La versione di Fenoglio




Recensione di Costantino Giordano


Autore: Gianrico Carofiglio

Editore: Einaudi

Genere: Poliziesco

Pagine: 170

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Pietro Fenoglio, un vecchio carabiniere che ha visto di tutto, e Giulio, un ventenne intelligentissimo, sensibile, disorientato, diventano amici nella più inattesa delle situazioni. I loro incontri si dipanano fra confidenze personali e il racconto di una formidabile esperienza investigativa, che a poco a poco si trasforma in riflessione sul metodo della conoscenza, sui concetti sfuggenti di verità e menzogna, sull’idea stessa del potere. “La versione di Fenoglio” è un manuale sull’arte dell’indagine nascosto in un romanzo avvincente, popolato da personaggi di straordinaria autenticità: voci da una penombra in cui si mescolano buoni e cattivi, miserabili e giusti.

Recensione

Un meraviglioso tuffo nella realtà!

È questo il miglior modo di descrivere il Libro di Gianrico Carofiglio “La Versione di Fenoglio”. Un libro genuino che tratta diversi temi: l’amicizia, l’amore e la realtà della vita quotidiana, fatta di alti e bassi, di intuizione e di fortuna.

È proprio questo aspetto a sorprendere di più il lettore, l’autore sembra voler sdoganare i dogmi del classico romanzo poliziesco dove, generalmente, abbiamo un protagonista che grazie al suo ingegno e alla sua perspicacia riesce a risolvere enigmi e casi di omicidio all’apparenza irrisolvibili.

Invece, il Maresciallo Fenoglio, attraverso i suoi racconti cerca di spiegare come un caso venga risolto, spesso, attraverso una logica di indagine ben definita dove, step by step, si riesce a ricostruire l’accaduto nella sua interezza e si riesce a far chiarezza sul movente dell’omicidio e su chi concentrarsi durante le indagini.

Come dice lo stesso protagonista Fenoglio nel libro: “Una parte del lavoro investigativo, una parte di cui pochi sono consapevoli, ha molto a che fare con le parole. Per certi aspetti assomiglia a quello dello scrittore di romanzi, o dello stoico…

Il primo compito dell’investigatore è quello di ricostruire quanto si è verificato… Immaginare come potrebbero essere andati i fatti significa costruire una storia che contenga una spiegazione plausibile di tutti gli indizi” attraverso queste parole è chiaro il riferimento dell’autore ad una logicità di azioni che un buon investigatore dovrebbe compiere durante un caso, andando ad eliminare completamente l’idea che, per poter risolvere un caso di omicidio, bisogna essere degli esseri speciali, unici.

Qui si parla di realtà e nella realtà non esiste il supereroe, esiste la persona normale che cerca di fare al meglio il proprio lavoro applicando dei principi appresi durante l’apprendistato, concernenti un modus operandi ben definito.

Il Libro, è un vero e proprio manuale della buona indagine, di come dovrebbe essere eseguita e di come, purtroppo, troppo spesso, non avviene.

Il Romanzo di Carofiglio però, non affronta solo il tema della “buona indagine” anzi, quello è il filo conduttore che unisce una storia che racconta anche di un’amicizia che può nascere tra due persone generazionalmente lontane ma empaticamente molto vicine; il disagio interiore del giovane ventenne Giulio, che non riesce ad inquadrarsi nella società di oggi e non riesce ad immaginarsi in un futuro prossimo, è riconosciuto e metabolizzato dal quasi sessantenne Pietro; poiché, anch’esso, alla sua età ha vissuto la stessa irrequietezza, quasi a volerci ricordare che, tutti, inevitabilmente, hanno dovuto fare i conti con la realtà e con la società che non sempre aiuta il giovane a credere in un domani migliore, anzi, spesso, lo induce a pensare il contrario.

L’amicizia che si crea tra i due protagonisti è forte e quasi sicuramente Giulio vede in Pietro il padre che non è mai riuscito ad apprezzare; Pietro lo ascolta, lo consiglia, lo sprona a credere nei suoi sogni e probabilmente, non avendo mai ricevuto dal vero padre queste attenzioni, Giulio si sente protetto da Pietro e riesce a calmare anche le inquietudini che lo tormentano.

Spesso, basterebbe essere ascoltati, per poter calmare le inquietudini quotidiane ma, purtroppo, in una società frenetica, come quella di oggi, non si ha più il tempo di potersi fermare ad ascoltare o farsi ascoltare.

