La voce del buio




Sinossi. Un mistero impossibile, macchiato dall’ombra di presenze oscure. Un meccanismo narrativo perfetto. Un nuovo grande protagonista del giallo italiano. 
Da dodici anni alcuni anziani scompaiono di notte, senza lasciare traccia, tutti nello stesso modo: escono da Villa Imperiale, la sfarzosa casa di riposo sul Passo della Mendola dove sono ospiti, abbandonano i propri indumenti ai margini del bosco e si inoltrano nel buio richiamati da una voce… o almeno così riferiscono alle autorità gli amici e i parenti dei dispersi. Ogni due anni puntualmente la storia si ripete, senza che gli inquirenti riescano a venirne a capo. 
Mentre in paese si mormora che lassù c’è qualcosa di sovrannaturale per il susseguirsi di eventi inspiegabili, a far luce sul caso viene chiamato il professor Piero Montecchi. Fascinoso, ironico, innamorato della scienza e di una moglie perduta, Montecchi è docente di Neuroscienze forensi all’Università di Verona e membro del CICAP, l’ente che controlla le affermazioni sul paranormale. Tra foreste silenziose, presenze inquietanti e un antico fatto di sangue che ha sconvolto per sempre il villaggio, lo scettico professore dovrà sciogliere i nodi di una vicenda che sembra trascendere i limiti della razionalità. Perché nessuno meglio di lui sa che l’enigma più contorto non è l’occulto, bensì la mente umana.

LA VOCE DEL BUIO

di Gigi Paoli

Giunti 2023

Thriller Psicologico, pag.330

 Recensione di Roberto Forconi

Recensire un libro può esser fuorviante, perché a volte si ha l’impressione che la recensione sia davvero ostentare, o l’abilità di chi scrive la suddetta o il valore dello scrittore.

Ecco perché vorrei più raccontarvelo questo libro che esce a sorpresa dalle mani e dalla mente di uno scrittore che amo particolarmente e che sa dare vita a personaggi davvero di spessore. Gigi Paoli, l’eroe in questione si appresta a lasciare Itaca per raggiungere mete più ardite, lontani, quasi esotiche se pensiamo che l’oscurità e il cemento della “Gotham City” di Marchi è lontana anni luce dai nebbiosi ed eterei paesaggi boschivi del nuovo Piero Montecchi, professore ordinario della facoltà di Neuropsicologia forense dell’Università di Verona e direttore del Master in Psicopatologia e Neuropsicologia Forense e capo della Scuola di Neuropsicologia dello stesso Ateneo.

“Un cazzo de ggenio” come scrive Paoli, e molto borderline se lo poniamo sul giornalista tutto d’un pezzo Marchi.

Paoli esce fuori dagli schemi e azzarda una nuova storia senza legami con i precedenti libri, donando nuova linfa alla sua penna con tanti misteri e suspense che accompagna letteralmente dalla prima all’ultima pagina del romanzo.

Siamo al limitar dei boschi, al Passo della Mendola, un villaggio rurale radicato con il suo folklore a superstizioni e credenze antiche, quando la sera si accendeva la luce con il caminetto accesso e nascevano leggende e racconti di mostri. Il professor Montecchi viene raggiunto da un avvocato che gli chiede di andare al Passo ed indagare sulla sparizione di alcuni ospiti di una casa di riposo. Un inizio che non lascia scampo al tempo che da padrone detta gli stilemi della narrazione e ci fa immergere in uno scenario in cui l’orrore quotidiano si mescola a fatti al limite del paranormale.

E Montecchi dovrà srotolare la matassa dei misteri e lasciarsi affondare dall’abisso della Mendola per poter rinascere e vedere con gli occhi del buio ciò che è veramente reale e cosa non lo è.

Un libro che si legge tutto d’un fiato e che ricorda ogni tanto la scrittura di Carrisi, filmica, non più prosa su carta; e si colgono influenze e segnali che forse indirettamente Paoli ha inserito senza neanche pensarci, e così vengono fuori rimandi a qui sceneggiati degli anni 70, Ritratto di donna velata, il segno del comando, ma anche la credenza popolana di Avati di Zeder. Ed echi non tanto lontani a La Metà Oscura del sommo Re.

La Voce del Buio non è un semplice thriller, forse più un Noir della Psiche perché il lettore compirà gli stessi passaggi arcaici di Montecchi e vedrà davvero di cosa è fatta la psicologia umana. 

Una storia quindi, perché il mondo va raccontato, e quello di Gigi Paoli è davvero molto vasto.

C’è una voce che chiama, forse la stessa del libro che vi esorta ad andare dal vostro libraio di fiducia e prendere subito una copia.
Ne resterete convinti e felici. 

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Gigi Paoli


(Firenze, 1971) vive e lavora a Firenze come giornalista del quotidiano La Nazione, dove oggi è caposervizio e per 15 anni è stato il responsabile della cronaca giudiziaria. Le prime tre indagini del reporter Carlo Alberto Marchi, tutte uscite per Giunti – Il rumore della pioggia (2016), Il respiro delle anime (2017), La fragilità degli angeli (2018) – sono adesso raccolte in un unico volume di grande successo, I misteri di Firenze (2020). Della stessa serie fanno parte Il giorno del sacrificio (2021) e Diritto di sangue (2022). Nel 2020 l’autore ha ricevuto il prestigioso Premio La Pira per la cultura.