Recensione di Fiorella Carta
Autore: Giulia Baldelli
Editore: Guanda
Genere: Narrativa
Pagine: 444
Pubblicazione: 2022
Sinossi. Giulia e Cristi si incontrano bambine, negli anni Novanta, durante le estati trascorse in un piccolo paese delle Marche. Giulia, determinata e razionale, subisce il fascino di Cristi, così fragile e così selvaggia, e capisce presto di provare per lei qualcosa di più sconvolgente e più scottante dell’amicizia. Anche Cristi è attratta da Giulia, però i suoi occhi cercano in continuazione Mattia, un bambino che sembra comprendere la sua natura selvatica più profondamente di quanto l’altra riesca a fare. Dopo una serie di estati scandite dai giochi in riva al fiume e da sofferte gelosie, i tre, arrivati alla soglia dell’adolescenza, si separano. Dieci anni più tardi, Giulia e Cristi si ritrovano a Bologna e il loro amore mai dimenticato esplode. Ma di nuovo a turbare l’equilibrio ricompare Mattia. Da quel momento le loro vite appassionate si legano per sempre. Cristi, che sa farsi amare da Giulia disperatamente e a sua volta ama senza regole, rimane il vertice irresistibile del triangolo. In una storia d’amore totalizzante, che non si cura dei generi, sopporta gli abbandoni e alla fine, quando brucia, lascia una cenere speciale da cui non può che rinascere amore.
Recensione. L’estate che resta… E ciò che resta di noi dopo troppe estati e troppi inverni a celare l’amore, le menzogne sussurrate agli altri, a noi stessi in primis?
Le ultime volte di tutto, che rimangono prepotenti, sottolineate nella nostra anima più delle prime volte, più delle sensazioni che lasciano, resta il senso di abbandono, di ineluttabilità.
Giulia Baldelli, al suo esordio, racconta i rapporti che nascono nell’ infanzia e che si allungano, si slabbrano, si tatuano fino all’età adulta.
Cristi e Giulia si conoscono durante l’estate, la prima sotto responsabilità della seconda, restia ad instaurare un rapporto di amicizia, rimane poi soggiogata a vita da una bambina che sente, che vive la sua esistenza fuori dagli schemi. L’arrivo di Mattia crea uno scompenso, gelosie taciute.
“Senza dirle che la mancanza dell’amore è l’assenza che si nutre di tutto e non restituisce nulla, allora anche lei mi manca infinitamente.”
La mancanza è il leit motif di uno scorrere fra Bologna e il paese, fra l’estate e il resto delle stagioni che sono solo cornice, che aspettano il fiume, l’albero di albicocche, le case vecchie diroccate che ricorrono in questi legami, come perno di un mondo che si riduce sempre a un’ unica rotta.
Giulia arranca nella sua vita, corre una maratona per inseguire Cristi, Mattia, senza rendersi conto di partecipare a una gara in solitaria, a un dolore che si infligge da sola, mentre tutto scorre.
Parole delicate, uno specchio limpido che ammalia, in cui rifletti, in tutti i sensi di questa parola.
Un romanzo che ha in sé quella malinconia che divide settembre, fra le sue mattine ancora calde e la sera che apre a un preludio autunnale, alla nostalgia per ciò che era e per ciò che non sarà.
Giulia Baldelli
Giulia Baldelli è nata a Fano, nelle Marche, nel 1979. Dal 1998 si è trasferita a Bologna dove si è laureata in Chimica e tecnologie farmaceutiche. Vive con il marito e i loro tre figli. Questo è il suo romanzo d’esordio.
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