L’ombra della verità




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Karin Slaughter

Traduzione: Raffaella De Dominicis

Editore: Time Crime

Genere: thriller

Pagine: 507

Anno di pubblicazione: 2012

Sinossi. Quando l’agente Michael Ormewood, del dipartimento di polizia di Atlanta, viene chiamato in un quartiere popolare di Grady Homes, si trova di fronte a uno degli omicidi più brutali cui abbia mai assistito nel corso della sua carriera: Aleesha Monroe giace in un lago di sangue, il corpo orribilmente mutilato. Poco dopo, il cadavere della vicina di casa di Michael,viene trovato nel cortile posteriore della sua villetta. Viene chiamato ad affiancare Ormewood nell’indagine Will Trent. Eppure, qualcosa non torna: tra i diversi casi ci sono delle incongruenze, dei dettagli che aprono la strada a ipotesi investigative diverse. Forse non si è in presenza di un unico serial killer, forse il mistero celato dietro la morte delle due donne è inestricabilmente legato a un passato che rifiuta di essere sepolto.

Recensione

Ho iniziato la lettura di questo romanzo ben consapevole che è decisamente imperdonabile, per un lettore di thriller, non aver letto niente di Karin Slaughter, autrice prolifica e geniale, considerata una delle migliori scrittici di genere al mondo.

Affacciarsi alla lettura di un autore di cui si è tanto parlato e tanto si continua a parlare, presuppone una buona predisposizione d’animo.  Quando accade, mi trasformo, spesso, in una lettrice puntigliosa e arcigna, intenta quasi a voler trovare il pelo nell’uovo, a voler rilevare una pecca, qualsiasi cosa che possa insinuare una piccola crepa nella reputazione del romanzo che sto leggendo.

Posso dire, con soddisfazione, che questo non è successo con “L’ombra della verità”.

Il romanzo è impeccabile, trascinante, coinvolgente. La lettura è un vero e proprio viaggio che rapisce la tua immaginazione e tiene in scacco il tuo tempo, perché una volta iniziata la lettura non si vorrebbe mai smettere di leggere!

Karin Slaughter possiede senza dubbio l’arte di stregare il lettore con storie ad alto contenuto di adrenalina e allo stesso tempo così aderenti alla realtà da far sembrare naturale al lettore calarsi nella trama e sviluppare profonda empatia con i personaggi. Fa da cornice una prosa semplice, scorrevole, ben orchestrata, con passaggi geniali e cambi di scena che se smorzano temporaneamente la tensione, sanno anche creare una grande curiosità nel lettore.

In questo romanzo si viene introdotti in una indagine che coinvolge giovani adolescenti uccise e mutilate da una mano crudele ed efferata. L’indagine, affidata all’ambiguo poliziotto Michael Ormewood, è ad un punto morto, motivo per cui entra in scena Will Trent, agente speciale del Georgia Bureau Investigation, destinato a diventare protagonista di una serie che conta ormai 9 romanzi (l’ultimo è uscito pochi giorni fa) e 2 racconti brevi.

Will Trent fa il suo ingresso nella serie un po’ in sordina, quasi in silenzio, caratteristica che ho colto integralmente nel suo personaggio. Lui, che è una specie di gigante, si mostra in realtà lieve, leggero, discreto, quasi invisibile. I suoi gesti sono sempre misurati, mai frettolosi, mai impulsivi. Will Trent è lontano anni luce dal detective maledetto a cui siamo un po’ abituati, come lo è dal detective tutto azione, pistole e scene rocambolesche. Will è ponderato, nei gesti, nei pensieri, nei sentimenti. Will cerca maldestramente di tenere nascosti i suoi segreti e le sue debolezze, con escamotage che a volte fanno tenerezza. Will ha un corpo solido ma segnato indelebilmente da profonde cicatrici. Il suo passato è tremendamente tormentato e i suoi fantasmi, anziché alimentare rabbia,  rendono il suo atteggiamento quasi timido.

