Lazarus




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Lars Kepler

Traduzione: Andrea Berardini

Editore: Longanesi

Genere: thriller

Pagine: 468

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. La polizia di Oslo indaga sull’omicidio di un ladro di cadaveri: nel suo appartamento sono stati ritrovati i resti di corpi a diversi stadi di decomposizione, compreso il cranio della moglie del commissario della polizia criminale svedese Joona Linna. La tomba della donna, morta di cancro qualche anno prima e sepolta in Finlandia, è stata profanata. Le cose si complicano quando a Rostock, in Germania, viene scoperto il cadavere di uno stupratore: nel suo telefono compare il numero di Joona Linna. Due giorni prima di essere ucciso l’uomo ha chiamato il commissario, che ora da Stoccolma giunge sulla scena del crimine per partecipare alle indagini. Il tratto che accomuna entrambe le vittime dall’oscuro passato – il profanatore di Oslo, lo stupratore di Rostock – è la presenza di segni di flagellazione sulla schiena: la firma di Jurek Walter, il peggior serial killer della storia europea. Ma non è possibile, perché Jurek Walter è morto da tempo. Saga Bauer, commissario dei Servizi segreti svedesi e grande amica di Joona, gli ha sparato tre colpi al petto al termine di un lungo inseguimento. Il corpo è finito in mare, ma in seguito la perizia medico-legale ha confermato tutto. Il DNA non mente. E un serial killer non può tornare in vita come Lazzaro. Ma il dubbio si è ormai insinuato nella mente di Joona Linna, mentre cresce vertiginosamente il numero delle vittime marchiate con la stessa, identica firma.

Recensione


Chi già conosce i romanzi di Lars Kepler sa a cosa va incontro quando inizia la lettura di una sua opera: adrenalina, tensione, sentirsi attratto irresistibilmente dalle pagine del libro senza potersene staccare, immergersi in un mondo parallelo dove restare invischiato a lungo, senza annaspare, per non andare a fondo.

Non è un caso se Lars Kepler miete vittime ad ogni sua uscita, tutte con la stessa sindrome: dipendenza dai suoi intrecci geniali, amore e devozione assoluta verso i suoi personaggi, che sono unici, veri, umani, vicini, verso i quali si ha un assoluto coinvolgimento emotivo.

In questo romanzo Joona Linna si sveste un poco dei panni del poliziotto e indossa un abito che lo ha reso ai miei occhi ancora più irresistibile. In “Lazarus” Joona è vittima di una vera e propria ossessione, che torna a devastare il suo già devastato presente. Dai precedenti romanzi della serie, siamo a conoscenza di quale orribile destino abbia dovuto subire e sopportare il nostro beniamino: separarsi dalla sua famiglia, assistere all’avverarsi delle terrificanti profezie di Jurek Walter, veder scorrere la sua vita senza conoscere le sorti della moglie e della figlioletta, per giungere poi ad affrontare la morte della moglie e il ricongiungimento con Lumi, la figlia amatissima, che ormai si è fatta grande. La minaccia che ha distrutto la vita di Joona sembra lontana, ma lui non è tranquillo. Gli eventi suggeriscono che questa sia tornata, risorta inspiegabilmente come Lazzaro dalla sua tomba.

Nessuno crede che Jurek Walter sia tornato, poiché è morto. Joona però sa che il suo peggior nemico, colui che incarna le sue paure irrazionali e recondite,colui che rappresenta il male assoluto, colui che è lo specchio delle sue ossessioni è vivo e lo sta cercando, per annientarlo.

Mi ha colpito moltissimo la rappresentazione della paura di Linna. Una paura senza confini e senza riparo, che niente può attenuare, poiché è perfetta, poiché è assoluta. E come tutte le paure, è irreale. Perché la morte non può restituire la vita. Ma Joona, da vero protagonista, saprà reagire con grande determinazione. Perché l’amore che prova per Lumi è più forte di qualsiasi ostacolo. Perché la purezza di quell’amore, la necessità dolorosa di difenderlo ad ogni costo, è più forte di ogni cosa: della morte, del dolore, della distanza, della solitudine.