Il tema dell’amore invece viene trattato da un altro punto di vista, un punto di vista nuovo; non più l’amore adolescenziale bensì, l’amore adulto.

Fenoglio, a quasi sessant’anni e con un matrimonio fallito alle spalle, sembra aver perso l’incanto dell’amore e invece, basta uno sguardo, un sorriso per ricreare quella sensazione di instabilità interiore e di paura, tipica degli adolescenti ma che, in età adulta, diventa ancora più forte e amplificata.

Nel protagonista la paura più grande è quella del tempo, pensa che ormai sia troppo tardi, che non sia più tempo di amare, che sia una cosa ridicola innamorarsi alla sua età e invece, come sempre, l’amore distrugge e ricompone senza che possiamo rendercene conto.

Alla fine del libro, si è consapevoli di aver fatto un vero e proprio viaggio nei sentimenti e nella memoria del protagonista che ha voluto renderci partecipi della sua storia, della sua vita e del suo essere; dopotutto, come dice lo stesso Fenoglio:

Le storie non esistono, se non vengono raccontate”.

 

Gianrico Carofiglio


Gianrico Carofiglio: Magistrato dal 1986, ha lavorato come pretore a Prato, Pubblico Ministero a Foggia e come Sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia di Bari. È stato eletto senatore per il Partito Democratico nel 2008.

Il suo primo romanzo è del 2002, Testimone inconsapevole, edito da Sellerio. Con quest’opera Carofiglio ha inaugurato il legal thriller italiano. Il romanzo, che introduce il personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri, ottiene vari riconoscimenti riservati alle opere prime, tra cui il Premio del Giovedì“Marisa Rusconi”, il premio Rhegium Iulii, il premio Città di Cuneo e il Premio Città di Chiavari.

Sempre con protagonista Guerrieri, da Sellerio seguono nel 2003 Ad occhi chiusi (premio Lido di Camaiore, premio delle Biblioteche di Roma e “miglior noir internazionale dell’anno” 2007 in Germania secondo una giuria di librai e giornalisti) e nel 2006 Ragionevoli dubbi, premio Fregene e premio Viadana nel 2007, premio Tropea nel 2008. Nel 2004 Rizzoli pubblica il romanzo Il passato è una terra straniera, premio Bancarella 2005, da cui è tratto l’omonimo film prodotto da Fandango nel 2008.

Nel 2007 Carofiglio pubblica per Rizzoli con il fratello Francesco la graphic novel Cacciatori nelle tenebre, premio Martoglio. Nello stesso anno escono da Sellerio il saggio L’arte del dubbio e da Emonsla versione in audiolibro di Testimone inconsapevole, con la voce dello stesso autore.

Nel 2008 gli viene conferito il Bremen Prize dalla radiotelevisione della città stato di Brema e il premio Grinzane Cavour Noir. Laterza pubblica Né qui né altrove ed Emons propone l’audiolibro di Ad occhi chiusi, sempre con la lettura dell’autore. Nel 2009 Nottetempo pubblica il dialogo Il paradosso del poliziotto.

Nel gennaio 2010 torna l’avvocato Guido Guerrieri nel nuovo romanzo Le perfezioni provvisorie, l’editore è Sellerio, seguito poi dalla lettura di Carofiglio nella versione audiolibro di Emons.

A maggio 2010 Rizzoli pubblica Non esiste saggezza, una raccolta di racconti con l’inedito Il maestro di bastone. Del 2010 anche un saggio intitolato La manomissione delle Parole, edito da Rizzoli. Del 2011 è Il silenzio dell’onda (Rizzoli). Nel 2013 è autore assieme a Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo di un volume di racconti intitolato Cocaina, pubblicato da Einaudi. Per Rizzoli invece esce Il bordo vertiginoso delle cose, e nel 2014 La casa nel bosco (scritto con il fratello Francesco). È ancora con Einaudi che pubblica nel 2014 il poliziesco Una mutevole verità e la nuova indagine di Guido Guerrieri La regola dell’equilibrio; sempre con Einaudi escono nel 2016 Passeggeri notturni e L’estate fredda; nel 2017 esce Alle tre del mattino.

Premio Speciale alla carriera della XXVII edizione del premio letterario Castelfiorentino di Poesia e Narrativa 2016.

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