SPECIALE. Maria Oruña incontra i Blogger




Maria Oruña incontra i Blogger 

PRIMA PARTE 


introduzione di MariaOruña 

 
Maria Oruña

Ciao a tutti, grazie per essere con me questo pomeriggio e per aver realizzato il sogno di essere pubblicata in Italia. “Quel che la marea nasconde”, è il quarto libro di una serie, ma, ognuno di questi libri,  ha una trama indipendente. L’unico personaggio che ritorna, è la protagonista: Valentina Redondo.

In “Quel che la marea nasconde”, volevo scrivere un mistero a stanza chiusa, nel caso qui citato, la cabina di una goletta.

Come risolvere questo mistero impossibile?

Per me è stata una sfida d’ingegno e anche una provocazione rivolta ai miei lettori, supportata dalle citazioni poste all’inizio di ogni capitolo, la cui missione  è quella di aprire una pista a ciò che succederà, oltre ad aiutare il lettore nella risoluzione.
Le citazioni si riferiscono ad autori che hanno scritto romanzi di mistero legati ad un crimine che si è consumato in una stanza chiusa.

Vorrei ora riferirmi ai protagonisti del romanzo.

Il lettore si chiederà se i protagonisti, siano effettivamente così buoni o così malvagi.

Un buon romanzo, a parer mio, non deve dare queste risposte, ma piuttosto indurre il lettore a farsi delle domande.

Dunque sarà proprio il lettore a decidere quali saranno i buoni e i cattivi.

Infine ho voluto sfidare il lettore in “un gioco d’ingegno” che ho costruito appositamente per spingerlo ad arrivare alla soluzione.

Questa è la sintesi di ciò che potrebbe rappresentare “ Quel che la marea nasconde”, che è stato molto apprezzato dai lettori spagnoli.

 

 

SECONDA PARTE 

domande dei Blogger

 (Giusy Ranzini inviata di thrillernord.it)

Ho concluso la lettura del romanzo. Faccio un plauso all’autrice per avermi permesso di fruire di una lettura molto coinvolgente, ma soprattutto, ed è qui a parer mio l’innovazione, di aver saputo reinventare un classico affiancandolo a tematiche moderne.

Sono perfettamente entrata in sintonia con la protagonista, Valentina Redondo e questa è stata un’esperienza che mi ha permesso di essere più partecipe della vicenda.

Mi piacerebbe ritrovare Valentina e assistere ad una sua evoluzione personale.

Infine, mi rivolgo a Marìa Orüna e le chiedo se potesse realizzare il mio sogno:

La Guardia Civil, Valentina Redondo coinvolta nella risoluzione di un crimine in Italia, esempio a Milano, visto che è una città che ama molto.

Altra curiosità:

Quando e come scrive?

Infinite grazie Giusy, ottima l’idea di ambientare un delitto a Milano, in effetti amo molto l’Italia e, ogni volta che vengo, mi sento “protetta” circondata dall’affetto delle persone.

Non lo escludo affatto, mi piacerebbe “ammazzare un italiano in Italia”.

Per quanto riguarda l’evoluzione di Valentina, in Spagna, ci sono state tante discussioni nei circoli di lettura spagnoli, riguardanti l’evoluzione  del personaggio.

Personalmente non credo a una evoluzione lineare di un personaggio, nella vita, alcune volte, anche noi subiamo un arresto oppure una retrocessione legata agli eventi che ci circondano, ma tutto ciò contribuisce a rendere il personaggio più reale.

Riguardo alla scrittura, l’orario di lavoro, non è idilliaco come si potrebbe pensare. Non sono la scrittrice che guarda il mare e, grazie a questa vista, viene ispirata.

Il mio orario è legato a quello della scuola dei miei figli: dalle 9:00 alle 17:00.

Le correzioni dei miei elaborati durante i fine settimana.

Spesso , “Riascolto il romanzo nella mia testa”, per capire la musicalità e se il contenuto è adeguato.

Passo anche molti mesi senza scrivere, mesi in cui mi documento, faccio ricerche.

Il momento vero e proprio della scrittura, avviene quando il mio tavolo è pieno e ho davanti tutte le mappe e scalette che mi occorrono, anche appese alle pareti.

È, a tutti gli effetti, un lavoro professionale e non risponde a un’ispirazione.

Francamente penso che un’ispirazione non esista, arriva la frase giusta dopo che hai passato tante ore a documentarti.

A cura di Giusy Ranzini