Joona sfodererà ogni espediente per annientare Jurek Walter. Tutto è già stato pianificato in tempi non sospetti, con precisione millimetrica. E Joona alla fine vincerà su tutto: sulla resurrezione di un incubo, sul perduto amore filiale, sulla speranza di una vita che ancora può essere vissuta, seppur indebolita da mille cicatrici.

Di questo romanzo voglio evidenziare l’esaltazione di questi valori, primo fra tutti la potenza dell’amore che da solo sfonda qualsiasi porta.

Il lato umano di Joona, che nelle precedenti opere divide il palcoscenico con il suo fascino e la sua perspicacia, fa da contraltare alla terribile malvagità di Jurek Walter, un assassino diabolico, che sembra dotato di ubiquità, che è sempre un passo avanti al suo avversario, che si nutre delle sue paure, che sembra trarre ispirazione proprio dai timori delle sue vittime.

La caratterizzazione del personaggio di Jurek Walter è per me un capolavoro assoluto! Di lui non sappiamo molto, giusto qualche accenno, ma conosciamo però le sue prerogative. Jurek non cerca la morte, Jurek vuole distruggere il suo nemico colpendolo in ciò che ha di più caro. E lo fa con precisione, calcolo, predeterminazione, intelligenza e sagacia. Jurek vuole distruggere le sue vittime da dentro, spegnere la loro scintilla vitale.

Portare via loro tutto e poi rimanere a guardarle mentre vivono la loro vita, fin a che non si renderanno conto di essere già morte anche loro.

La sua malvagità è assoluta, i suoi metodi orribili e inimmaginabili. Quanta angoscia ho provato nel leggere alcune pagine in cui Jurek è in azione!

Non ho mai letto niente di più crudele! Non è possibile scendere a patti con Jurek, Joona lo sa bene.

La costruzione di questo personaggio è incredibilmente geniale, ma Jurek rimane, sempre e in ogni pagina, un personaggio negativo per il quale si possono solo provare sentimenti avversi. Può capitare, talvolta, che durante la lettura di un thriller si possa “far amicizia” con il serial Killer o si possa provare compassione per i suoi trascorsi. Questo non vi succederà leggendo Lazarus, è assodato!

Insomma, leggere Lazarus è d’obbligo! Meglio ancora se preceduto dai primi romanzi di Kepler.

Meglio ancora se avrete fatto allenamento per sopportare angoscia, suspense, paura, tachicardia, insonnia (provate a smettere di leggere sul più bello! Non ce la farete!).

E se già amate Joona Linna di un amore incondizionato, stavolta soccomberete davanti al suo personaggio, che in Lazarus raggiunge acuti che vi scalderanno il cuore.

Un’ultima avvertenza: Joona tornerà, ne sono certa! I suoi incubi non sono finiti, ma si trasformeranno. E per sapere quale sarà la loro prossima forma dobbiamo solo attendere…..

Lars Kepler


Lars Kepler è lo pseudonimo di Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril (Helsingborg, 1966), coppia di scrittori svedesi che hanno deciso di unire il loro talento di autori in un genere diverso dal proprio. Proprio per mantenere la separazione tra la loro nuova avventura e le rispettive carriere, utilizzarono lo pseudonimo Lars Kepler per firmare, nel 2010, il loro esordio: “L’ipnotista”, un best seller che in Italia vende oltre 200.000 copie, superando la trilogia di Larsson e che ha inaugurato la fortunata e amatissima serie di romanzi con protagonista l’ispettore Jonna Linna, tutti pubblicati da Longanesi: “L’esecutore” (2010), “La testimone del fuoco” (2012), “L’uomo della sabbia” (2013), Nella mente dell’ipnotista” (2015), “Il cacciatore silenzioso” (2016). Sempre presso Longanesi è uscito “Il porto delle anime (2015).

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