L’ultima testimone




Recensione di Giulia Manna


Autore: Cristina Gregorin

Editore: Garzanti

Genere: narrativa

Pagine: 320

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. 

Una narrazione intensa e avvincente che è uno spaccato di una pagina poco conosciuta della seconda guerra mondiale. Una storia sulla responsabilità personale, sul potere dei segreti e sull’importanza del passato per capire chi siamo veramente.

«Cercate Francesca perché solo lei conosce la verità.»

Sono le ultime parole di un uomo anziano che sta morendo. Una frase semplice, ma capace di stravolgere la routine che la donna si è costruita con difficoltà negli anni. Una routine in cui non c’è spazio per il passato. Ma troppe domande attendono da tempo una risposta e ora la costringono a tornare a Trieste. In quella città, quando era solo una ragazzina, ha assistito a qualcosa che ha cercato con tutte le forze di dimenticare. Qualcosa che ha a che fare con gli amici di sua nonna, i loro misteriosi contatti e un passato oscuro legato a vicende della seconda guerra mondiale: soldati di opposte fazioni, delazioni, vendette in una città sospesa tra frontiere contese e destini incerti. Uomini che hanno combattuto nella Resistenza, cercando di fermare il nemico, con qualunque nome o divisa si presentasse, e hanno insegnato a Francesca a non fidarsi di nessuno. Ma combattere fino in fondo per i propri ideali significa fare scelte che cambiano il futuro. Scelte che hanno un prezzo. Scelte che portano con sé segreti, per i quali non dovrebbero esserci testimoni. Ora tutto ricade su Francesca. Perché qualcuno l’ha chiamata a ricordare. Perché la storia più sembra lontana più è a un passo.

Recensione

La seconda guerra mondiale è stata terribile, ma cosa è accaduto in città di confine come Trieste? Ci fu la cosiddetta “questione triestina”, con l’occupazione tedesca prima e jugoslava poi. Tramite questo romanzo, Cristina Gregorin ci racconta una parte di storia d’Italia forse dimenticata.

Trieste. Bruno Tommasi ha novantaquattro anni e sa che ormai il suo tempo sta per scadere quando si rivolge al nipote, Mirko, storico di professione, chiedendogli di trovare Francesca Molin.

Quet’ultimo si mette sulle tracce di Francesca, medico milanese che interpellata dice di non ricordare nulla di quel passato lontano dove lei era solo una bambina.

Però Mirko è ostinato e minaccia di parlare direttamente con sua nonna Alba, quindi Francesca decide di tornare a Trieste, per essere al fianco di sua nonna mentre il nipote, aiutato da un poliziotto, cercare di capire quelle ultime parole.

«Mi sono sempre sforzato di essere giusto, di stare dalla parte dei più deboli, primi tra tutti i bambini. È che qualche volta si può scivolare. Tu sei giovane, non puoi sapere. Io ho tanti anni, ho provato a fare del bene, ma come si fa a non scivolare, qualche volta, in tanti anni.» Poi alza gli occhi e guarda il soffitto come se cercasse una zanzara. «Ti prego, Mirko, trova Francesca Molin. Per la pace di tutti.»

Francesca davvero non ricorda nulla come dice?

E’ un romanzo molto crudo che si incentra sulla scelta più difficile di tutte: sopravvivere in tempi di guerra. Tempi in cui ci si accusava a vicenda tra vicini, famigliari e amici pur di avere salva la pelle. Scelte difficili che rimangono che creano un’ombra nella nostra anima.

Francesca è un personaggio giustamente tormentato da pesi che sono difficili da portare fin da bambina.

Questa lettura ha un impatto psicologico molto forte, ma dovuto.

Lo consiglierei anche nelle scuole, perché non è facile mettersi nei panni di nessuno di questi personaggi: Liliana, Vasco, Bruno e nemmeno di Francesca.

Cosa avremo fatto noi al posto loro? Sinceramente è due giorni che ci penso. Ed il fatto che mi abbia turbata e mi fa riflettere, vuole solo dire che questa è un’ottima lettura.

 

Cristina Gregorin


 è nata a Trieste ma si è poi trasferita a vivere a Venezia, dove per molti anni si è impegnata nella salvaguardia del patrimonio culturale collaborando con un’associazione di cittadinanza. Ha vissuto anche per lunghi periodi in Germania, dove ha conseguito un dottorato in Letteratura tedesca. Con Garzanti, nel 2020, ha pubblicato L’ultima testimone.

 

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