Le madri non dormono mai




LE MADRI NON DORMONO MAI 


Autore: Lorenzo Marone

Editore: Einaudi

Collana: Stile Libero big

Genere: narrativa italiana

Pagine: 352 pagine

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Un bambino, sua madre. Due vite fragili tra altre vite fragili: donne e uomini che passano sulla terra troppo leggeri per lasciare traccia. Intorno, a contenerle, un luogo che non dovrebbe esistere, eppure per qualcuno è perfino meglio di casa. Lorenzo Marone scrive uno struggente romanzo corale, un cantico degli ultimi che si interroga, e ci interroga, su cosa significhi davvero essere liberi o prigionieri. Diego ha nove anni ed è un animale senza artigli, troppo buono per il quartiere di Napoli in cui è cresciuto. I suoi coetanei lo hanno sempre preso in giro perché ha i piedi piatti, gli occhiali, la pancia. Ma adesso la cosa non ha più importanza. Sua madre, Miriam, è stata arrestata e mandata assieme a lui in un Icam, un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Lì, in modo imprevedibile, il ragazzino acquista sicurezza in sé stesso. Si fa degli amici; trova una sorella nella dolce Melina, che trascorre il tempo riportando su un quaderno le «parole belle»; guardie e volontari gli vogliono bene; migliora addirittura il proprio aspetto. Anche l’indomabile Miriam si accorge con commozione dei cambiamenti del figlio e, trascinata dal suo entusiasmo, si apre a lui e all’umanità sconfitta che la circonda. Diego, però, non ha l’età per rimanere a lungo nell’Icam, deve tornare fuori. E nel quartiere essere più forte, più pronto, potrebbe non bastare.

Recensione Stefania Ceteroni

Lorenzo Marone sa emozionare. Non è una novità per me ma questa volta, secondo il mio parere, si è superato.

Nel suo ultimo libro l’autore racconta storie dolorose ma lo fa dando ai suoi personaggi quella dignità che, in situazioni come quelle descritte, si potrebbe perdere. Non vuole impietosire, Marone. Non mette sul piatto personaggi che passano come vittime di una realtà difficile. No. Vivono situazioni difficili (tutti, anche quelli che meno ti aspetti), questo è vero, ma si pongono con estrema dignità e coraggio.

Marone intreccia vite che emozionano il lettore che al finale non è pronto.

Io, per lo meno, non lo ero.

Marone colpisce il lettore nel profondo. Lo fa mettendo su carta non una ma tante storie, fuori e dentro l’istituto in cui Miriam si trova a scontare la pena che le è stata comminata per aver “coperto” i traffici di suo marito. E, con lei, anche Diego, suo figlio.

Incolpevole, lui, eppure condannato a vivere dietro le sbarre. Troppo piccolo per restare fuori da quel posto ma troppo grande per restare con sua madre fino alla fine della pena. Troppo fragile per affrontare la vita fuori, troppo sensibile per farsi scivolare addosso il dolore degli altri ma tanto sensibile da comprendere il bisogno d’amore di chi gli è accanto.

I personaggi vengono resi con maestria. Le loro personalità sono rese alla perfezione e ci si rende ben presto conto che non ci sono personaggi principali e secondari. Sono tutti ingranaggi di un meccanismo che, è vero, ruoto attorno a Miriam e suo figlio ma che non funzionerebbe appieno se gli altri mancassero.

Ci si emoziona per le fragilità nascoste dietro ad un volto burbero, ad una risposa sgarbata, ad un’apparente impassibilità. Ci si emoziona per quei dialoghi a volte sgangherati, che l’autore propone in dialetto napoletano in modo molto efficace.

L’effetto non sarebbe lo stesso se non avesse fatto una scelta linguistica diversa. Ci si emoziona anche per i non detti, per le emozioni che restano sopite, per la sofferenza che non viene mai a galla così come per gli eccessi d’ira, per agli atteggiamenti fuori posto in un contesto che richiederebbe tutt’altro ma che sono comunque segno di una sofferenza interiore profonda.

Ma sono anche segno di grande coraggio, perché per fare certe scelte ci vuole tanto coraggio. Lo sa Diego così come lo sa Mike, lo sa Greta come Anna… ognuno affronta i propri mostri con coraggio.

Anche se a volte è la disperazione a bussare alla porta, è sempre il coraggio che emerge.

Non credo serva dilungarsi oltre per rendere l’idea. Marone emoziona e, per una come me che di solito non rilegge mai libri già letti, dire che questo è il primo libro in assoluto che rileggerei già da subito rende perfettamente l’idea delle emozioni che mi ha lasciato addosso.

Un solo, piccolissimo appunto: dal punto di vista grammaticale a me non suona bene l’uso di “e però”. Può starci nei dialoghi… ma nella narrazione mi piace davvero poco. Minimo dettaglio, comunque, che nulla toglie a tutto il resto.

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Lorenzo Marone


Lorenzo Marone è nato a Napoli, dove vive, nel 1974. Ha pubblicatoLa tentazione di essere felici(Longanesi 2015, Premio Stresa 2015, Premio Scrivere per amore 2015, Premio Caffè Corretto – Città di Cave 2016), che ha ispirato il film La tenerezza, diretto da Gianni Amelio; La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi 2016, Premio Como 2016), da cui è stato tratto il film omonimo; Magari domani resto (Feltrinelli 2017, Premio Selezione Bancarella 2017); Un ragazzo normale (Feltrinelli 2018, Premio Siani 2018); Tutto sarà perfetto (Feltrinelli 2019), La donna degli alberi (Feltrinelli 2020, Premio Prata 2021) e il saggio Cara Napoli (Feltrinelli 2018). Per Einaudi ha pubblicato Inventario di un cuore in allarme (2020) e Le madri non dormono mai (2022). Nel 2021 ha pubblicato il racconto Il bosco di là all’interno della collana «Il bosco degli scrittori» di Aboca Edizioni. Ha una rubrica domenicale, «I Granelli», su «la Repubblica» di Napoli, e collabora con «tuttolibri». È tradotto in diciassette Paesi.

A cura di Stefania Ceteroni

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