L’ufficio degli affari occulti 




 L’ufficio degli affari occulti

di Éric Fouassier

Neri Pozza, 2022

Maddalena Togliani (Traduttore)

Giallo / Mystery, pag. 336

Sinossi. Un bambino corre, a piedi nudi, nella notte. Corre senza meta nelle viuzze buie e strette della Parigi cenciosa che festeggia l’ascesa al trono di Luigi Filippo. Il suo cuore è un tamburo impazzito. La mente, occupata da un solo pensiero: sfuggire agli artigli del Vicario, che è lì da qualche parte, nell’oscurità, pronto a dargli la caccia tutta la notte. In un vicoletto, il bambino scorge un coccio di bottiglia tra le immondizie. Lo afferra per tagliare il tendone più vicino. Un taglio discreto, giusto per entrare. Una volta dentro, lo accolgono visi da incubo, emersi dal nulla, in un terrificante labirinto di specchi da cui è impossibile uscire… Dall’altra parte della città, in uno dei quartieri ricchi della capitale, nella residenza di Charles-Marie Dauvergne, deputato alla Camera di fresca nomina, si festeggia il fidanzamento di Lucien Dauvergne con la figlia di un industriale normanno. Lucien è un giovane frivolo, un dandy elegante e bohémien. Nel corso della serata, sale al piano superiore della casa e scompare letteralmente dalla festa. Temendo un capriccio del suo incorreggibile rampollo, Madame Dauvergne si avventura anche lei al primo piano, e vede il figlio inginocchiato dinanzi a un grande specchio di Venezia con la cornice dorata. Il giovane si alza, abbozza un saluto, poi avanza con passo risoluto verso la finestra e si getta serenamente nel vuoto. L’inchiesta su una tragica, illogica morte del figlio di un personaggio illustre suscita sempre non pochi timori nelle alte sfere del potere. Alla Süreté viene perciò convocato e istruito in tutta fretta Valentin Verne, giovane ispettore della Buon costume, il servizio di protezione della morale. A Valentin, che sotto la sua apparenza eterea cela una durezza, una determinazione tagliente quanto il filo di una lama, non resta che accettare il nuovo incarico, anche se comporta, per il momento, la rinuncia a venire in aiuto di Damien, un orfano indifeso caduto nelle grinfie del mostro che si fa chiamare il Vicario. Accolto in Francia da uno straordinario successo di critica e di pubblico, L’ufficio degli affari occulti è un romanzo irresistibile in cui i generi si uniscono in un intrico fatto di esoterismo e scienza, di misteri e codici da decifrare insieme al protagonista delle sue pagine: Valentin Verne, responsabile dell’Ufficio degli affari occulti della Süreté di Parigi. Un bambino corre, a piedi nudi, nella notte. Corre senza meta nelle viuzze buie e strette della Parigi cenciosa che festeggia l’ascesa al trono di Luigi Filippo. Il suo cuore è un tamburo impazzito. La mente, occupata da un solo pensiero: sfuggire agli artigli del Vicario, che è lì da qualche parte, nell’oscurità, pronto a dargli la caccia tutta la notte. In un vicoletto, il bambino scorge un coccio di bottiglia tra le immondizie. Lo afferra per tagliare il tendone più vicino. Un taglio discreto, giusto per entrare. Una volta dentro, lo accolgono visi da incubo, emersi dal nulla, in un terrificante labirinto di specchi da cui è impossibile uscire…Dall’altra parte della città, in uno dei quartieri ricchi della capitale, nella residenza di Charles-Marie Dauvergne, deputato alla Camera di fresca nomina, si festeggia il fidanzamento di Lucien Dauvergne con la figlia di un industriale normanno. Lucien è un giovane frivolo, un dandy elegante e bohémien. Nel corso della serata, sale al piano superiore della casa e scompare letteralmente dalla festa. Temendo un capriccio del suo incorreggibile rampollo, Madame Dauvergne si avventura anche lei al primo piano, e vede il figlio inginocchiato dinanzi a un grande specchio di Venezia con la cornice dorata. Il giovane si alza, abbozza un saluto, poi avanza con passo risoluto verso la finestra e si getta serenamente nel vuoto. L’inchiesta su una tragica, illogica morte del figlio di un personaggio illustre suscita sempre non pochi timori nelle alte sfere del potere. Alla Süreté viene perciò convocato e istruito in tutta fretta Valentin Verne, giovane ispettore della Buon costume, il servizio di protezione della morale. A Valentin, che sotto la sua apparenza eterea cela una durezza, una determinazione tagliente quanto il filo di una lama, non resta che accettare il nuovo incarico, anche se comporta, per il momento, la rinuncia a venire in aiuto di Damien, un orfano indifeso caduto nelle grinfie del mostro che si fa chiamare il Vicario.

