La violoncellista




Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Daniel Silva

Editore: Harper Collins

Traduzione: Seba Pezzani

Serie: Gabriel Allon #21

Genere: Thriller

Pagine: 512p., R

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. La sorte di Viktor Orloff è segnata da tempo immemore. Una volta era l’uomo più ricco dell’Unione Sovietica, ora vive in esilio a Londra, da dove ha lanciato una crociata contro i cleptocrati che hanno preso il controllo del Cremlino. La sua dimora è protetta da guardie del corpo armate fino ai denti, eppure in una piovosa sera d’estate, nel bel mezzo di una pandemia globale, il presidente russo riesce infine a depennare il suo nome dalla lista delle persone di cui vuole sbarazzarsi. Davanti alla vittima ci sono il ricevitore del telefono, un bicchiere di vino rosso pieno a metà, e una pila di documenti contaminati da un letale agente nervino. Secondo la polizia a consegnargli quelle carte è stata una sua collaboratrice, una giornalista investigativa della Moskovskaya Gazeta, notoriamente ostile al governo. E quando la donna, poche ore dopo il delitto, sparisce senza lasciare tracce, il MI6 conclude che si trattava di un sicario al soldo dei russi. Ma Gabriel Allon, che a Victor Orlov deve la vita, è convinto che i suoi colleghi dell’intelligence britannica si sbaglino. La ricerca della verità lo porterà da Londra ad Amsterdam e infine a Ginevra, dove un servizio segreto privato conosciuto come Haydn Group sta pianificando un attentato che precipiterà gli Stati Uniti e l’intero Occidente nel caos, lasciando campo libero alla Russia. Ed è un attentato che solo Gabriel Allon, con l’aiuto di una misteriosa violoncellista che lavora per la banca più corrotta del mondo, può sventare.

Fare la spia è sempre stato il suo sogno?

Non ho scelto io questa vita… È stata scelta per me…”

Recensione

Ritorna Daniela Silva in grande stile, e si inchina al suo pubblico Gabriel Allon, con il suo carisma, la sua intelligenza, il suo miglior poker face di sempre e con il suo carico di ombre e rimpianti che lo accompagnano ormai da più di quarant’anni, perché se è vero che nel tempo si è ricostruito una vita al di fuori della sua “carriera” alternativa, ciò che è stato non si è mai sopito, non è stato possibile cancellarlo.

Compresa la sete di vendetta, che è sempre rimasta fra le ceneri, placata, nascosta, ma pronta a riardere in modo vivo e totalmente distruttivo.

Le operazioni di intelligence, come la vita, erano invariabilmente zeppe di rimpianti.”

Il suo lavoro gli ha polverizzato la sua prima famiglia e, sempre dal lavoro, fortunatamente altro di buono, nel tempo ha ritrovato ma, ciò che è stato è indimenticabile e tale, rimarrà per sempre.

 La mia autorità termina sulla soglia di casa mia.” Uno degli uomini più potenti e più ricercati del mondo, nel bene e nel male, sul fronte professionale, che però memore dei suoi errori passati, smessi gli abiti di direttore del Mossad prima di entrare in casa, diventa un padre amorevole e un marito affettuoso.

Sei sempre stato bravo ad aggiustare le persone, Gabriel.”

 Un uomo che è sempre riuscito in ciò che decideva di fare, il miglior organizzatore e, soprattutto, il miglior esecutore delle sue missioni e adesso, si ritroverà, ancora una volta, a organizzare uno dei piani più mirabolanti di sempre, nel tentativo di vendicare la recente perdita, l’attentato che gli ha cambiato la vita a suo tempo e, molto probabilmente, con l’intento di salvare la democrazia in uno dei paesi occidentali più influenti del mondo, che mai come ora rischierà di toccare il fondo.

Non sanno cosa succede quando una nazione è lacerata al suo interno? Non si rendono conto di quanto siano fortunati a vivere in una democrazia?

Non credono più nella democrazia.”

 Una stangata di dimensioni imponenti, per stanare l’antidemocratico più influente e soprattutto, più pericoloso del mondo.

“… ci si poteva preparare, ci si poteva sforzare, si potevano fare delle scelte, ma alla fine la vita restava un complesso gioco di provvidenza e probabilità.”

 Con un’abilità nello scrivere, che ormai non stupisce più se non perché, a ogni romanzo rimango sempre più avvinta da quanto ho letto e da ciò che proseguo a leggere con autentica ingordigia, Silva ci propone un nuovo romanzo attualissimo sul fronte politico e su quello pandemico ma, come sempre, lo fa a modo suo, con la sua scrittura musicale, con quel suo stile irriverente che però, si fa serio ed emotivamente impattante davanti a vittime e ricordi vivi che toccano il suo personaggio.

Un modo di raccontare che diventa irrinunciabile in lettura, che fa sorridere, emozionare e che, cosa non da poco, fornisce spunti di riflessione maledettamente importanti sul mondo complicato in cui stiamo vivendo.

Una corsa sfrenata, che lascerà il lettore tramortito per l’imprevedibilità degli eventi, che si susseguiranno fino alle pagine finali, lasciando dietro di sé una profonda sensazione di ineluttabilità, un forte sgomento, moltissima paura e una considerevole mole di domande legate al domani, quello più prossimo e quello un po’ più lontano.

Convinzioni apparenti, dubbie certezze e la voglia di ricominciare, in un modo o nell’altro.

Un altro romanzo, un altro successo.

Ho promesso a mia moglie che nei miei ultimi anni sulla terra l’avrei resa felice

E che mi dici della tua felicità?… Li piangi tutt’ora?

Ogni minuto, ogni giorno…

Non andrai da nessuna parte. Ti ho addestrato a mentire meglio di così, figlio mio…

Ricordi quel giorno di settembre in cui venni a cercarti?

Come fosse ieri.

Vorrei che potessimo rifare tutto dal principio…”

E ora? Chi lo sa, io rimarrò qui in attesa come molti di voi, sperando di avere presto sue notizie.

A presto Gabriel! להתראות בקרוב גבריאל!

Buona lettura.

Daniel Silva


è nato nel Michigan. Si è laureato alla Fresno State University e iniziò anche un corso di specializzazione in relazioni internazionali alla San Francisco State University, lasciandolo però incompleto quando gli offrirono un posto di giornalista. Di famiglia cattolica si è convertito all’ebraismo in età adulta. Silva ha iniziato la sua carriera di scrittore come giornalista in un impiego temporaneo presso la United Press International nel 1984.

 

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