La vendetta





Autore: Kōtarō Isaka

Editore: Einaudi

Collana: Stile libero big

Traduzione: Bruno Forzan

Genere: narrativa thriller

Pagine:  352

Anno di pubblicazione: 2022

 
 

Sinossi. Il Cicala ammazza chiunque, soprattutto gli innocenti. La Balena persuade le vittime a suicidarsi. Lo Spingitore agisce ai semafori o nelle stazioni. A Tokyo sono i migliori in circolazione. A chi verrebbe in mente di sfidarli? Suzuki è un tranquillo insegnante di matematica. Fino al giorno in cui sua moglie non viene travolta e uccisa da un’auto pirata. Sconvolto dal dolore, furioso col destino, Suzuki decide di stanare i responsabili e vendicarsi. Per farlo sceglie il piú catastrofico dei piani possibili: infiltrarsi nella struttura criminale responsabile dell’omicidio – al volante c’era il figlio del boss – e regolare i conti. E questo ingenuo, maldestro dilettante del crimine non immagina nemmeno con chi dovrà vedersela. Dall’autore rivelazione de I sette killer dello Shinkansen un thriller indemoniato sullo sfondo di una Tokyo di cui nessuno sospettava l’esistenza.

Recensione i Marina Morassut

Come per il precedente (in lingua italiana)I sette killer dello Shinkansen”, di cui a fine Agosto uscirà in Italia la trasposizione cinematografica con un cast stellare, anche questo nuovo thriller di Kōtarō Isaka gioca sui cambi scena velocissimi di vari killers, oltre a presentarci nuovamente la megalopoli giapponese con scorci e immagini da film, insieme alle vite dei killers stessi e delle persone che frequentano, nella loro stralunata vita.

Questo “La vendetta del Professor Suzuki” ci presenta nuovamente una scompaginata eppur ligia a regole predeterminate famiglia di killers sconclusionati, ossessionati, sfortunati, dalla vita eccessiva eppure impeccabili nello svolgimento del proprio lavoro”, quasi lirici, alcuni, nel portare avanti le loro occupazioni.                              

Si legge come un romanzo a sé stante questo “La vendetta”, ma quanto piacere aggiuntivo dà ai lettori chehanno letto il precedente romanzo, rammentare stralci dello stranissimo thriller che si svolge su un treno veloce della linea Shinkansen, dove abbiamo già incontrato qualcuno di questi personaggi.E a ben ricordare, anche il Professore aveva già fatto la sua comparsa

Tema ricorrente nelle opere di questo autore, la vendetta.

Ma a differenza dell’indemoniata velocità di esecuzione che era la cifra del precedente romanzo nonostante i molti killers protagonisti che avrebbero potuto ingombrare la fluidità delle scene, in questa nuova opera rimane l’intreccio febbrile ma proprio per la storia di fondo che verrà svelata poco per volta dalgiovane Professor Suzuki, la velocità del ritmo sembra meno percepibile, a fronte forse anche di altrettante tematiche forti e di introspezione di personaggi che probabilmente non prendono il sopravvento sulla fluidità della storia, ma si equivalgono, creando l’impressione, falsa, di una scena meno indiavolata.

Eppure il romanzo si apre subito con un dialogo tra il Professor Suzuki, mite insegnante di matematica, e Hiyoko, una spregiudicata criminale che gli chiede, come prova per essere ammesso nella Società Signorina, di ammazzare due ragazzi sconosciuti e drogati, adagiati sul sedile posteriore di una lussuosa berlina, sulla quale si trovano tutti e quattro, vicino all’incrocio molto congestionato dell’entrata nord della stazione della metropolitana di Fujisawa Kongch.

Ma cosa ci fa in questa compagine illegale un normale professore che, tra un battibecco e l’altro con la perversa ragazza in tacchi a spillo ed in attesa che uno dei due faccia la mossa decisiva di ammazzamento,si fa sorprendere dal deus ex machina che gli rovinerà la vendetta e che è il vero detonatore di tutte le vicende di questo romanzo, che da qui si dipartono.

Un semplice “incidente”, nel quale un ragazzo attraversa incautamente l’incrocio mentre sta arrivando un pulmino nero, che lo investe brutalmente.Solo che il ragazzo investito non è un uomo qualunque, ma nientemeno che il figlio idiota di Terahara, il boss spietato di una potente organizzazione criminale e che il Professore voleva uccidere.

E un attimo: ma chi è il giovane uomo che si sta allontanando dal luogo dell’incidente, e che era proprio dietro al figlio di Terahara…? Possibile che sia Asagao, lo spingitore…?

E nel frattempo, cosa stanno facendo il Balena, al 25esimo piano di un palazzo, dalla cui finestra riesce a vedere l’incidente, mentre si intrattiene morbosamente con Delitto e Castigo e nel frattempo prepara la scena di un suicidio, l’ennesimo, legato al mondo politico? E ancora il Cicala, che si occupa di famiglie?                                                                                                                                                                            

E il Gruppo chiamato Compagnia Teatrale?, che di artistico ha solo il nome, anche se effettivamente mette in scena “sceneggiate” più paradossali ancora del lavoro dei singoli killers, e i cui attori incroceranno la vita del mite professore.

Una serie di inquietanti e misteriose “consorterie”, quindi, ciascuna specializzata in una particolare area delinquenziale, che ci viene raccontata con farsesca ironia, con dialoghi paradossali eppure anche poetici, intrecciando la moderna e frenetica vita nipponica con la tradizione giapponese fatta anche di yokai, e mettendo sul piatto un contrastante tipo di perversità, che non è solo legato alla normale delinquenza, ma anche all’insita malvagità dell’essere umano. E il lettore, insieme al Professor Suzuki, cercherà di capire che cosa sono il rancore, la vendetta – e come poterli gestire sia in caso di successo che in caso di fallimento, non mancando al contempo di calcare la mano in modo ironico sui lati oscuri del Giappone, che viene invece universalmente considerato il Paese della Bellezza, Grazia e Gentilezza.

Come per il precedente romanzo edito in Italia, anche qui ciascun capitolo vede protagonista un determinato attore, nel così detto “pow”, point of view, che quindi ci dipinge per bocca dell’autore un mondo particolare, uno scorcio di vita, di città e di personaggi unici.

Curioso inoltre che per i lettori italiani, questo sia il secondo romanzo, mentre cronologicamente in patria questo in realtà è il primo romanzo, edito addirittura nel 2004. Chissà che a rileggere in sequenza corretta i due romanzi, non si scoprano nuove ed interessanti relazioni, soprattutto in merito ai personaggi – e al colloquio avvenuto sul Bullet Train tra il giovane Professore e Lemon…

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Kōtarō Isaka


Kōtarō Isaka è uno dei piú celebri scrittori giapponesi di crime e non solo. Nato nel 1971 a Matsudo, ha studiato legge all’Università del Tōhoku e in seguito ha lavorato come sistemista prima di dedicarsi alla scrittura su invito dell’amico cantante Kazuyoshi Saito. Principalmente noto come autore di gialli e thriller spesso trasposti in pellicole cinematografiche, nelle sue opere avviene una commistione pulp di autori eterologhi quali Quentin Tarantino e Agatha Christie. Autore anche di manga (Il principe delle tenebre) , nel corso della sua straordinaria carriera ha vinto tra gli altri lo Shincho Mystery Club Prize, il Mystery Writers of Japan Award, il Japan Booksellers’ Award e lo Yamamoto Shugoro Prize. Per Einaudi ha pubblicato I sette killer dello Shinkansen (2021)

A cura di Marina Morassut

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