Lazzaro, vieni fuori




 LAZZARO, VIENI FUORI

di “Pinketts” 

HarperCollins 2023

giallo ironico / commedia giallonera, pag.256

Sinossi. Anche Andrea G. Pinketts è stato piccolo, Lazzaro Santandrea no. Era già grande alla sua prima avventura, che è una fiaba d’azione dove il Bene e il Male si scontrano con il bene o male e ne escono sconfitti. Quando i cani latrano e i maiali abbaiano, quando i nani e i giganti si incontrano nello stesso piccolo paese, allora è il caso che Lazzaro intervenga. Fra Peter Pan e il Mostro di Düsseldorf, fra Mary Poppins e Mary Reilly, fra pedofili e cinefili, fra Swift e swing, la genesi della letteratura pinkettsiana. – Andrea G. Pinketts Con questo volume ha inizio la nuova edizione delle opere di Andrea G. Pinketts, a partire dalla serie dei romanzi con protagonista Lazzaro Santandrea. Straordinarie invenzioni verbali, mirabolanti giochi linguistici, meravigliose atmosfere noir e personaggi indimenticabili, come il loro geniale creatore.

 Recensione di Pier Livrieri

Ho fatto in tempo a conoscerlo, Andrea G. Pinketts, ma solo per le sue comparsate come opinionista televisivo. Ancora adolescente lo ascoltavo e restavo rapito da quello stile, estetico ed espressivo, e da quella capacità di esprimere il proprio timbro con fierezza, proponendolo senza imporlo ad un pubblico che non poteva che apprezzarlo, laddove capace di coglierne sfumature sempre originali e speziate.

Possedeva e ancora possiede specificità che lo omologano solo a sè stesso e ai grandi; a chi è in grado di proporre una linea, di imprimere un solco e di regalare una traccia.

 Svettava in quelle paludi che erano i pomeriggi televisivi e regalava colori avvolgenti e tropicali ad un mezzo di comunicazione già divenuto elettrodomestico.

Lo ascoltavo per studiarlo e pur di non studiare lo ascoltavo.

Adesso me lo ritrovo qui, in questa pregevole iniziativa di HarperCollins Italia che ha deciso di pubblicare i suoi primi quattro romanzi.

Così posso leggerlo – anzi, rileggerlo, che fa più intellettuale – e giocare a contare le venature di Andrea in Lazzaro e viceversa.

Andrea e Lazzaro: l’uno l’alter ego dell’altro.

In questo primo episodio Lazzaro ritorna per un breve soggiorno a Bellamonte, in Trentino, sede del collegio in cui trascorreva i mesi estivi nel periodo adolescenziale.

Vuole ritrovare quella Bellamonte e capire cose ne rimane dopo molti anni di assenza. Sa che sarà l’ultima volta, una sorta di canto del cigno, come l’ultimo giorno delle vacanze o la notte prima degli esami: un momento in cui tutto è possibile e che si vive con la certezza di vivere un sogno che tale resterà per sempre, impresso nella memoria e ingrassato dai ricordi..

Beh, qui il sogno ha colori molto scuri, non si può restare indifferenti alla scomparsa di due bambini: in questo Lazzaro si dà molto daffare e per arrivare a chiudere il cerchio della sua indagine non autorizzata incontra vari tipi di umanità che Andrea riesce a vivisezionare e rappresentare sapientemente e argutamente in punta di penna.

E ora come allora non mancano le ragazze e le (dis)avventure, e nemmeno i fiumi di alcool, ora declinati principalmente in torrenti di grappa.

Ad ogni riga sono fuochi d’artificio, petardi e bombette, giochi di parole e di pensieri, giravolte e capriole tra lo scherzo, lo scherno e le schermaglie. Ma tutto terribilmente serio, come le domande che Lazzaro-Andrea pone alla sua coscienza, come le botte che prende e che dà, come l’indagine sul serial killer “forestiero”, come la schiera di ragazze e i baci…

Lazzaro sa che quello sarà l’ultimo soggiorno a Bellamonte, poi rientrerà a Milano per iniziare un lavoro “serio”, con tanto di ufficio e scrivania: insomma, esattamente ciò che Andrea non ha mai fatto e che ha sempre rifiutato. E in fondo, senza sbirciare i successivi episodi, non ci credo che Lazzaro andrà a rinchiudersi tra quattro mura a soffocare la propria fame di vita, di realtà, di marciapiede. Ci serve qui, dove tutto scorre e accade, a inseguire con i propri inciampi, che diventano “paperineschi” slanci, i banditi, le donne o anche “solo” i propri sogni.

