L’occhio del pettirosso




Recensione di Gabriele Loddo


Autore: Giuliana Altamura

Editore: Mondadori

Genere: Narrativa gotica

Pagine: 189

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Ossessionato dall’idea di raggiungere una visione quantica, Errico Baroni, fisico ricercatore al CERN, nonostante la lunga lista d’attesa riesce a farsi ricevere da Egon Meister nel suo elegante studio di Ginevra. Meister sembrerebbe essere in grado di vedere il presente, il passato e il futuro di chi gli si siede di fronte, di accedere a una visione d’insieme della realtà, oltre i confini del tempo. Da quando è alle prese con la progettazione di un computer quantistico, Errico sente solo i limiti dei suoi studi, non gli basta capire, vuole poter vedere come Meister. L’incontro con quell’uomo, che lo congeda con una frase criptica, lo sconvolge al punto tale da fargli decidere di lasciare il lavoro per qualche giorno e concedersi una vacanza in montagna con la moglie Greta nella baita di famiglia, dove aleggiano i fantasmi di un passato irrisolto. Fino a qualche tempo prima, la relazione tra lui e la moglie lo faceva sentire vivo ma ora anche con lei qualcosa ha smesso di funzionare. Tra quelle mura Greta si sente in gabbia, non riesce a scrivere i suoi versi, si fa sempre più inquieta, mentre Errico trascorre molto tempo nel bosco. Ed è proprio in quei sentieri sperduti che verrà a conoscenza di un mistero destinato a capovolgere ogni sua convinzione. Tra fisica quantistica, alchimia e bitcoin, Giuliana Altamura, giovane scrittrice apprezzata dalla critica, ci consegna una nuova opera originalissima, che racconta con voce intimista l’inquietudine e la complessità del mondo contemporaneo. In un’atmosfera gotica che si fa sempre più onirica e lynchiana, la tensione cresce, impercettibile ma costante, finché ci troviamo completamente coinvolti nell’ossessione del protagonista.

Recensione 


Che la vita di Errico Baroni non sia governata da una semplice passione, ma da una vera ossessione, lo si capisce dai suoi pensieri e dal suo modo di agire.

Il protagonista di “L’occhio del pettirosso”, il nuovo romanzo di Giuliana Altamura, conduce complesse ricerche sulla fisica dei quanti, nei laboratori del CERN a Ginevra. Trascorre lunghe notti di straordinari circondato da numeri e da funzioni.

Consuma la sua esistenza tra calcoli e ipotesi scientifiche e, in tutto questo tempo, non sente l’esigenza di una distrazione, di uno svago, di godere della tranquillità che solo la spensieratezza di una vacanza potrebbero offrirgli. A lui non interessano gli obbiettivi comuni, ma quando si accorge d’aver trascurato ciò che ruota attorno alla sua vita, è obbligato a fare delle scelte.

Il rapporto di coppia che vive con Greta, giovane moglie con cui trascorre pochi e frettolosi momenti di passione durante i fine settimana, si sta raffreddando. Tempo ed energie li consuma nel mondo del lavoro, ma deve porvi rimedio perché nella sua vita c’è qualcosa che non gira come dovrebbe.

Nonostante i successi raggiunti, Errico ha una perenne un’insoddisfazione nell’animo. Ha un senso d’ansia di fondo che lo spinge a spostare i limiti delle sue ricerche sempre un passo più avanti, verso un gradino più alto, fatto che gli impedisce di godere delle vittorie e dei traguardi ottenuti.

Errico vuole la verità assoluta, vuole superare le barriere dello spazio e del tempo e scoprire i segreti reconditi dell’universo. Vuole ottenere la visione quantica convinto che, solo questa, possa condurlo alla soluzione dellinsoddisfazione interiore.

Quando poi si vede costretto a lasciare il laboratorio e passare del tempo con Greta, nel tentativo disalvare il loro rapporto, quando tutto sembra ormai perso e che le sue ossessioni abbiano preso il sopravvento, il fato lo guida e l’aiuta a trovare l’origine delle sue sofferenze. Motivi radicati in un lontano passato e che non ha mai avuto il coraggio di affrontare.

La trama sviluppa il classico conflitto interiore che spesso ritroviamo in altri romanzi, ma l’autrice è abile a condurre la narrazione. L’arricchisce d’originalità e d’innovazione, inserisce tematiche moderne in un contesto gotico, metodo di sicuro inusuale per trattare gli argomenti sviluppati. La scelta è vincente, convince e coinvolge il lettore. Lo porta ad affrontare una tematica classica mentre propone un approccio divergente alla sua lettura. Interessante.

 

 

Giuliana Altamura


 (Bari, 1984) esordisce nel 2014 con il romanzo Corpi di Gloria (Marsilio Editori), vincitore del Premio Rapallo Carige Opera Prima. Nel 2017 pubblica il suo secondo romanzo, L’orizzonte della scomparsa (Marsilio Editori)Vive tra Milano e la Svizzera italiana, dove lavora anche come autrice nell’ambito dei new media (RSI, Human Kind Records e Institut International de Recherche sur la Radio et la Magie). Diplomata in violino e specializzata in filologia moderna, è dottore in storia del teatro.

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