Le case del malcontento




Recensione di Maria Sole Bramanti


Autore: Sacha Naspini

Editore: Edizioni e/o

Genere: noir

Pagine: 404

Anno di pubblicazione: 2018

SINOSSI: C’è un borgo millenario scavato nella roccia dell’entroterra maremmano, il suo nome è Le Case. Un paese morente. Una trappola di provincia. Un microcosmo di personaggi che si trascinano in un gorgo di giorni sempre uguali. Fino a quando la piccola comunità non viene sconvolta dall’arrivo di Samuele Radi, nato e cresciuto nel cuore del borgo vecchio e poi fuggito nel mondo. Il suo ritorno a casa è l’innesco che dà vita a questo romanzo corale: la storia di un paese dove ognuno è dato in pasto al suo destino, con i suoi sprechi, le aspettative bruciate, le passioni, i giochi d’amore e di morte. Perché a Le Case l’universo umano non fa sconti e si mostra con oscenità. Ogni personaggio lascia dietro di sé una scia di fatti e intenzioni, originando trame che si incrociano, si accavallano, si scontrano dopo tragitti capaci di coprire intere esistenze. A Le Case si covano segreti inimmaginabili, si ammazza, si disprezza, si perdono fortune, si tramano vendette, ci si raccomanda a Dio, si vendono figli, si vive di superstizioni, si torna per salvarsi, si tradisce, si ruba, ci si rifugia, si cerca una nuova vita, si gioisce per le disgrazie altrui. Talvolta, inaspettatamente, si ama.

RECENSIONE

I toscani sono noir, c’è poco da fare. E Sacha Naspini, con il suo Le case del malcontento, è un fulgido esempio di questa noiritudine.

Il segreto di questo romanzo è nella sua epigrafe:

“Là fuori, oltre a ciò che è giusto e sbagliato, c’è una distesa. Ci incontreremo lì” (Gialal al-Din Rumi)

Naspini ci trasporta in quella distesa. Piano piano, come stille di rugiada che corrodono le nostre anime, lentamente, gli abitanti di Le Case ci trascinano nel loro oblio. E noi lettori non possiamo opporci. Siamo inermi, come “i soldatini degli scacchi”, mossi dalle mani di un autore che è pieno di grazia e perfido allo stesso tempo, come solo uno scacchista di talento sa essere. Novello Boris Spassky, Naspini ci muove sulla sua scacchiera, senza lasciarci scampo.

Perché “negli scacchi c’è dentro tutta la vita”. Come in questo romanzo. La vita con le sue ingiustizie e i suoi colpi di fortuna. La vita, quella con l’amore vero e con il sesso e basta, quella con la fortuna inattesa e con i rimpianti, quella con la forza di andare avanti nonostante tutto e con l’illusione di averlo fatto.

Nelle Case del malcontento sono in molti a parlare: ogni capitolo, un punto di vista diverso. Una trama che prende forma piano piano, quasi dal nulla, con personaggi che sono talmente originali da apparire estremamente reali (ma vi assicuro che avrei potuto scrivere l’esatto contrario, ovvero, personaggi talmente reali da apparire estremamente originali).

In definitiva, chi leggerà questo romanzo così cattivo, realistico, nero, disilluso, non potrà fare a meno di ritrovarci la parte più oscura di se stesso, ma anche quella più romantica. Solitudini perfettamente scandite dall’autore nel succedersi dei capitoli (quasi romanzi a sé stanti) portano noi lettori (o almeno hanno portato me) a osservare chi mi sta intorno con occhi differenti; perché le parole di Naspini palesano il mondo nero che abita dietro le facciate della case, dietro le espressioni della gente.

Detto questo, devo ammettere che a un certo punto questo romanzo ha preso una piega diversa da ciò che mi aspettavo. Non fraintendetemi, mi è piaciuto tantissimo e ne consiglio la lettura, ma dopo il capitolo dedicato alla Piera mi sarei aspettata una diversa evoluzione della storia. Ciò non toglie che tra queste righe ognuno può trovare tanto di sé, delle sue emozioni, della sua storia. C’è così tanto, qui dentro. Ecco. Forse troppo. Forse. Per quanto il finale sia, davvero, l’unico finale possibile.

In definitiva. Un autore che leggerò con voracità, perché la sua “poetica” sembra a me congeniale. Un libro, Le case del malcontento, che chiunque dovrebbe leggere, perché lo stile e la prosa di Naspini sono encomiabili, originali, belli.

Imperdibile.

Sacha Naspini


Sacha Naspini è nato a Grosseto nel 1976. Collabora come editor e art director con diverse realtà editoriali. È autore di numerosi racconti e romanzi, tra i quali ricordiamo L’ingrato (2006), I sassi (2007), I Cariolanti (2009), Noir Désir. Nè vincitori nè vinti (Perdisa Pop, 2010), Le nostre assenze (2012), Il gran diavolo (2014). Con I Cariolanti, in particolare, si è rivelato una delle migliori voci della narrativa italiana di oggi. Le nostre assenze, invece, è un racconto degli avvenimenti che hanno coinvolto tre generazioni di una famiglia toscana. Le case del malcontento (2018), romanzo potentissimo, è un’epopea rurale e incredibile storia d’amore. Scrive anche per il cinema. Al Pisa Book Festival presenta il suo ultimo libro, Ossigeno.

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