Le vie dell’Eden




Recensione di Marina Toniolo


Autore: Eshkol Nevo

Traduzione: Raffaella Scardi

Editore: Neri Pozza

Genere: Narrativa straniera

Pagine: 256

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Non è dato a tutti uscire indenni dalle esperienze radicali della vita in cui un evento, una passione, una confessione, una rivelazione inaspettata, ci pongono davanti a un’intensità tale da esigere la più nuda verità su noi stessi e sul nostro mondo. Quattro persone entrarono nel Pardès, nel giardino dell’Eden, è scritto nel Talmud, ma soltanto una ne uscì incolume. Le vie dell’Eden, infatti, dove maturano i frutti più preziosi della vita, sono lastricate di pericoli. Lo sa bene Omri, il musicista che, nelle prime pagine di quest’opera, deve trovare il modo di confessare l’inconfessabile. Incalzatodal proprio avvocato, affida alla pagina la terribile vicenda che lo vede coinvolto. Tutto ha avuto inizio con il necrologio di un uomo con cui ha trascorso insieme a La Paz soltanto qualche ora. Nel trafiletto sotto la foto si dice che Ronen Amirov, turista israeliano di ventotto anni, è rimasto ucciso in un incidente sulla «Strada della Morte», in Bolivia, mentre era in luna di miele. Ma quando Omri parte per andare in visita alla famiglia di Ronen riunita per la shivah, la settimana di lutto stretto, non lo fa per onorare il defunto, bensì per rivedere Mor Amirov, la moglie di Ronen. A cercare sollievo nella confessione è anche il dottor Asher Caro, attempato primario che, d’un tratto, prova uno strano interessamento per una giovane specializzanda, Liat Ben Abu. Che il segreto gelosamente custodito dall’uomoper lunghi anni abbia qualcosa a che fare con l’impulso irrefrenabile che Liat risveglia in lui, ovvero quello di proteggerla da chiunque osi ferirla? Una coppia di lungo corso va a camminare nei frutteti ogni sabato. Si alzano presto, indossano abiti sportivi, poi salgono in macchina e guidano fino a una sbarra da cui si prosegue solo a piedi. Quelgiorno sono in buona e camminano mano nella mano senza litigare, fino a quando, a fine salita, il marito consegna il telefono alla moglie, infilandosi fra due filari di alberi. Lei lo aspetta sulla strada, ma i minuti passano e dell’uomo non si ha più nessuna traccia.

RECENSIONE


Scritto durante il lockdown, “Le vie dell’Eden” è una mirabile introspezione di persone diverse e, in apparenza, del tutto scollegate tra loro. I protagonisti dei tre racconti sono uniti dal filo conduttore della fisicità: hanno desiderio di toccarsi, abbracciarsi, ritrovare un’intimità che pare persa. Omri ha divorziato, il dottor Caro ha perduto la moglie da poco, la donna del frutteto ha perso il marito e non sa se sia scomparso o morto. Tutti hanno dei rimpianti, una difficoltà nell’affrontare il dolore e il futuro. Tutti alla fine dovranno scendere nell’abisso delle paure personali per rientrare nella quotidianità.

Un altro filo conduttore è la musica, presente in tutto il romanzo; dal beat, alle sonate di Chopin, al fragore del rave party. “La musica è l’amo in fondo alla canna da pesca lanciata nelle profondità della nostra anima, da cui fa riaffiorare tutto quello che è sprofondato”. Com’è vero: il potere evocativo di un brano ascoltato magari decine e decine di volte è capace di far emergere tutti i pensieri e le sensazioni provate nel periodo in cui lo si sentiva.

Si parla anche di fiducia, molta. Quella nei propri mezzi, il fine a cui tendere nel caso di Omri. La fiducia che il dottore ripone nella sua visione della vita. Quella persa e ritrovata dalla moglie di Ofer nei confronti del marito.

L’ho trovato un libro pieno di poesia, ottimo nella traduzione: cosa penso non semplice visto che l’israeliano è denso di simbologia. Un gradito omaggio di Nevo al pubblico italiano è l’inserimento di una figura che viaggia in Bolivia direttamente dal nostro paese e che fornisce un valido supporto al musicista infatuato di Mor.

Le donne qui descritte sono personaggi forti che, anche se in difficoltà, trovano supporto e forza d’animo per proseguire. Ne è un esempio l’incontro della moglie di Ofer con la vecchia fidanzata del marito: quale persona riuscirebbe a soprassedere all’orgoglio pur di ricomporre il puzzle e sapere dove si trova?

Le vie dell’Eden” si può leggere come sottofondo musicale alla propria giornata perché parla ai sentimenti e all’istintività di ognuno di noi.

A cura di Marina Toniolo

https://ilprologomarina.blogspot.com/

Eshkol Nevo


è nato a Gerusalemme nel 1971. Ha vissuto tra Israele e gli Stati Uniti, ma ha completato gli studi a Tel Aviv. Ha iniziato a lavorare come pubblicitario, carriera poi abbandonata per dedicarsi alla scrittura e all’insegnamento della scrittura creativa. Nel 2005 ha vinto il Book Publisher’s Association’s Golden Book Prize. Tra le sue opere: La simmetria dei desideri (Neri Pozza, 2010), Neuland (Neri Pozza, 2012), Nostalgia (Neri Pozza, 2014), Soli e perduti (Neri Pozza, 2015), Tre piani (Neri Pozza, 2017), L’ultima intervista (Neri Pozza, 2019).

 

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