Leggere Pinketts aiuta a superare la tridimensionalità, fa bene a chi ama il genere (a proposito, quale genere?), regala gaudio a chi non lo conosceva e a chi non vuole riperderselo.

Dalle pagine salgono note alcoliche intense e una fragranza prepotente di Toscano. Solo una suggestione, forse, chissà. Mi piace pensarlo come un regalo di quel lazzarone del

 Pinchetti che da un’alta prospettiva si gode le nostre quotidiane incertezze e le accoglie col suo sorriso beffardo e guascone.

“Un duro dal cuore di meringa” (F. Pivano) ben tratteggiato dalla affettuosa e delicata prefazione di un talento che molto apprezzo e che all’anagrafe suona Andrea Carlo Cappi.

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Andrea G. Pinketts


Andrea G. Pinketts, pseudonimo di Andrea Giovanni Rodolfo Pinchetti (Milano, 12 agosto 1960 – Milano, 20 dicembre 2018), è stato uno scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano. Vincitore di premi letterari, tra i quali spiccano due edizioni del Mystfest e il premio Scerbanenco, ha alternato la carriera di scrittore a quella di giornalista, conducendo inchieste per riviste. Celebri i suoi reportage per Esquire e Panorama grazie ai quali ha, tra le altre cose, contribuito all’arresto di alcuni camorristi nella cittadina di Cattolica, a smontare la bufala mediatica del processo ai Bambini di Satana a Bologna e a suggerire il profilo di Luigi Chiatti, detto il “mostro di Foligno”. È autore di molti romanzi in bilico tra noir e grottesco, molti dei quali incentrati sulla figura di Lazzaro Santandrea, suo alter ego e protagonista di bizzarre avventure nella Milano contemporanea. La sua peculiare prosa, contraddistinta da un uso del linguaggio originale e dissacrante, ha attirato l’attenzione della critica, che lo ha definito uno scrittore “post-moderno”. Viene citato da Aldo Nove in Superwoobinda, insieme ad altri scrittori facenti parte del gruppo letterario Cannibali, titolo di cui anche Pinketts si è fregiato, anche per aver partecipato all’antologia di racconti Gioventù cannibale. Nel 2004 ha scritto per il teatro il musical Orco Loco, interpretato da Francesco Baccini. Pinketts è stato pugile e ha svolto il ruolo di opinionista in trasmissioni televisive. Nel 2006 partecipa alla prima edizione del reality ‘La pupa e il secchione’ in veste di giurato, sostituendo per due puntate Vittorio Sgarbi allontanato dal programma a causa di un alterco con Alessandra Mussolini. Nel 2006 ha interpretato se stesso nel cortometraggio ZEROZERO diretto dal regista Andrea W. Castellanza, in cui battaglia a colpi di penna con uno dei suoi personaggi. Dal dicembre 2008 al luglio 2014 scrive per la versione italiana di Playboy. Nel 2011 e 2012 è stato inviato, al fianco di Daniele Bossari, Marco Berry e Melissa P., nella quarta edizione del programma ‘Mistero’ in onda su Italia 1, condotto da Raz Degan. È stato ospite e premiatore, dall’edizione 2013, della rassegna letteraria “Scrivi l’amore-Premio Mario Berrino”, promossa dal comune di Ispra. I suoi libri sono tradotti in diversi Paesi, Nel 2014 scrive la prefazione del romanzo “Il paradosso di Pancrazio” di Luigi Pistillo. Nello stesso anno scrive le note di copertina per i romanzi “Fragili Sogni” e “Il Gioco della Verità”, della trilogia “La Pioggia e Il Buio” di Alan Magnetti. Nel 2015 scrive la nota di copertina del romanzo “Un’altra Vita”, ultimo libro della trilogia “La Pioggia e Il Buio” di Alan Magnetti.