L’oscura morte di Andrea Palladio




Sinossi. Vicenza, 14 febbraio 1569. Leonida di Andrea della Gondola, un giovane intemperante e tormentato, partecipa alla festa di San Valentino presso il palazzo di Alessandro Camera e, tra melodiose danze e ricchi banchetti, seduce la moglie del padrone di casa. Tra i due uomini scoppia un litigio feroce durante il quale Alessandro Camera muore accoltellato. Ma quella che sembra l’ennesima sanguinosa lite della Vicenza rinascimentale si rivela un affare molto più grosso. Leonida infatti è il figlio di Andrea Palladio, il più celebre architetto della Serenissima. E proprio nel momento del suo massimo splendore artistico, per Andrea, padre e marito fedele, la sfida quotidiana diventa proteggere Leonida e il resto della famiglia, perché nella città delle faide, dell’Inquisizione e della peste che non lascia scampo, nessuno è al sicuro. Il leggendario architetto dovrà fare i conti con avvenimenti che lo segneranno nel profondo fino alla fine dei suoi giorni.

 L’OSCURA NOTTE

DI ANDREA PALLADIO

di Matteo Strukul

Rizzoli 2024

Romanzo storico, pag.280

 Recensione di Claudia Cocuzza

Matteo Strukul è noto, in Italia e all’estero, come autore di romanzi storici. Assurto alle vette delle classifiche grazie alla tetralogia I medici, mette da parte il pulp e l’action, anche nella versione fumettistica – da cui proviene – per dedicarsi completamente al romanzo storico.

L’oscura morte di Andrea Palladio ripercorre le vicende del celebre architetto veneto in un arco temporale che copre poco più di un decennio, dal 1569 alla morte, avvenuta in circostanze misteriose nel 1580.

Della vita privata di Palladio non si sa molto. Si conosce l’artista e si conoscono i suoi lavori, le ville, le chiese, il maestoso teatro Olimpico di Vicenza; la sua eredità è giunta fino a noi grazie all’opera mastodontica che raccoglie i suoi progetti e la sua visione dell’arte, I quattro libri dell’architettura. Ma di Andrea di Pietro della Gondola, ovvero dell’uomo, cosa sappiamo?

Strukul si concentra su questo aspetto, pur non scindendo mai Andrea da Palladio, l’uomo dal grande architetto. 

A mio modo di vedere, il punto di forza del romanzo è proprio nell’umanità del protagonista, nel suo dilemma di capo famiglia, di marito e padre che, a un certo punto della propria vita, quando il mondo che si è costruito attorno inizia a sgretolarsi, si ferma e si chiede: dove ho sbagliato?

La parabola discendente di Palladio ha inizio con l’omicidio commesso dal suo primogenito, Leonida, a danno di un esponente della famiglia Camera. Da lì, in breve tempo, Andrea Palladio dovrà fare i conti con la perdita di persone a lui care, che si rimprovera di non aver saputo proteggere, ma anche con l’invidia della gente, della sua gente, addirittura di uomini che un tempo ha contribuito a formare, discepoli che reputa di aver seguito come meglio ha potuto, e si chiederà se la vita che ha vissuto è stata spesa bene. Pensate, un genio del suo tempo, un uomo che ha dato vita a un movimento artistico che ha ispirato gli architetti a venire per secoli, che si avvia alla morte con un dubbio del genere a gravargli sul cuore.

Questo mi resta della lettura de L’oscura morte di Andrea Palladio, ma qualcosa, da lettrice, mi manca.

Mi è mancata la possibilità di vivere la storia; sono rimasta sempre ai margini della scena, mai dentro, e questo è un grosso limite perché non sono riuscita a empatizzare con i personaggi, a tifare per l’uno o per l’altro, a provare dei sentimenti. Probabilmente questo è dovuto alla scelta dell’autore di non narrare dal punto di vista di nessun personaggio in particolare, ma di utilizzare una focalizzazione variabile che scivola spesso, spessissimo, nell’onnisciente.

Mi è mancato lo sviluppo di alcune situazioni e di certi personaggi interessantissimi dal punto di vista storico e, a maggior ragione, dal potenziale narrativo pazzesco che però, in queste pagine, vengono solo abbozzati, accennati. Mi riferisco a personaggi come Bianca Nievo e Odoardo Thiene, e con loro a tutta l’intricatissima storia che unisce Vicenza ai movimenti eretici dell’epoca e alla Santa Inquisizione, o al medico Alessandro Massaria e alla peste che funestò Vicenza in quegli anni. Personaggi ed eventi che toccarono la vita di Palladio, che la influenzarono più o meno pesantemente e che, in questa storia, avrebbero meritato più spazio.

Visti titolo e collocazione editoriale, poi, mi sarei aspettata un giallo storico, anche nelle varianti thriller o noir, mentre quella che ho letto è la biografia romanzata – sostenuta da un gran numero di fonti e riferimenti bibliografici – di un uomo straordinario che ha avuto grandi riconoscimenti in vita ma altrettanto grandi dolori, fino alla rivisitazione della sua morte, questa sì in chiave noir.

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Matteo Strukul


è nato a Padova nel 1973. È l’autore di romanzi storici che ha raggiunto il primo posto della classifica italiana. Laureato in Giurisprudenza, dottore di ricerca in Diritto europeo e membro della Historical Novel Society, le sue opere sono in corso di pubblicazione in quaranta Paesi e opzionate per il cinema. È l’autore della saga bestseller dedicata ai Medici di Firenze, che comprende “Una dinastia al potere” (vincitore del Premio Bancarella 2017), “Un uomo al potere”, “Una regina al potere” e “Decadenza di una famiglia”. Successivamente ha pubblicato “Inquisizione Michelangelo”, “Le sette dinastie”, “La corona del potere”, “Dante Enigma”, “Il cimitero di Venezia”, “Paolo e Francesca”, tutti bestseller internazionali.

A cura di Claudia Cocuzza  

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