalle ceneri di questa conflagrazione, è emerso un parvenu che ha invaso mezzo continente, ha fatto tremare i monarchi davanti al suo nome ed è costato alla Francia quasi un milione dei suoi uomini. Dovremmo dimenticare tutto ciò che è accaduto tra il 1789 e il 1815, tra la Bastiglia e Waterloo. Senza rancore. Che la Restaurazione abbia inizio”.

E c’è un uomo in particolare di cui Hector e Vidocq non si scordano. Il principe Charles è realmente morto nella torre o, tra i tanti presunti delfini che si affacciano all’orizzonte, ve n’è uno particolare che il defunto Leblanc ha individuato?
Tra storia e fantasia io spero nel lieto fine e che quel bambino di dieci anni, ammalato, solo e impotente abbia avuto una seconda possibilità.

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Louis Bayard


Louis Bayard, 1963 Albuquerque New Mexico, è un autore statunitense. Ha scritto articoli e contributi su “The New York Times”, “The Washington Post”, “Salon” e “The Paris Review”. Nel 2023 La nave di Teseo pubblica in Italia ‘I delitti di West Point’, finalista al premio Ellis Peters 2006 per il miglior romanzo storico e selezionato al premio Edgar Allan Poe – Best Mystery Novel 2007. Nel 2024 esce ‘La torre nera’.

A cura di Marina Toniolo

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