L’ispettore Barnaby




 Morte di un uomo da poco

di Caroline Graham

Polillo 2021

Maria Silvia Avanzato (Traduttore)

Giallo poliziesco pag.306

Sinossi. Dietro le quinte della Compagnia Drammatica Amatoriale di Causton i nervi sono ormai logori e la vendetta sta per essere consumata. Mentre fervono le prove dell’Amadeus, Esslyn Carmichael sospetta che sua moglie abbia una relazione con un altro attore. Quale posto migliore del palcoscenico per regolare i conti? Arrivando in teatro per la “prima”, l’ispettore capo Tom Barnaby si attende una serata di puro intrattenimento, a cui prende parte soltanto per mostrare il suo sostegno alla moglie. Ma qualcuno pensa di trasformare l’ultima grande esibizione di Esslyn in un raccapricciante colpo di scena, e le indagini di Barnaby hanno inizio.


Recensione di Claudia Cocuzza

Tom Barnaby è l’ispettore capo della polizia di Causton, villaggio immaginario collocato nell’altrettanto immaginaria contea di Midsomer, in Inghilterra, ed è anche il protagonista della fortunata serie nata dalla penna di Caroline Graham e diventata oggetto di trasposizione televisiva anche in Italia.

Causton è il tipico villaggio inglese, curato e tranquillo, in cui tutti si conoscono e intrattengono rapporti formali ma cordiali, solo che poi, non si sa bene perché, si ritrova a essere lo scenario di efferati e continui delitti.

In realtà, noi lettori di gialli seriali, svezzati dai sempreverdi romanzi di Miss Marple, il motivo lo conosciamo bene e non a caso cito Agatha Christie: la produzione della Graham ha chiari rimandi alla narrativa della signora del giallo, a cui spesso fa omaggio attraverso piccoli cammei facilmente riconoscibili, anche nel romanzo di cui vi sto parlando.

In questo episodio, l’ispettore Barnaby, affiancato dal sergente Gavin Troy, si trova alle prese con un delitto teatrale nel senso più letterale del termine, dato che l’omicidio dell’attore di punta della piccola compagnia amatoriale della cittadina avviene sul palco, durante la prima dell’Amedeus, sotto gli occhi di centinaia di spettatori, tra cui quelli dei due poliziotti.

Il colpevole però è stato furbo e individuarlo richiederà una buona dose di arguzia da parte del nostro protagonista, che dovrà mettere a posto i tasselli di questo puzzle come nel più classico dei gialli di tipo deduttivo, motivo per il quale, se quello che cercate è un tipico giallo all’inglese, la serie dell’ispettore Barnaby, in linea di massima, è ciò che fa per voi.

Perché questa precisazione?

Perché, nello specifico, questo romanzo ha suscitato in me qualche perplessità.

Innanzitutto, nonostante il genere sia uno dei miei preferiti, ho riscontrato difficoltà nella lettura, che ho trovato esageratamente prolissa.
La prima parte del romanzo ricostruisce la vita e i rapporti all’interno della compagnia teatrale, prendendo in esame i giorni immediatamente precedenti l’omicidio, che avviene soltanto quasi a metà libro. Questa prima parte ha lo scopo di presentare al lettore i personaggi che saranno poi coinvolti nell’indagine, ma la narrazione risulta molto rallentata da digressioni e descrizioni tanto lunghe e dettagliate quanto per la gran parte non funzionali alla trama; inoltre, l’utilizzo di un narratore onnisciente, che a un certo punto ci informa anche del pensiero del gatto Riley e del cane Sunny, mi ha dato una sensazione di straniamento, non permettendomi di empatizzare neppure con il protagonista. E poi, quanti personaggi! Ho impiegato molto, troppo tempo a imparare i nomi di ciascuno e a riuscire a collocarli sulla scena.

Superate le prime 100 pagine, più o meno, finalmente arriva il morto, parte l’indagine e tutto fila più liscio, nonostante sia intervallato da qualche sottotrama non attinente all’indagine e che ancora, purtroppo, rallenta.

La coppia investigativa, formata dall’ispettore Tom Barnaby e dal sergente Troy, è paradossalmente meno caratterizzata rispetto ai personaggi non regular, probabilmente a causa del fatto che, essendo una serie e non essendo questo il primo romanzo, l’autrice ha ritenuto che il pubblico avesse già confidenza con loro; a chi come me, però, legge dei due per la prima volta non viene data la possibilità di familiarizzare. Risulta tuttavia chiaro il rapporto che intercorre tra Barnaby e il suo sottoposto, che spesso guarda al suo capo con disprezzo e malcelata acredine a causa dell’acume intellettivo di lui, a confronto del quale Troy si sente – e appare – uno sprovveduto; anche qui, mi sarei aspettata più un rapporto padre/figlio, con il giovane che guarda all’uomo di esperienza come a un mentore piuttosto che come un vecchio rompiscatole che alla fine ha sempre ragione.

Per quanto riguarda la trama gialla in sé, come dicevo, alla scacchiera deduttiva del giallo classico si affiancano altri espedienti narrativi tipici del genere, come il forte all is lost posizionato a oltre tre quarti della narrazione, subito seguito da un formidabile colpo di scena – forse un po’ troppo fortunato, al limite del deus ex machina – che ribalta la situazione e porta Barnaby a rivalutare il quadro indiziario nella giusta prospettiva.

In definitiva, un giallo che non rimarrà indelebile nella mia memoria.

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Caroline Graham


Nata il 17 luglio 1931 a Nuneaton, nel Warwickshire, risiede attualmente nel Suffolk. Frequentò la Nuneaton High School for Girls e successivamente la Open University. In gioventù, dopo aver lasciato la scuola, lavorò per circa tre anni come operaia; poi fra il 1953 e il 1955 servì nella Royal Navy, la Marina militare britannica. In seguito svolse varie attività legate alla radio e al  teatro: fu lei stessa attrice, agente teatrale e produttrice radiofonica indipendente, prima di dedicarsi esclusivamente alla scrittura, a partire dal 1971. Inizialmente scrisse soprattutto per la radio e la televisione: cinque drammi radiofonici, svariati episodi di “Crossroads” (una soap opera di successo), e una situation comedy televisiva intitolata “The Common Lot”. Il suo primo romanzo “Fire Dance” è del 1982: si tratta di una storia romantica alla quale nel 1984 seguì “The Envy of the Stranger”, un thriller la cui trama coinvolgeva il famoso ospite di uno show radiofonico ed un cacciatore di celebrità. Il romanzo conobbe in seguito un adattamento per la radio curato dalla stessa Graham. Nel 1989 vince il Premio Macavity per il Miglior romanzo d’esordio con The Killings at Badger’s Drift. A metà degli anni ottanta Caroline Graham scrisse anche un paio di libri per bambini. Al di là delle molteplici attività, in ogni caso, la sua fama di scrittrice – in patria e all’estero – è soprattutto legata alla serie di romanzi polizieschi aventi come protagonisti l’Ispettore Capo Tom Barnaby e il suo sergente Gavin Troy.

A cura di Claudia Cocuzza  

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