L’uomo che scrive ai morti




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Douglas Preston, Lincoln Child

Traduzione: Elisa Finocchiaro

Editore: Rizzoli

Genere: thriller

Pagine: 350

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Alle sette e quarantacinque di un mattino azzurro pallido, il grido di una donna lacera la quiete del cimitero di Miami Beach, Florida. Agli agenti intervenuti sul luogo, la donna mostra l’orribile scoperta: un cuore umano, trovato sulla tomba di una certa Elise Baxter insieme a un delirante messaggio di cordoglio. “Cara Elise, mi dispiace tanto per quello che ti è successo. Spero accetterai questo dono insieme alle mie più sentite condoglianze. Ora andiamo, tu e io… altri sono in attesa dei propri doni.” Uno psicopatico che ama fare macabri regali e promette vittime: un caso perfetto per l’agente speciale Aloysius Pendergast. Solo che, questa volta, il cane sciolto dell’FBI non potrà muoversi come di consueto, al di fuori delle regole e in solitaria: c’è stato un cambio ai vertici del Bureau, e Pendergast adesso è affiancato da un collega. Mentre la caccia all’uomo lo spinge da una parte all’altra degli Stati Uniti – dalle affollate strade di Miami alle claustrofobiche paludi delle Everglades, dalle cime innevate del Maine a un campus universitario di New York – il numero delle vittime continua a crescere. Pendergast deve affidarsi alle proprie capacità deduttive per scoprire cosa collega i recenti omicidi in Florida a una serie di suicidi avvenuti dieci anni prima. Contemporaneamente, deve capire in fretta chi sia l’agente Coldmoon, il partner che gli è toccato: può fidarsi di lui, oppure Coldmoon è un temibile e scaltro avversario?

Recensione

Gli ingredienti per un buon thriller ci sono tutti: uno scaltro agente FBI, un serial killer, le affollate spiagge di Miami come sfondo…

Le prime pagine ci portano subito a far conoscenza con le bizzarrie dell’assassino: un cuore lasciato su una tomba assieme a un biglietto di scuse in cui spicca una citazione letteraria. La tomba appartiene a una ragazza suicidatasi molti anni prima e che non sembra avere legami con la “proprietaria” del cuore.

Il caso si presenta difficile e a capo delle indagini federali viene inviato a Miami AloysiusPendergast, l’eccentrico e quasi infallibile agente FBI.

Per chi non lo conoscesse, Pendergast si presenta come un mix di tutti i più celebri agenti e detective della letteratura: raffinato e abituato al lusso come James Bond, dandy ed elegante come Philo Vance, fuori dell’ordinario come Hercule Poirot, colto e sempre a caccia dell’indizio come Sherlock Holmes. A tutto questo si deve aggiungere poi un lato della personalità vagamente oscuro e misterioso.

Il nostro agente dunque arriva a Miami assieme a un giovane collega, Coldmoon, incaricato più di sorvegliarlo che di aiutarlo. Pendergast, per il suo comportamento fuori da canoni, infatti non è gradito ai nuovi vertici del Bureau.

Nel frattempo gli omicidi continuano sempre con la stessa modalità: cuore strappato a una vittima e depositato sulla tomba di una ragazza suicida con un biglietto di scuse. Non trovando legami tra le vittime odierne, l’agente comprende che la soluzione deve per forza essere racchiusa nel sottile filo che unisce le morti avvenute nel passato e che forse non sono avvenute davvero per suicidio.

Il finale, come si conviene a un giallo che si rispetti, è ricco di avvenimenti, inseguimenti e sparatorie nelle inospitali Everglades che metteranno a dura prova l’abilità di Pendergast.

Nello svolgersi degli eventi i lettori assidui di thriller noteranno senz’altro gli echi de “Il poeta” di Connelly: suicidi che mascherano omicidi, citazioni letterarie nei biglietti dell’assassino ma le somiglianze finiscono qui, altre sono le atmosfere e altre le dinamiche narrative.

Un libro che si legge tutto d’un fiato alla ricerca di un colpevole che si rivelerà solo nelle ultime pagine.

Un piccolo appunto. Neppure Pendergast è infallibile quando asserisce che: “Il povero Conan Doyle si era sbagliato: Sherlock Holmes usa il processo dell’induzione, non della deduzione.

” L’osservazione non è corretta, Holmes infatti nei suoi ragionamenti sfrutta il metodo abduttivo, motore della ricerca scientifica e investigativa, come ben faceva notare Umberto Eco nel celebre saggio “Il segno dei tre”.

Nel suo scritto Eco mostrava come le corrette conclusioni di ogni indagine siano in definitiva il frutto di un sapiente mix di tutte e tre le metodologie: induttiva, deduttiva e abduttiva. All’abduzione spetta però il ruolo principe di correlare eventi in apparenza non legati tra loro, facendo progredire le ricerche grazie a un salto logico.

A cura di Cristina Bruno

fabulaeintreccio.blogspot.com

Douglas Preston e Lincoln Child


Douglas Preston: è uno scrittore statunitense, famoso per aver scritto bestseller appartenenti al genere techno-thriller e horror, alcuni scritti in collaborazione con Lincoln Child. Lavora per le riviste «The Atlantic Monthly», «The New Yorker», «Harper’s Bazar» e «National Geographic» dove pubblica articoli riguardanti l’archeologia. Insieme a Lincold Child ha firmato successi come La stanza degli orrori, Ice Limit, Maledizione, Marea, Dossier Brimstone, Relic, Due tombe, La mano tagliata, Labirinto blu, La costa cremisi, La stanza di ossidiana. Il loro romanzo più venduto è Il libro dei morti. Dal 1978 al 1985 Preston ha lavorato come scrittore, editor e direttore editoriale per conto dell’American Museum of Natural History di New York. In collaborazione con lo scrittore italiano Mario Spezi ha scritto sul caso del mostro di Firenze con Dolci colline di sangue. Nel 2019 esce L’uomo che scrive ai morti (Rizzoli) scritto con Lincoln Child. Vive nel Maine con la famiglia.

Lincoln Child: è editor, saggista e scrittore americano. Molti dei suoi thriller sono stati scritti in collaborazione con Douglas Preston. Tra questi ricordiamo: L’isola della follia, Sotto copertura, Le porte dell’inferno, Labirinto blu, La costa cremisi. Sempre con Douglas Preston nel 2019 esce L’uomo che scrive ai morti (Rizzoli).


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