Libero scorre il fiume




 LIBERO SCORRE IL FIUME

di Eleanor Shearer

Nord 2023

Alessandro Storti ( Traduttore )

Narrativa straniera, pag.368

Sinossi. È questa la libertà? si chiede Rachel, mentre corre in una foresta immersa nel buio, sola, atterrita, esausta. Sta scappando dalla piantagione in cui ha trascorso tutta la sua esistenza, da un lavoro sfibrante, da un padrone brutale. Lo stesso padrone che, quella mattina del 1834, ha annunciato la fine della schiavitù, per poi aggiungere che tutti loro avrebbero dovuto prestare servizio come apprendisti per altri sei anni. Una beffa atroce. In quell’istante, qualcosa in Rachel si è spezzato. Perché dentro di lei ci sono cinque anime, cinque volti che nessuna fatica e nessun dolore sono riusciti a cancellare: i cinque figli che, nel corso del tempo, le sono stati strappati via, spinti verso una sorte che lei ignora. Sono vivi, sono morti? Sono schiavi come lei oppure sono liberi? Se li incontrasse, la riconoscerebbero? Eccola, la vera libertà. Trovare i suoi figli. È un viaggio difficile, quello in cui s’imbarca Rachel. La strada è lunga e piena di pericoli, le informazioni spesso inaffidabili, come le persone che di volta in volta si offrono di aiutarla. Eppure lei andrà avanti finché le storie dei suoi figli, come le acque di un fiume, non si saranno fuse con la sua, a creare un’unica, grande storia, quella di una famiglia. Solo allora, per la prima volta nella sua vita, Rachel potrà sentirsi completa. Dai campi di Barbados all’affollato mercato di Bridgetown, dalla Guyana Britannica alle foreste di Trinidad, in queste pagine intime e dolorose si snoda un viaggio pieno di speranza, un inno alla forza dei legami familiari e all’amore infinito di una madre.


Libero scorre il fiume

A cura di Marina Toniolo


 Recensione di Marina Toniolo

Senza radici, le cose muoiono. E infatti molti di noi sono morti, per mano dei bianchi o per il calore del sole a picco. Il nostro sangue ha arricchito il suolo, e le radici si sono nutrite dei nostri corpi. Così si sono rafforzate. Poco profonde, ma robuste”.

Siamo agli inizi del Milleottocento, nell’isola caraibica di Barbados. Le navi negriere hanno smesso di arrivare nei porti con il loro carico umano ma le piantagioni di canna da zucchero sono colme di schiavi che lavorano sotto lo sguardo vigile dei sorveglianti.
The Slavery Abolition Act del 1833 abolisce la schiavitù nei possedimenti britannici: poco possono esultare i braccianti quando il proclama viene letto, la legge li costringe ad ulteriori sei anni di ‘apprendistato’ non retribuito. Di fatto, ancora sono vincolati al padrone bianco. E’ in questo preciso momento che Rachel fugge dalla piantagione di Providence seguendo un istinto che neppure lei sa spiegare.

“E’ questa la libertà? Foresta deserta. Fuga, terrore che prende lo stomaco. Era questo, ciò che avevano sempre desiderato?”. 

Rachel comprende che la sua libertà consiste nel cercare i figli: Mary Grace, Micah, Thomas Augustus, Cherry Jane e Mercy che le sono strappati da giovanissimi. L’intento dei padroni è chiaro, avere sempre manodopera a disposizione e il surplus venderlo in altre piantagioni o isole. Il viaggio della nostra eroina non è semplice ma sul suo percorso trova molte persone disposte ad aiutare e a condividere esperienze. Tutti sono segnati dal passato fatto di lavoro brutale e di punizioni indiscriminate. Chi fugge trova riparo in piccole comunità ai margini delle piantagioni o nelle foreste incontaminate. Tra Barbados, la Guyana Britannica e Trinidad Rachel conduce uno sforzo immane, colma di speranza e desiderio di sapere. E’ questa per lei la libertà?

Rachel è una persona complessa che compie un percorso evolutivo da quando fugge fino alla fine della sua ricerca. Dapprima carica di angoscia e con una visione pessimista della vita, si ritrova a riconsiderare le sue idee comprendendo che le cose non sono scolpite nella pietra come sempre le era apparso. Ritrova sicurezza tanto da sfidare, da un certo punto in poi, i bianchi che la vorrebbero sempre con lo sguardo basso.

Ma a quest’ultimi alla fine non interessa se piangi o se sei indifferente alle loro decisioni, quindi tanto vale riprendere consapevolezza, raddrizzare la schiena e perseguire ciò che si crede giusto.

‘Il fiume mi canta di casa’, titolo originale, ha la dicotomia tra acqua e vita. Nelle isole in cui vivono i neri caraibici le terre abbracciano i fiumi e i mari; nei paesaggi terribili e splendidi Rachel sovrappone la ricerca dei suoi figli con la speranza che stiano bene e, soprattutto, siano vivi poiché il legame materno è la forza più indistruttibile che esista e dura un’eternità. Fa percorrere migliaia di chilometri e vivere seguendo l’obiettivo di conoscere la sorte di chi si ama. 

“Rachel stava pensando al concetto di famiglia, al fiume, che correva dalla sorgente al mare. Alla sua vita, scagliata come una freccia attraverso il tempo, lungo un percorso che le era sempre sembrato ineluttabile. Un percorso che strappava i figli dalle braccia delle madri, che portava solo disperazione e un graduale logoramento del corpo costretto a lavorare fino allo stremo”.

Fuggire dalle piantagioni, e dopo?

Quale strada intraprendere per trovare il proprio posto nel mondo?

Sono queste le domande che si pongono tutti gli schiavi e le risposte sono tutte diverse. C’è chi rimane poiché è l’unico modo di vivere che conosce. C’è chi muore per un ideale. C’è chi rinnega il passato provando a cambiare la verità. C’è chi, come Rachel, vive e si lascia attraversare dal dolore per poterlo superare.

Libero scorre il fiume” ha una prosa delicata, quasi evanescente. Pur raccontando storia e fatti realmente accaduti il filo conduttore è solo l’amore nelle diverse forme in cui viene distribuito. Manca purtroppo una qualche nota di spiegazione sulla scelta stilistica di tradurre i dialoghi con tempi verbali scorretti. E’ un romanzo che può destare molta curiosità sui fatti accaduti dopo il proclama di emancipazione, storia che generalmente non viene mai menzionata.
Questo è un grande pregio del libro e il plauso va a Eleanor Shearer che è riuscita a costruire, in questa opera prima, un mondo crudele eppure con mille possibilità.

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Eleanor Shearer


Eleanor Shearer è un’autrice inglese, i cui nonni sono emigrati dai Caraibi. Ha studiato a Oxford, dove ha conseguito la laurea in Scienze politiche con una tesi sulle conseguenze dello schiavismo nelle Barbados. Attualmente vive tra Londra e Ramsgate. Libero scorre il fiume è il suo romanzo d’esordio.

A cura di Marina Toniolo 

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