L’archivio del diavolo




Recensione di Fiorella Carta


Autore: Pupi Avati

Editore: Solferino

Genere: thriller

Pagine: 272

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Quando don Stefano Nascetti viene trasferito alla parrocchia di Lio Piccolo, abbandonando sul nascere una bella carriera nella curia veneziana, la sua non è una scelta: è una fuga dalla vendetta del questore Carlo Saintjust, a cui lo legano un tradimento e un’offesa mai dimenticati. Ma il tranquillo paesino nel Polesine non è il rifugio che si aspettava. È troppo pericoloso e ambiguo il fascino della giovane maestra Silvana ed è troppo orribile la storia che assieme a lei gli accade, letteralmente, di dissotterrare: quella del funzionario ministeriale Furio Momentè, scomparso mentre indagava sull’omicidio commesso da un ragazzino, lasciando dietro di sé una compromettente valigia di documenti. Con il ritrovamento di ben due cadaveri di incerta attribuzione, il sostituto procuratore Malchionda è costretto a riaprire un caso che aveva chiuso con eccessiva fretta. Ma sulle ricerche degli inquirenti, sia a Venezia sia a Roma, si stende l’ombra velenosa di un Male molto più antico e inspiegabile di quello commesso da qualunque omicida. In questo nuovo romanzo gotico, che mescola con sapienza thriller e horror, suggestioni letterarie e superstizione popolare, Pupi Avati ci riporta nei luoghi e nelle atmosfere del Nordest contadino degli anni Cinquanta. Mentre le vite dei personaggi corrono verso il loro destino, la mano di un grande narratore ci trascina in un intreccio senza scampo, in un mondo antico fatto di terra, acqua e mistero, intriso di verità troppo terribili per poter mai essere davvero rivelate.

Recensione

Quando hai davanti un autore del genere che solo autore non è, incombe la soggezione anche nel recensire un suo romanzo. 

Dopo le vicende de Il signor diavolo, ritroviamo vecchie conoscenze, trame ingannevoli e doppiogiochisti tra sacro e profano. 

Don Stefano scappa, probabilmente più da se stesso che dalle vicende torbide che lo vedono coinvolto e sconvolto. 

Ma quanto è furbo il destino lui non lo sa, quanto becere possono essere le persone, squallide e corrosive. 

Torniamo indietro negli anni, ritroviamo uno scorrere fluido della narrazione, è attraente il modo di scrivere dell’autore, ammaliante e ipnotico. 

Il mix di generi che avvolge la storia non turba, disturba invece, perché nascosto nel buio di un omicidio atroce, si nasconde il maligno, che veste di carne, che strofina soddisfatto le mani, imprigiona e libera a suo piacimento. 

Intermezzi di racconti, leggende, vissuti reali che creano una storia da divorare e che divora il tuo tempo.

Arrivano la pioggia e il temporale mentre leggi  e ti senti avvolto perché è il momento giusto, il mood perfetto che aleggia fra le pagine, sussurra fra gli avvenimenti e fra le domande che resteranno sospese mentre tutto il resto muore, ucciso da chi… O da cosa! 

A cura di Fiorella Carta

 

Pupi Avati


regista, sceneggiatore e produttore, è uno dei maestri riconosciuti del cinema italiano. Come autore ha pubblicato l’autobiografia bestseller La grande invenzione (Rizzoli 2013) e due romanzi di successo, Il ragazzo in soffitta (Guanda 2015) e Il Signor Diavolo (Guanda 2018).

 

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