Lupi solitari




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Serge Quadruppani

Traduzione: Laura Giuliberti

Editore: Mondadori

Genere: Thriller

Pagine: 288

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Pierre Dhiboun, membro delle forze speciali francesi infiltrato in un gruppo di jihadisti in Mali, sparisce al suo rientro in Francia. Appare chiaro che abbia disertato. Ma da quale esercito? Sono in tanti a chiederselo: il suo superiore – un generale che risponde direttamente al presidente -, una misteriosa organizzazione di mercenari e i servizi segreti francesi. Dhiboun è un lupo solitario? E cosa lo lega a una donna dai capelli rossi e al suo amante, un chirurgo che ha scelto di chiudere con la medicina? Quello che sembrava un classico caso di terrorismo destinato a rimanere confinato in scenari lontani, muta improvvisamente volto quando si scontra con il Limousin profondo, i suoi folli abitanti, i suoi gendarmi di paese, e soprattutto la sua fauna selvaggia, decisa a non farsi imbrigliare. E i suoi lupi, quelli veri, che tutto a un tratto prendono possesso dell’altopiano di Millevaches.

Recensione

Andrea Camilleri nell’introduzione di “L’assassina di Belleville” nell’edizione Oscar Mondadori scrisse cheda Serge Quadruppani, autore francese di romanzi polizieschi e di romanzi senza etichette, non ci si può aspettare un libro che disciplinatamente se ne stia dentro i paletti del cosiddetto “genere”, e questo è anche quanto si può dire di “Lupi solitari” libro che sfugge ad ogni classificazione rigida.

E’ un thriller, è una spy story, è un romanzo di fantapolitica ma è anche un libro che ha tutte le caratteristiche dei lavori di Quadruppani, è un caleidoscopico gioco di rovesciamento delle parti in cui un complicato intrigo geopolitico può mettere a repentaglio la democrazia in Francia.

Camilleri conosceva bene Quadruppani perché era il traduttore dei suoi romanzi in Francia e i particolari gialli di Camilleri avevano bisogno di un continuo dialogo tra autore e traduttore per esaltare la genialità dello scrittore di Porto Empedocle.

Quadruppani, in questo romanzo, racconta la fuga di un “lupo solitario”, l’agente dei servizi segreti francesi Pierre Dhiboun che dopo essere convertito all’islam ed essere passato nelle fila dei jihadisti, è sparito in circostanze misteriose.

Questo spunto di partenza permette a Serge Quadruppani di percorrere diversi territori narrativi che includono la politica estera francese, la crescente influenza dell’estremismo islamico in Africa, tema di scottante attualità come dimostra la recente crisi tunisina che rischia di immettere nuovamente nel Mediterraneo nuove ondate di profughi, le nuove frontiere della guerra cibernetica, con droni con prestazioni stupefacenti, api robot dotate di un pungiglione che contiene una dose di curaro più che letale per un umano e pipistrelli meccanici capaci di straordinarie missioni di osservazione, guidati soltanto dagli ultrasuoni.

Queste armi straordinarie sono strumenti di morte in mano a delle strutture politiche che hanno progettato stragi che ricordano molto da vicino la strategia della tensione che ebbe luogo in Italia negli anni sessanta e settanta: “Questi morti sono sfortunatamente necessari affinché lo scandalo sia eclatante come speriamo.

Certo non ignora lo stato in cui versa oggi la Francia, con le manifestazioni dei poliziotti, un governo che non governa più nulla, che non è neanche più capace di far sloggiare i quattro pezzenti che impediscono la costruzione di un aeroporto, e in primavera ci saranno delle elezioni che si annunciano già ora come la condanna definitiva di tutto ciò assomigli vagamente a una sinistra. Un contesto così favorevole non si vedeva più da anni.”

Una struttura politico-militare nata nelle missioni all’estero come comunità di eletti che riporta alla mente i cavalieri templari e la struttura “Stay Behind” si è trasformata, sacrificando gli elementi più eccentrici, in un’organizzazione, che con l’appoggio dell’industria militare e delle compagnie petrolifere per portare in tutto il mondo l’!American way of life” e per difendere in tutto il mondo gli interessi stelle e strisce.

