Intervista a Maurizio De Giovanni




A tu per tu con l’autore


 

“Io conosco i numeri, non la paura di un pesciolino.”

Maurizio, fresco di uscita per i tipi di Mondadori, eccoci a parlare de “L’equazione del cuore”, un romanzo a sé stante, rispetto alle tue produzioni seriali, e che, forse, resterà autoconclusivo. Tante le novità racchiuse in questo libro, innanzitutto il misurarti con la pura narrativa, l’ambientazione, gli equilibri dei rapporti umani. Ci racconti come è maturata in te questa storia?

Lasciami per prima cosa salutare gli amici mangiatori di romanzi neri, e scusarmi con loro per aver scritto una storia, per una volta, che non lo è. Ce l’ho in mente da molti anni, insieme ad altre due che escono dal genere. Ho finora avuto un po’ paura di abbandonare la mia comfort zone, il delitto, il poliziesco e la mia città, ma alla fine ho pensato: che diavolo, se non ora quando? E l’ho scritta. Adesso non posso tornare indietro, no?

Nella tua esperienza pratica e creativa di Autore, in cosa differisce l’approccio al testo, alla scrittura, se si ha già in mente un’idea di serialità o al contrario un romanzo standing alone?

Ogni romanzo, quando ci pensi la prima volta, è singolo. La serialità la decidono i lettori, chiedendo altre storie con quel personaggio e quell’ambientazione, e naturalmente l’editore che sollecita e supporta il progetto. Anche Ricciardi, Sara, Mina e Lojacono all’inizio erano oggetto di un unico romanzo. Personalmente, e la serie di Ricciardi lo dimostra, non penso mai a lasciare dei cliffhanger tra un romanzo e l’altro o a preparare in qualche maniera il successivo. Le mie storie, insomma, sono sempre proprietarie di se stesse.

L’equazione alla quale si rifa il titolo, è la celeberrima equazione di Dirac, nota come l’equazione dell’amore o, appunto, del cuore. Un apparente ossimoro, mettere in relazione le certezze matematiche con l’impalpabilità dei sentimenti. Dove si può trovare, a tuo parere, il punto di convergenza e perché hai fatto di questo vertice della quantistica il fulcro della tua storia’

Lessi da ragazzo dell’equazione di Dirac, e da quello che significa in poi mi appassionai alla filosofia della fisica, ai principi che regolano l’universo che, credimi, sono molto più “sentimentali” di quanto si potrebbe immaginare. La matematica e la fisica sono scienze umane, e come tali risentono della passione e dell’intelligenza, della ragione e anche dell’amore degli esseri umani. Come questa storia dimostra, in realtà si tratta di cose tutt’altro che in contrasto tra loro. Leggere per credere.

Si accennava prima a questa tua incursione nella narrativa, ma non posso non rilevare, senza svelare nulla, come la cifra di mistero, di indagine, sia presente anche qui … cosa ci puoi dire al riguardo?

Quando ho finito di scrivere ci ho pensato, in effetti. Dei morti di morte violenta, un mistero da svelare, un’indagine. Ma a rifletterci un po’, ogni storia ha elementi del genere. Ho sorriso al pensiero che, magari, anche qualche mio lettore affezionato potrà alla fine divertirsi con questa storia.

Cosa pensi possa aspettarsi di trovare il tuo lettore affezionato in queste pagine, e cosa potrà scoprire di Maurizio de Giovanni chi, tra i pochissimi, non ti ha ancora ‘assaggiato’?

Non serve che si scopra qualcosa dell’autore. Ai lettori de “L’equazione del cuore” chiedo quello che chiedo sempre: abbandonarsi alla storia, e imparare a volere bene ai personaggi.

Maurizio de Giovanni

 

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