Le streghe di Vezin





Autore: Algernon Blackwood

Editore: Fefè Editore

Genere: Horror e gotico

Pagine: 128

Anno di pubblicazione: maggio 2022

 

Sinossi. Il racconto è uno dei casi risolti da John Silence, investigatore dell’occulto e medico miracoloso, che spiega eventi apparentemente incredibili aiutandosi anche con le rivoluzionarie teorie psicoanalitiche in voga nei primi decenni del ‘900. Ne Le streghe di Vezin il protagonista è un turista britannico bloccato in un paesino francese da forze superiori. Avviluppato in demoniache presenze riuscirà alla fine a liberarsi?

Recensione di Loredana Gasparri

Se quando sentite la parola gotico, pensate subito ad Edgar Allan Poe, a certe camere buie piene di angoli inquietanti, e credete di sentire rumori metallici, come di catene trascinate sul pavimento, allora questo libro fa per voi.

Il sottotitolo vi presenta subito uno dei protagonisti, un investigatore dell’occulto, il dottor John Silence. Un nome e una qualifica che sottintendono già molto. Sì, anche un certo richiamo all’indagatore dell’incubo dei giorni nostri, o meglio, dei fumetti nostri, perché esiste un lieve punto di contatto tra la natura onirica dell’avventura del protagonista e la materia d’indagine principale del suddetto.

Quando entriamo dalla copertina del libro, incontriamo subito una prefazione ricca e interessante di Leo Ossian, che ci introduce alla figura dell’autore, Algernon Blackwood, scrittore inglese vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, esponente importante di una certa narrativa fantastico-gotica, cui aggiunse risvolti psicologici a causa del forte influsso della nascente psicanalisi freudiana.

Parallelamente ad Ossian che introduce l’autore Blackwood, il narratore prende il posto sul palco raccontandoci, in poche parole, chi è il Dr. John Silence e che cosa fa nella sua carriera di investigatore della psiche e dei suoi misteri. La scena cambia velocemente, e questa volta è uno dei “pazienti” del Dr. Silence, il signor Arthur Vezin. È un uomo comune, di intelligenza media e di comportamenti miti, senza grilli per la testa. Non è il baldanzoso avventuriero che immagineremmo tuffarsi a capofitto in un duello con un demone assetato di sangue, o ergersi a combattere le schiere di soldati del Male.

Eppure, un bizzarro avvenimento verificatosi durante un suo viaggio in Francia, sembra avere tutte le caratteristiche di un’avventura all’Indiana Jones. Mentre è sul treno che lo porta alla sua destinazione, comincia a sentirsi a disagio.

Le persone che sono salite alla stazione in cui sta facendo sosta, sono rumorose e lo disturbano. D’impulso, afferra la piccola valigia e scende. Si fermerà qualche giorno nella piccola cittadina vicina e poi ripartirà con un altro treno. Nella sua ricerca di un albergo dove fermarsi, entra in una locanda solitaria. Il suo piano è quello di visitare il luogo e nel giro di pochi giorni ripartire per tornare verso l’Inghilterra.

All’inizio, tutto sembra affascinante e pittoresco. La cittadina sembra immersa in un secolo passato, con le sue architetture medievali, i palazzi vicini, le stradine strette e una certa atmosfera dolce e sonnolenta. Vezin ne è affascinato, letteralmente stregato. Al punto che i giorni passano senza che si sia deciso a tornare in stazione per acquistare un altro biglietto e tornare a casa.

Qualcosa nelle vie e nel cielo di quella città lo trattiene. E presto scopre che è qualcosa di molto familiare, come se trovarsi lì risvegliasse ricordi lontani dentro di lui. Molto, molto lontani.

Tuttavia, non è ancora così preda di quello strano incantesimo da non accorgersi che sì, c’è sul serio qualcosa che stona. Si sente osservato dagli abitanti della città. In modo discreto, leggero, quasi amichevole, ma comunque inquietante. Vezin è sicuro di non essere mai stato prima lì; perciò, da dove nasce questa impressione di essere sorvegliato, e soprattutto quella sempiterna sensazione di familiarità?

Le cose precipitano, sempre più velocemente, quando alla locanda appare la leggiadra figlia della proprietaria, Mademoiselle Ilsé. Un’apparizione, davvero. Se prima abbiamo parlato di incantesimi e di essere stregati (tenete a mente queste parole), ora dovremmo parlare di assoggettamento vero e proprio. Vezin si ritrova ad essere perdutamente “innamorato” della bella Ilsé, a prima vista. Anche questo suona parecchio bizzarro, poiché quest’uomo non è proprio tipo da farsi affascinare dai begli occhi e dalle movenze di gatta di una fanciulla. (Ecco un’altra parola chiave, gatta…)

A questo punto della storia,

la vicenda si fa minacciosa e si tinge di profondo nero.

È finito il tempo della discrezione e del mistero di pochi giorni prima. Leggerete come Vezin agirà per concludere una serie di eventi incontrollabili, dall’evidente sapore soprannaturale. E di come il Dr. Silence si occupi di lui per riportarlo ad una pace interiore che Vezin sembra aver perso per sempre.

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Algernon Blackwood


Fu scrittore inglese di grande successo nel genere soft horror e mistery dagli anni ’10 ai ’50. Reinterpretò la nobile tradizione britannica in quel tipo di letteratura introducendo anche elementi psicologici di gran moda sulle orme di Freud e di altre avanguardie scientifiche.

 

A cura di Loredana Gasparri

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