L’unica figlia



l'unica figlia

Recensione di Ilaria Bagnati


Autore: Anna Snoekstra

Traduzione: Manuela Faimali

Editore: HarperCollins Italia

Genere: thriller psicologico

Pagine: 332

Anno pubblicazione: 2017

È il 2003 e Rebecca Winter, per tutti Bec, una teenager australiana, vive la tipica vita di una adolescente che esce con gli amici e ha un lavoretto per l’estate.

Tra gli amici, Lizzie ha un posto speciale da ben 5 anni, è la sua migliore amica, con lei si confida e compie anche qualche furto di vestiti costosi per non intaccare i soldi della paga. La solita routine viene stravolta quando inizia a percepire che qualcuno la sta seguendo, che questo qualcuno è entrato in camera sua ed è arrivato al punto da imbrattarle il letto di sangue. Bec crede si tratti di un’entità, forse uno spirito, ma di cosa si tratta veramente? È solo la sua immaginazione? I suoi amici non sanno se crederle. Vero oppure no, poco importa, perché un bel giorno Bec scompare e nessuno sa che fine abbia fatto… o forse sì?

Nel 2014, Bec ricompare e tutti sono meravigliati, compreso il detective incaricato del caso, perché dopo 10 anni tutti credevano ormai fosse morta. Ma Bec non è la vera Bec, è solo una ragazza che le assomiglia molto, che vive di espedienti e che si è finta Rebecca Winter per sfuggire alla polizia che l’ha fermata per un furto.

Quando vede che nessuno la riconosce e che può avere finalmente un pasto caldo, un letto dove dormire, dei vestiti puliti e il calore di una madre, decide di continuare a fingere. Come fanno tutti a credere che lei sia la vera Bec?

“L’unica figlia” è il libro di esordio per Anna Snoekstra e devo dire che è un ottimo esordio. Ho trovato la storia originale, sebbene sia difficile credere che famiglia e amici non riescano a riconoscere la ragazza, anche se dopo 10 anni.
Comunque il racconto è coinvolgente e la narrazione ben strutturata. I capitoli che riguardano la vera Bec del 2003 e la finta Bec del 2014 si alternano, e le vicende vengono narrate in prima persona.
Nel racconto si percepiscono dei comportamenti strani, come quello della madre e del padre di Bec, ma niente fa immaginare il finale che sorprenderà il lettore.

Apprezzabile è anche la capacità dell’autrice di farci entrare nei pensieri della vera e della finta Bec; interessante è ciò che percepisce la finta Bec in coloro che conoscono la vera Bec e come lei riesca a fingere bene con loro.

Chi ama i thriller psicologici non può perderselo!

Anna Snoekstra


australiana, dopo aver frequentato corsi di scrittura creativa e cinematografia all’universita di Melobourne e alla RMIT University, ha svolto i lavori più disparati, dalla barista alla receptionist, prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura