L’emulatore




Recensione di Ilaria Bagnati


Autore: Johana Gustawsson

Traduttore: Stefano Cresti

Editore: La Corte Editore

Genere: thriller

Pagine: 349

Anno pubblicazione: 2018

Sinossi. Nella foresta di Falkenberg, in Svezia, viene ritrovato il corpo di una donna a cui sono stati asportati grossi pezzi di carne all’altezza dei seni, della vita e delle cosce. Le mutilazioni sono identiche a quelle delle vittime di Richard Hemfield, il serial killer che al momento del suo arresto aveva ucciso l’ex compagno di Alexis Castells e che sta scontando la sua pena rinchiuso in un ospedale psichiatrico da ormai dieci anni. Pochi giorni dopo un’altra donna viene rapita, questa volta a Londra: si tratta della celebre attrice Julianne Bell. Un altro indizio riporta la firma di Hemfield: le scarpe della vittima vengono lasciate vicino a casa sua, in una busta di plastica, con un paio di calzini accuratamente ripiegati. Come può essere possibile? Emily e Alexis, insieme alla detective incaricata di condurre le indagini, Karla Hansen, hanno pochi giorni per riuscire a catturare il colpevole e trovare Julianne ancora viva. Un nuovo tuffo nel passato le aspetta, che le porterà a esplorare legami famigliari profondi e oscuri, fino ad affondare le radici della ricerca della verità nella Londra del 1888, a Whitechapel, sulle tracce e nei vicoli solcati da Jack Lo Squartatore.

Recensione

Se cercate un thriller avvincente dalla prima all’ultima pagina L’emulatore fa per voi! Qui ritroviamo vecchie conoscenze tra le quali le protagoniste femminili del libro precedente, Block 46, la scrittrice Alexis Castells e la profiler Emily Roy.

Le vicende si svolgono in due archi temporali e in due scenari differenti: alla fine dell’Ottocento, quando Jack Lo Squartatore terrorizzava le strade di Whitechapel a Londra, e nel 2015, quando in Svezia viene ritrovato il corpo di una giovane donna denudato e mutilato.

Il modus operandi ricorda gli omicidi per i quali è stato condannato Richard Hemfield. Ma se lui ora è rinchiuso in un ospedale psichiatrico, chi è il colpevole? Un emulatore? E come fa a essere a conoscenza di dettagli che in pochi conoscono?

La Gustawsson è bravissima nell’intrecciare il racconto tra passato e presente fino a far combaciare le date. Non è facile mantenere le due linee temporali senza creare confusione nel lettore ma lei ci riesce egregiamente.

L’autrice inoltre affronta temi di forte impatto, come il maltrattamento di minori, le sevizie, le mutilazioni che rendono il libro davvero crudo ma di grande interesse per chi è appassionato del genere thriller.

La prosa è snella, veloce e a tratti ti strappa un sorriso. La suspense è sempre presente fino a provocarti un infarto, perché L’emulatore è uno di quei libri che fino alle ultime pagine non sai come vanno a finire, e il finale ti lascia a bocca aperta.

Johana Gustawsson


Nata nel 1978 a Marsiglia e con una laurea in scienze politiche, Johana Gustawsson ha lavorato come giornalista per la stampa francese e la televisione. Ha sposato uno svedese e ora vive a Londra. È stata la co-autrice di un best-seller, On se Retrouvera, il cui adattamento televisivo ha attirato oltre 7 milioni di spettatori la scorsa estate.

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