Capite subìto quindi che è impossibile non innamorarsi di Will Trent. E capite anche che dopo aver letto “L’ombra della verità” si sente, irrefrenabile, il desiderio di conoscerlo meglio, di approfondire lo studio della sua psiche, di vederlo nuovamente in azione (insomma, viene automatica la voglia di leggere immediatamente i successivi romanzi della serie!).

Ciononostante trovo che il personaggio di Will sia sovrastato da altri personaggi del romanzo. Prima fra tutti Angie, agente della buoncostume che ha condiviso con Will un passato di violenze e di abusi. Angie è chiassosa, ingombrante, colorita quanto Will è silente, invisibile e neutro. Angie è impulsiva ed è segnata profondamente dagli abusi e risponde al suo disagio esistenziale con una vita sentimentale tumultuosa, cacciandosi nei guai e buttandosi a capofitto in ogni cosa che la coinvolga.

Un altro personaggio che mi ha colpito è John, che è stato ingoiato, quando era poco più che un ragazzo, dal carcere e dai suoi orrori. John, accusato di un crimine orribile, costretto a subire una sorte insopportabile, dalla quale è riuscito in qualche modo ad allontanarsi, seppur solo temporaneamente. Il suo personaggio è decisivo per la storia ed è reso alla perfezione dalla Slaughter, che interpreta magistralmente le sue paure, i suoi incubi e finalmente anche la sua rinascita.

Ed infine, davvero degna di nota è la metamorfosi che subisce l’equivoco Michael, che viene introdotto come un padre distrutto dalla disabilità del figlioletto e dal suo matrimonio che si sta sgretolando, ma che mostra, pagina dopo pagina, delle crepe dalle quali filtrano inquiete sensazioni.

Karin Slaughter costruisce un intreccio davvero notevole, mettendo in pista questi personaggi affascinanti. I piani scenici sono due e seppur concatenati, scorrono paralleli l’uno all’altro. Il momento in cui si intuisce un certo cambio di direzione è unico! L’attimo in cui si accende la lampadina nella mente del lettore è un momento sensazionale! Ciò che si intuisce, pagina dopo pagina è davvero elettrizzante! Insomma, una costruzione da lode!

Se devo trovare, invece, un punto debole, lo individuerei nel fatto che non si riesce a saziarsi delle informazioni che la Slaughter ci dà sui suoi personaggi, in special modo su Will Trent.  Alla fine del romanzo posso dire di non conoscere ancora bene Will, del quale ho sì impressa la mappa delle sue cicatrici ma non una conoscenza accettabile del suo passato e dei suoi intimi pensieri. Un pò di sconcerto ho ricavato, inoltre, dal fatto che l’autrice si “dimentica” di Will per almeno un centinaio di pagine per passare a parlarci del passato di John. Quel passaggio,seppur molto coinvolgente, mi ha lasciato un senso di abbandono. Mi chiedevo, continuamente “ma dov’è finito Will?”

Ma a parte queste considerazioni,  l’intensità del mio entusiasmo e del mio gradimento per “L’ombra della verità” è davvero forte! Ho la presunzione di pensare che il mio entusiasmo sia ben riposto, se è vero che la Slaughter ha avuto così tanto successo con questa serie (ma anche con le altre, a dire il vero!).

E mentre l’archivio del mio e-reader si prepara ad accogliere tutti i romanzi della serie, io non vedo l’ora di riprendere a leggere!

Karin Slaughter


Karin Slaughter (Georgia, 1971) è una delle regine del crime internazionale: i suoi thriller sono sempre in vetta alle classifiche con trenta milioni di copie vendute nel mondo e traduzioni in trenta paesi. Insignita 5 volte (l’ultima nel 2013) del prestigioso Crimezone Thriller Award, vive e lavora ad Atlanta.

 

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