L’imprevedibilità del bene




 L’imprevedibilità del bene

Angelo Longoni

Giunti 2023

Thriller, pag.564

Sinossi. Franco Rocchi è un attore diventato una star televisiva interpretando il commissario Cardone. Ora però il suo matrimonio è al capolinea e la nuova stagione è stata cancellata. Anche il suo migliore amico, Daniele Lucci, regista della stessa serie, è disoccupato, ma almeno può gioire per l’esito della TAC che ciclicamente decreta l’assenza del cancro contro cui combatte da anni. Ma il caso sta per cambiare ancora la loro vita. Nel tentativo di ricostruire la dinamica di un banale incidente nel quale è coinvolto il padre di Franco, i due subiscono un’imprevista aggressione, e vengono in possesso di una grossa somma di denaro, oltre a fotografie e video che testimoniano una rete di loschi traffici. Contemporaneamente, in diverse parti del mondo, avvengono alcuni omicidi: uno stilista a Parigi, un industriale tedesco a l’Havana, un mediatore culturale a Milano, un cantante a Roma. Daniele e Franco capiscono che c’è un filo che lega tutto, quando vengono contattati da un uomo misterioso che si offre di aiutarli. Sullo sfondo di una Roma cupa e violenta, tra fughe rocambolesche, sparatorie e cambi d’identità, emerge un piano internazionale dai confini ambigui. A cosa è disposto un uomo per difendere la propria famiglia? E nella lotta spietata tra bene e male chi è davvero innocente?

“Si dà sempre poca importanza all’imprevedibilità del bene. È un grave errore…

L’imprevedibilità del bene?…

Sì. Solitamente siamo abituati a considerare imprevedibile il male e mai il bene. Credo sia nella nostra natura… la scoperta impensata mentre inseguiamo altro…”


Recensione di Loredana Cescutti

Questo libro mi ha perseguitata da ben prima che fosse disponibile al pubblico, quando ancora se ne vedeva la pubblicità o qualche blogger cominciava ad incuriosirci mostrandone foto e parlandoci della sinossi.

Da subito ho avvertito un certo richiamo ed una palese e crescente curiosità, pur essendo per me un nome ignoto quello dell’autore, percepivo invece una sorta di fascinazione per la storia particolare e per i protagonisti coinvolti.

Tant’è che poi è arrivato anche qui a Thrillernord, ma io ero impegnata in altre letture e per un po’ lui è rimasto lì, zitto e buono nella lista libri della chat recensori, non proferiva parola ma ogni volta che sbirciavo era lì che mi guardava con quel suo potenziale nascosto e alla fine, non ce l’ho fatta, non ho saputo resistere e in modo febbrile l’ho chiesto… era arrivato decisamente il suo momento.

È stato sicuramente un salto nel vuoto, ma il mio istinto, come già capitato in altre situazioni, non mi ha tradita e per fortuna, dico, che alla fine ne ho ascoltato il richiamo.

Un ritmo scenografico, con stacchi continui, e per inciso, un film qui ne uscirebbe benissimo e conquisterebbe una bella fetta di pubblico.

Dinamicità, suspense, temi estremamente destabilizzanti ma terribilmente attuali, realismo, carisma e profondità dei protagonisti, una cura minuziosa nel raccontare rispettando anche l’umanità dei personaggi, schiettezza, ambiguità e dei colpi di scena che finiscono per capovolgere ogni tua convinzione.

Così si presenta al lettore “L’imprevedibilità del bene” assieme a molto altro, e vedrete che ne rimarrete travolti, non solo per le tematiche di fondo ma anche e soprattutto, per il modo in cui sono state raccontate.

“Il male che sto vedendo ora, non riuscirei nemmeno a pensarlo. È così l’essere umano? Può arrivare a questo abisso?”

Parlandone con un’amica incuriosita come me dal titolo, mi sono resa conto che nel definire il libro, senza ovviamente raccontare nulla che potesse guastarne poi una sua eventuale lettura, una delle caratteristiche primarie che si è palesata da subito, è stata sicuramente quella richiamante a concetti puramente etici e morali a cui il romanzo ti costringe a riflettere, un’idea che mi ha accompagnata fino alla fine, dove finalmente, ho poi potuto mettere assieme tutti i tasselli, anche quelli più ingarbugliati e volutamente camuffati.

“La paura è fatta di decisioni, grida e lotta. Il terrore invece è fatto di silenzio e immobilità.”

Un continuo lavorio nella mia testa, dovuto ai fatti accaduti, alle azioni intraprese, che però ti portano a pensare, perché ognuno di noi ha un lato noto e uno meno noto, ma è il nostro equilibrio, il nostro essere fatto di esperienze e di vita vissuta che normalmente ci accompagna e ci affianca nelle dure prove della vita.

“Non si può spiegare il male, lo si può solo fermare.”

Certo che, essere spinti al limite fa emergere aspetti magari mai conosciuti prima, ed è a quel punto che ci ritroviamo costretti a scegliere senza poterci soffermare troppo, con puro istinto di sopravvivenza, senza tanti giri di pensieri, staccando per un attimo il cuore da tutto il resto.

O forse non è così?

“Il punto non è quello che ho fatto ma quello che ho provato nel farlo.”

Un libro con personaggi ai quali finisci per legarti, vuoi per simpatia, vuoi per condivisione di certe esperienze, vuoi per la profondità con cui si aprono e si presentano a te, lasciandoti entrare nella loro mente, nei loro pensieri, nel loro lato più intimo, nelle loro sofferenze più reali e concrete.

“E’ il male degli altri che ci costringe a cambiare.”

Una scrittura che scivola fra le pagine, incide in certi aspetti, smussa in altri, si arriccia e inumidisce con tracce salate laddove serve un attimo in più per metabolizzare ciò che sta avvenendo o ciò che è già successo e dove ormai non si può più porre rimedio.

Uno stile che rimanda sicuramente alla televisione, con timing prestabiliti, che riescono a mantenere alta la tua attenzione, stuzzicando il tuo palato con novità costanti fra un cambio di scena e l’altro, inducendoti uno stato di tensione continuo, spezzato talvolta da qualche momento più leggero tanto per recuperare le forze, prima di ricominciare a correre.

Franco, Daniele e tutti gli altri sapranno farsi voler bene nella loro spontanea e imperfetta umanità, senza i filtri che normalmente usavano dietro e davanti ad una cinepresa e invece, essendo solo e semplicemente loro stessi, con le loro paure e angosce che durante tutta la storia li metteranno a dura prova, anche con sé stessi, poiché combattuti fra ciò che si può, che non si deve o che si fa perché non c’è un’alternativa che garantisca lo stesso livello di risultati.

Pena la morte.

“La vita è in grado di sorprendere sempre, perché i fatti insperati il più delle volte non accadono, ma quelli del tutto impossibili evidentemente sì.”

Tuffatevi, fidatevi, e leggetelo!

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Angelo Longoni


nato a Milano, diplomato alla Civica Scuola d’Arte drammatica Piccolo Teatro di Milano, dopo aver lavorato per alcuni anni come attore ha firmato testi e regie teatrali, televisive, cinematografiche e ha pubblicato romanzi e racconti. È fondatore del CENDIC (Centro Nazionale Drammaturgia Italiana Contemporanea). Ha tre figlie: Margherita, Stella e Beatrice ed è sposato con l’attrice e regista Eleonora Ivone. Vive a Roma.