L’ Angelo del Grappa




Recensione di Elvio Mac


Autore: Loris Giuriatti

Editore: Rizzoli

Genere: Narrativa contemporanea

Pagine: 176

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Angelo è un adolescente come tanti: ama la musica e i videogame, ha una passione per la street art e, soprattutto, detesta la scuola. L’estate vorrebbe trascorrerla in città, con gli amici, ma i suoi genitori hanno altri piani: una vacanza sul monte Grappa, in una baita sperduta senza connessione Internet. Lassù il tempo scorre con placida lentezza e incontrare un coetaneo è quasi impossibile; tra le cime sono rimasti solo i caprioli e i veci malgari che collezionano cimeli della Prima guerra mondiale. Angelo si annoia, sbuffa, protesta. Ancora non sa che la montagna segue vie misteriose, e ha scelto proprio lui come custode dei suoi segreti. Così, durante una passeggiata, si imbatte in un diario appartenuto a un soldato nel 1918: si chiamava Antonio, aveva diciannove anni, l’avevano spedito sul Grappa dalla Sardegna profonda. Anche lui era un ragazzo, ma aveva un fucile in spalla e tanta paura nel cuore. Angelo comincia a leggere e sente che una parte di quelle pagine è nascosta lì fuori, tra le trincee, le rocce e il fitto dei boschi. Vuole mettersi sulle tracce di Antonio, ricomporre i tasselli della sua vita Ma da dove cominciare? Grazie alla guida di un giovane ricercatore imparerà ad ascoltare la voce della montagna e scoprirà che la Storia, lontano dai banchi e dalle interrogazioni, può trasformarsi nella più straordinaria delle avventure.

Recensione


L’opinione della gente è che Angelo sia un figlio di papà, svogliato e nullafacente, visto che può godere dei frutti della piccola impresa di famiglia. Forse non è solo un’opinione, visto che è la realtà. A lui quest’aura da ribelle disadattato piace, la sente sua, come se fosse un complimento e non ha certo intenzione di cambiare.

Certo, quando viene a sapere della scelta di suo padre Paolo di trascorrere un mese in montagna, il suo disaccordo verrà esposto con il silenzio e l’apatia, visto che il suo sentirsi escluso da una scelta non può essere manifestato in altro modo. Un mese al Grappa sembra davvero insopportabile, di grappa lui conosceva solo il liquore, un intero mese lontano da Padova e dagli amici, proprio ora che una ragazza che gli interessa, si era accorta di lui.

Angelo è scontroso e taciturno, pensa che la montagna sia un ammasso di sassi, terra, erba e piante, non capisce il rispetto e la riverenza che molte persone danno a quel posto. Padre e figlio sono molto distanti, senza argomenti comuni e soprattutto senza la voglia di trovarne. Sarà la montagna a metterli d’accordo, a trovare un terreno comune che li riavvicinerà.

Le circostanze del ritrovamento del diario che racconta del soldato Antonio, sono abbastanza particolari, tanto che il lettore si pone alcune domande relative alla realtà o al sogno. Questo è un ulteriore elemento che genera curiosità, così come il paragone tra il giovane di allora e quello di oggi, con il concetto di andare in guerra completamente diverso. A quell’epoca era sentito dal diciannovenne proveniente dalla Sardegna come grande orgoglio, come l’ideale di un sentimento nazionale che era molto forte.

Che bella la storia d’Italia spiegata così, la guerra assume un valore umano di partecipazione, perché le persone sono trattate come tali, si parla di loro, della loro vita, di un ragazzo che potrebbe essere chiunque e una volta arrivati alla fine del racconto, si vorrebbe conoscere anche la vita di tutti quelli di cui non si è parlato a sufficienza. Questo libro riesce a insegnare senza l’assillo dello studio, perché il personaggio di Gabriele riesce a trasmettere la sua passione e la sua voglia diconoscenza, stimolando un sentimento di condivisione.

Poco alla volta, Angelo subisce il fascino del luogo, delle persone che vedeva come strambi abitanti di un mondo che non conosceva, respira le notti senza rumori, con un silenzio a cui non è abituato e che non lo fa addormentare. La guerra è vista come un mistero comune, tra lui e il soldato Antoniosi crea un legame, lo immagina calpestare sentieri e trincee che anche Angelo può e vuole visitare. Quella che era partita come la più terribile delle vacanze, pian piano cambia aspetto e forse anche la vita di Angelo.

LAngelo del grappa è una storia ponte, che unisce il presente con il passato, la memoria con il ricordo, muove coscienze e scuote l’animo di chi immaginava ma non sapeva, di chi ha studiato la Grande Guerra come seccatura inevitabile e si ritrova in una storia di amicizia bellissima al di là degli schieramenti.

L’idea di avvicinare i ragazzi alla storia funziona, la leva usata è quella della curiosità e secondo me funziona anche se non sono più un ragazzo. Questo libro era stato auto pubblicato nel 2013 proprio per ridare interesse a un territorio che è ricchissimo di storia e natura. Per tale motivo l’autore, è diventato guida ambientale escursionistica, dando poi vita al progetto “Che storia!” che in collaborazione con la Regione Veneto ha coinvolto diverse scuole portando gli alunni in cima al Grappa.

Rizzoli viene a conoscenza del libro senza che Loris Giuriatti glielo abbia mai inviato, gli piace molto e gli propone di ripubblicarlo quest’anno. Il target dell’età del lettore è quello dell’adolescente, io credo invece che coinvolga qualsiasi fascia d’età perché la memoria va salvaguardata, se ci riguarda diventa un dovere. I chiarimenti nelle ultime pagine sono molto apprezzati, tutto viene spiegato, i dettagli del soldato, i luoghi di sepoltura e molto altro.

Questo libro spiega perché è importante conoscere quello che c’è stato, per evitare di ripetere sempre gli stessi errori, perché la loro storia è la nostra storia. Questo modo di parlare di una Guerra, è un aiuto alle persone per capire cosa è successo, il perché è successo e quali sono state le conseguenze di ciò che è accaduto, portandole a ragionare su quel periodo storico, senza necessariamente schierarsi su un fronte.

A cura di Elvio Mac

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Loris Giuriatti


Loris Giuriatti: vive a Bassano del Grappa, dove lavora come insegnante e responsabile di un centro di formazione professionale. Nel tempo libero si occupa di promuovere il “suo” monte Grappa accompagnando i visitatori in percorsi dedicati alla Grande Guerra visto che è un accompagnatore UNPLI e membro del comitato scientifico dell’Associazione di ricerche storiche “IV Novembre”. Nel tempo libero coltiva la grande passione di divulgare, con i metodi dell’apprendimento emotivo, la storia che un secolo fa caratterizzò tragicamente il  Grappa, il “Monte Sacro alla Patria”.