Accolto in Francia da uno straordinario successo di critica e di pubblico, L’ufficio degli affari occulti è un romanzo irresistibile in cui i generi si uniscono in un intrico fatto di esoterismo e scienza, di misteri e codici da decifrare insieme al protagonista delle sue pagine: Valentin Verne, responsabile dell’Ufficio degli affari occulti della Süreté di Parigi.


Recensione di Francesca Mogavero

Le teste sono cadute, il Terrore è passato (davvero?), anche Bonaparte ha avuto il suo 5 maggio (e qualcuno lo rimpiange), ma per i vicoli di Parigi continua a vagare uno spettro dai molti nomi e dai mille volti: si chiama malcontento, si chiama disillusione, povertà, orrore.

Ha il sorriso mellifluo di chi si finge amico, di chi offre rimedi e invenzioni portentosi (a cui affidarsi è così facile e allettante), di chi nasconde tra le pieghe di un abito talare un’anima marcia che forse non c’è nemmeno mai stata.

Ma tra le vie della città si aggira anche un angelo, biondo e bellissimo, con occhi ora grigi ora verdi che ora soggiogano e ora seducono: si chiama Valentin Verne ed è un giovane ispettore dai metodi poco ortodossi, silenzioso e solitario, con troppi lutti sulle spalle e una missione da portare avanti, costi quel che costi.

Come è tipico delle creature ultraterrene, che non hanno nulla da spiegare e non conoscono tregua né pace, almeno fino al giorno del Giudizio.

Valentin, temporaneamente distaccato dalla Buon costume alla Süreté, è costretto ad accantonare la sua dannata cerca per indagare sullo strano e inspiegabile suicidio di Lucien Dauvergne – indolente e appassionato di poesia, rampollo di una potente famiglia borghese fresca di incarichi politici – venendo risucchiato in un labirinto di specchi in cui i riflessi deformati sono forse più veri del vero, le immagini e le piste si moltiplicano e la mente vacilla, crea connessioni, riporta a galla ricordi, ordisce trame e malefici…

È dunque la fine? Tutt’altro, perché il nostro eroe è un angelo, sì, ma di quelli che brandiscono la spada, conoscono la Caduta, la vendetta, le debolezze e le genialità degli esseri mortali, e sa sfruttarle, addirittura farle proprie. Perché a furia di rovistare, nelle fogne più fetide della cronaca e dello spirito, si finisce per restarne macchiati, e non esiste lavaggio, espiazione o dolce sentimento che possa cancellare o quantomeno far sbiadire il segno.

Con L’ufficio degli affari occulti, Éric Fouassier miscela, da eccellente farmacista e brillante romanziere, una solida base storica e scientifica, immaginazione quanto basta e un distillato di mistero e non-detti, dando vita a un composto che funziona e innesca l’unica reazione possibile: la sorpresa e la curiosità di saperne ancora, di più.

Quali intrighi, macchinazioni e “malfattori di nuovo stampo” attendono il nostro Valentin?

Riuscirà una spigliata e intelligente brunetta a far breccia nella sua corazza adamantina, così lucente e così dura?

E soprattutto, dopo tante rimozioni, tanti errori, lacrime e mutamenti, sarà ancora possibile riconoscersi allo specchio… e magari sorridersi?

Un interrogativo, questo, che probabilmente travalica i confini della letteratura e arriva fino a noi.

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Éric Fouassier


nato nel 1963, è professore universitario, membro dell’Accademia Nazionale di Farmacia e Cavaliere della Legion d’Onore. Ha scritto diversi romanzi e racconti. L’ufficio degli affari occulti ha vinto il premio Maison de la Presse nel 2021 ed è il primo di una serie con protagonista l’ispettore Valentin Verne.

A cura di Francesca Mogavero

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