La vasca del Führer




Recensione di Sara Pisaneschi


Autore: Serena Dandini

Editore: Einaudi

Collana. Einaudi. Stile libero big

Genere: Narrativa

Pagine: 248

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. «È possibile per una donna rimanere “un genio libero” e “uno spirito dell’aria” senza pagare nessuna conseguenza?». Un’istantanea in bianco e nero coglie una donna dalla bellezza struggente immersa in una vasca da bagno del tutto ordinaria. Guardando bene, però, in basso ci sono degli anfibi sporchi di fango, e in un angolo, sulla sinistra, un piccolo quadro. Il viso nella cornice è quello di Adolf Hitler, il fango è quello di Dachau; lei, la donna, è Lee Miller: ha da poco scattato le prime immagini del campo di concentramento liberato, e ora si sta lavando nella vasca del Führer. Prendendo spunto da una fotografia che ha scoperto per caso, Serena Dandini si mette sulle tracce di Lee Miller Penrose, una delle personalità più straordinarie del Novecento. La cerca nei suoi luoghi, «dialoga» con lei, ripercorre la sua esistenza formidabile – che ha anticipato ogni conquista femminile – in un avvincente romanzo, una storia vera, tra i fasti e le tragedie del secolo scorso

Recensione

Per qualche ragione, vorrei essere sempre da un’altra parte. È solo la mia inquietudine, il fuoco che ho sotto il culo”. LEE MILLER New York, 1932-34

Non avevo mai letto nulla di Serena Dandini. Nonostante le serate passate con mio padre a guardare i suoi programmi pensando a che persona bella e intelligente fosse, non mi ero mai avvicinata alla sua scrittura.

E non so ben dire cosa mi aspettassi da questo libro, ma di certo non quello che ho trovato.

Ho trovato Lee Miller, una donna straordinaria. Tutto parte da una foto che ritrae la stessa Miller dentro una vasca da bagno intenta a lavare via di dosso tutto l’orrore che ha visto, sentito e annusato nei campi di sterminio tedeschi appena liberati.

Montagne di cadaveri in attesa di essere bruciati, scheletri che camminano senza saper più dove andare, carnefici in lacrime in attesa di pietà. Sono sue le foto che documentano uno dei più gravi genocidi della nostra storia. E quella non è una vasca qualsiasi. È la vasca del Führer.

È la stessa dove anche lui stesso si era spesso lavato. Un accostamento decisamente forte, quasi scioccante. Di certo lo è stato per quei tempi. Da questo l’autrice prende spunto per intraprendere un viaggio alla ricerca di Lee Miller, una delle donne più significative, emblematiche, ribelli, anticonformiste e straordinarie del nostro ‘900. Sì, è già due volte che la definisco straordinaria, ma lo è stata davvero, senza forse rendersene nemmeno conto. Lei è una che ha fatto la differenza, e lo ha fatto anticipando di molto i tempi.

Mai sazia, mai appagata per quello che aveva o otteneva è sempre stata capace di reinventarsi. Ha vissuto innumerevoli vite, tutte con lo stesso entusiasmo e voglia di lottare, di uscire da quella campana di vetro che hasempre rischiato di soffocarla.

La sua quasi ultraterrena bellezza è stata una delle sue più grandi gabbie. Avrebbe potuto essere quello: la donna più bella, famosa e fotografata del mondo. Ma non è stato quello il suo destino. Lo ha capito non appena è passata dall’altra parte della macchina fotografica. Immensi e strazianti amori che mai sono riusciti a trattenerla fino in fondo, immagini e punti di vista nuovi e mai esplorati, una vita fatta di passioni e di grandi ideali.

Chi non avrebbe voluto vivere quegli anni di esperimenti e rivoluzioni?

Chi non vorrebbe aver appeso in casa un proprio ritratto fatto da Picasso in persona?

E mi sono persa nel suo mondo, nella ricerca della sue opere e quelle dei suoi inestimabili amici. Man Ray, Robert Capa, Roland Penrose, David Scherman, solo per citarne alcuni. Ho guardato e riguardato “Guernica” con occhi molto più attenti e maturi.

È stato un viaggio nel viaggio, nel viaggio. Forse la presenza della Dandini, in alcuni punti, è stata un po’ troppo entrante, ma scoprire una personalità come quella di Lee Miller lascia di certo una grande, immensa ricchezza. Avrei voluto forse di più. Avrei voluto sentire come lei, vedere con i suoi occhi, toccare con le sue mani… questo avrebbe fatto la differenza tra un buon romanzo e uno eccezionale, per me.

Dopo le foto dei campi di sterminio Lee non è stata più la stessa e tutto quello che abbiamo di lei è venuto fuori quasi esclusivamente dopo la sua morte, da un figlio che non era riuscita ad amare e che ha scoperto sua madre troppo tardi, come noi.

Il fisico guarisce, l’anima sotterra il dolore in un luogo inaccessibile. E la vita è costretta ad andare avanti”.

“Il destino continua a succedere” ANITA LOOS New York, 1927

 

Serena Dandini


è autrice, conduttrice televisiva e scrittrice. Tra i suoi libri, tutti best seller, Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini (Rizzoli 2011), Ferite a morte (con Maura Minuti, Rizzoli 2013), Avremo sempre Parigi. Passeggiate sentimentali in disordine alfabetico (Rizzoli 2016), Il catalogo delle donne calorose (Mondadori 2018)

 

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