“Lupi solitari” è anche un’elegia per la natura sempre messa in pericolo ma sempre capace di combattere, come l’asina di un personaggio che diventa più pericolosa di un’arma.

Ambientato nel suggestivo altopiano di Millevaches, nel dipartimento di Corrèze, nella Francia profonda tanto cara a Fred Vargas, il libro pone quasi una dicotomia tra tecnologia e natura e alla fine tirando i conti, si vede per quale schieramento tifa Quadruppani che intreccia con maestria tanti temi permettendosi anche giochi narrativi come quando scrive

E’ un bel fastidio la mania che ha di essere seducente con qualsiasi mimica: infatti sarebbe venire meno al dovere di narratore non riferirlo ma, allo stesso tempo, renderne conto espone al rischio di sessismo”,

come se si fosse improvvisamente reso conto di scrivere in un periodo piuttosto attento ai comportamenti non ortodossi, oppure quando introduce uno scombinato scrittore italiano autore di un solo libro di successo. “Assalto contro un tempo devastato e vile”, pubblicato con lo pseudonimo di Giuseppe Genna che in realtà è un ottimo scrittore che nella sua bibliografia può contare anche ottimi gialli come “Catrame” e “Nel nome di Ismhael”.

A Serge Quadruppani piace giocare, con il suo ruolo di narratore, con gli amici scrittori e anche con i generi codificati ma ogni suo libro è un esercizio di alta capacità letteraria che mostra il mondo contemporaneo nella sua cruda realtà.

 

 

Serge Quadruppani


Dopo aver esercitato diversi mestieri, ha iniziato a scrivere e tradurre libri intorno ai trent’anni. Vive tra Belleville (Paris) e il Sud Italia. Dopo aver pubblicato saggi, inchieste e due romanzi storici, ha soprattutto scritto romanzi noir, in particolare – pubblicati da Anne-Marie Métailié -, una trilogia: “Y”, “Rue de la Cloche”, “La forcenée”, 1991-93. Poi un romanzo con lo pseudonimo di Andrea Gandolfo: Le Plagiat”. Poi “Corps défendant”, 2001, e “La nuit de la dinde”, 2003 (Prix du Roman du Var 2003 e Prix interlycées professionnels de Nantes 2004). Con altri editori ha pubblicato, tra l’altro: “Tir à vue”, “Série Noire”, 1993; “Comment je me suis noyé”, “Série Noire”, 1995; “Tonton tué”, Souris Noire/Syros, 1996; “Le sourire contenu”, Fleuve Noir, 1998; “Colchiques dans les prés”, Babel Noire/Actes Sud, 2000. Ha partecipato alla creazione del personaggio del «Poulpe» e al lancio di quella serie (Saigne-sur- Mer, Poulpe n°2, Baleine, 1995) e ha creato la collana «Alias» au Fleuve Noir (Je pense donc je nuis, Alias n°1, 1997). Da più di 25 anni svolge anche la professione di traduttore e di «passeur»: ha fatto conoscere, come direttore di collana, molti autori italiani in Francia. Tra questi: Andrea Camilleri, Valerio Evangelisti, Santo Piazzese, Laura Grimaldi, Sandrone Dazieri, Massimo Carlotto, Marcello Fois, Giuseppe Montesano, Eraldo Baldini, Piergiorgio Di Cara, Giancarlo de Cataldo, Wu Ming, Grazia Verasani, Ottavio Cappellani, Michele Serio, Maurizio Braucci, Francesco De Filippo, traducendoli personalmente nella maggior parte dei casi. Ha dato alla sua attività di traduttore una nuova dimensione: diventando, come lui si definisce, “apporteur de texte”, ha fatto scoprire gli autori italiani che secondo il suo parere hanno portato un’aria nuova nella letteratura transalpina. È in quest’ottica che si occupa della biblioteca italiana presso le edizioni Métailié. In Italia i suoi romanzi sono stati pubblicati da Marsilio, Deriveapprodi e nel 2011 Edizioni Ambiente ha presentato “La rivoluzione delle api”, un giallo ecologista ambientato in Val Pellice. Nel 2013 Einaudi Stile Libero ha pubblicato “Saturno”

 

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