La verità sbagliata




Recensione di Katia Fortunato


Autore: Brian Freeman

Editore: Piemme

Traduzione: E. Cantoni

Genere: Thriller

Pagine: 382

Anno di Pubblicazione: 2019

Sinossi. Quattro anni dopo che il serial killer Rudy Cutter è stato condannato all’ergastolo, l’ispettore della Omicidi di San Francisco Frost Easton scopre qualcosa che avrebbe preferito non venire mai a sapere: la prova fondamentale della colpevolezza di Cutter – un orologio trovato in casa sua, che segnava l’orario delle 3.42, come per tutti i suoi omicidi – era in realtà una falsa prova. Seminata proprio dalla donna che allora era a capo delle indagini, nonché la persona più vicina, in ogni senso, a Frost. Il killer è così scarcerato. Ma Frost non ha dubbi che sia comunque il vero colpevole, colpevole anche dell’omicidio che ha sconvolto la sua vita. Quello di sua sorella. Per il detective Easton, dunque, la caccia è più che mai aperta. Tanto più che Cutter adesso è determinato a cercare vendetta: vendetta contro chi lo ha fatto marcire in galera per quattro anni, come sa bene Eden Shay, una giornalista che ha scritto un libro su Cutter e la sua vicenda, e che lo conosce meglio di chiunque altro. E proprio perché lo conosce, Eden è terrorizzata, e sa che Cutter colpirà, e lo farà in modo brutale. Insieme a lei, in un’indiavolata corsa contro il tempo, a Frost Easton non resta che cercare di fermarlo. Ad ogni costo.

Recensione

Quando ho letto “La donna che cancellava i ricordi” ho pensato che Frost avrebbe potuto prendere un posticino nel mio cuore accanto a Jonathan; ora che ho letto “La verità sbagliata”, wow, Frost amore mio!!!

Il libro è bellissimo, ma c’è da dire che io ho una venerazione per Freeman e forse non sono molto oggettiva.
In questo libro Freeman approfondisce la morte di Katie di cui ci ha parlato, en passant, nel libro precedente mettendo in scena le emozioni umane spingendole al limite, usando persone comuni che possiamo amare e in cui possiamo immedesimarci.

Quanto è giusto fare la cosa sbagliata per far sì che giustizia sia?

Il fine giustifica il mezzo?

Devo dire che durante la lettura del libro mi sono ritrovata spesso a pensare: Frost, ma chi te l’ha fatto fare?

Probabilmente, avrei agito diversamente, ma chi può dirlo? Fare i conti con la propria coscienza non è mai facile e tutto sommato, la scelta di Frost è più che comprensibile.

Un libro che mi ha toccato, devo essere sincera, tanto e quando un libro ti tocca così, non puoi non amarlo. Molte volte sento fare paragoni assurdi su libri che segnano, insegnano, toccano, e non sono mai thriller.

Perché?

Un thriller non racconta solo una storia di omicidi, non è solo sparatorie, rincorse, ultimatum; è decisamente qualcosa di più e Freeman ha questa capacità fantastica di darti da pensare, ti fa entrare dentro la storia ed è come se mettesse te al posto del protagonista, perché non puoi, non riesci a non immedesimarti in lui.

Brian Freeman


Brian Freeman, nato a Chicago nel 1963, è un autore amatissimo anche in Italia, dove ha avuto Giorgio Faletti fra i suoi principali ammiratori. È uno dei maggiori autori americani di thriller, in Italia ha pubblicato Immoral (Piemme, 2006), che ha vinto il Macavity Award come miglior opera prima, Il veleno del sangue (Piemme, 2013), vincitore degli International Thriller Awards, La ragazza di pietra (2014), Ai morti non dire addio (2016) e La donna che cancellava i ricordi (Piemme, 2017), che inaugura una nuova serie, con un nuovo protagonista, il tormentato detective Easton. Ha scritto anche: Il giorno più buio (Piemme, 2018) e La verità sbagliata (Piemme, 2019).

 

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