Maria. Nata per la libertà




Recensione di Chiara Forlani


Autore: Amalia Frontali

Editore: Nua Edizioni

Genere: Narrativa storica

Pagine: 272

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Aprile 1944: appesa ai cornicioni una donna fugge dalle finestre dell’ospedale Niguarda, a Milano. È Maria Peron, un’infermiera trentenne, nubile, che abita in un convitto di suore e non ha alcun interesse per la politica, né tantomeno per la lotta armata. Però è coraggiosa, affamata di libertà e la sua bussola morale è infallibile. Ricercata dai fascisti, prende una decisione che le cambierà la vita: salire sui monti della Valgrande e diventare una ribelle. Maria trascorre un anno insieme ai partigiani e si spende senza riserve per prestare aiuto, senza mai imbracciare un’arma. Organizza un’infermeria e un presidio sanitario, si guadagna un grado da ufficiale e i galloni di chirurgo sul campo. Attraversa l’inferno della guerra, trovandosi testimone e protagonista di eventi drammatici e atti di ordinario eroismo e facendo i conti, giorno dopo giorno, con la propria coscienza. Infine incontra persino l’amore, a cui credeva di avere già rinunciato. Nel pieno di una tragedia collettiva, Maria si scopre piena di risorse, pragmatica e coraggiosa, capace di ridisegnarsi sulle proprie esperienze restando coerente a se stessa. Questa è la sua storia ed è una storia vera.

Recensione

Era proprio così. Era la guerra a essere una faccenda diabolica. Così come deformava il tempo, deformava le coscienze, sicché gli uomini, tanto quelli che l’avevano istigata, quanto quelli che la detestavano, si trovavano schiacciati, posseduti, travolti, incapaci. Costretti a fare cose che duravano pochi attimi e di cui avrebbero avuto vergogna e portato il peso tutta la vita.”

Questo brano è tratto dal romanzo “Maria: Nata per la libertà” di Amalia Frontali, ed è uno dei tanti che mi ha colpito e che ho ricopiato con cura, per rileggerlo in seguito, allo scopo di meditare sul senso della vita con l’aiuto di Maria Peron, l’infermiera partigiana protagonista del libro.

L’autrice ricostruisce in modo dettagliato la sua vera storia, Maria Peron è stata una delle protagoniste della resistenza, ha dedicato la sua vita a questa causa e in seguito ha sposato un compagno di guerriglia, che si era battuto al suo fianco durante la militanza sui monti della Valgrande.

Nel romanzo viene narrato con grande ricchezza di particolari il periodo che Maria trascorse in montagna a fianco delle formazioni combattenti, a partire dal momento in cui la giovane riuscì a sottrarsi alla cattura da parte dei fascisti, calandosi da una delle finestre dell’ospedale Niguarda e dandosi alla macchia nelle valli del Verbano.

Nonostante il libro sia una biografia romanzata, ho apprezzato in modo particolare la dedizione posta dall’autrice alla ricerca di fonti documentarie e testimonianze d’epoca: la narrazione è ricca di dettagli e di storie vere, che ci trasmettono il sapore, l’orrore e il sacrificio di quei giorni ormai lontani, dove gli ideali erano una bandiera che richiedeva sacrifici atroci, accettati a testa alta da chi credeva nella libertà della nostra penisola.

Sono rimasta colpita dalla precisione nella ricostruzione degli episodi di guerriglia, dalla descrizione degli interventi chirurgici di fortuna che Maria riesce ad effettuare nelle più disparate situazioni, oltre che dalla rievocazione precisa e dettagliata delle azioni di sabotaggio e di difesa, con tutto il bagaglio di desolazione e di orgoglio che quegli uomini coraggiosi si portavano dietro.

Ho amato Maria nella sua semplicità, per la determinazione che non è mai venuta meno nonostante le avversità e i pericoli. Il libro si legge tutto d’un fiato quasi come un giallo, trepidando insieme alla protagonista, commuovendosi con lei.

Usando un linguaggio scorrevole ma preciso, l’autrice è riuscita nell’intento che di certo si è posta: ricreare sulla carta un personaggio intenso e la complessità di tutto ciò che la circonda, in un periodo storico mai abbastanza rievocato.

Maria gli aveva mostrato un nuovo tipo di coraggio, quello delle idee e della fede, per cui, in mezzo a una pioggia di fuoco, quando alcuni di quelli che imbracciavano i fucili impazzivano o scappavano accecati dalla paura, si poteva scegliere di stare in prima linea disarmati. E gli aveva rivelato una femminilità nobile, altruista, audace ed eroica, che l’aveva colpito nel profondo.”

A cura di Chiara Forlani

https://www.chiaraforlani.it/

Amalia Frontali


Amalia Frontali vive in campagna, lavora nel campo dell’ IT, legge e scrive per divertimento, sia da sola che a quattro mani. Appassionata di letteratura dell’Ottocento, ha scritto diversi romanzi sentimentali che rispecchiano in particolare lo stile Regency.

Pubblicazioni: Maria: nata per la libertà, La gemma di Ceylon, La chioma di Berenice

Con Rebecca Quasi: Centro, Accordi

Con Amaryllis L. Medlar: Il prezzo della sposa, La sorte della sposa, La colpa della sposa, La sorte della sposa, β-Polaris

 

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