Mille lune




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Sebastian Barry

Editore: Einaudi

Traduzione: Anna Rusconi

Genere: narrativa storica

Pagine: 224

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Tennessee, 1870. Winona, un’indiana lakota rimasta orfana e adottata dagli ex soldati dell’Unione Thomas McNulty e John Cole, prova con tenacia a lasciarsi alle spalle le perdite del passato. Almeno finché l’ennesima violenza non la costringe a cercare giustizia. Anche travestendosi da uomo… Dalla penna di uno dei più importanti scrittori contemporanei, la storia di una donna determinata a scegliere per il proprio futuro, un canto alla libertà di espressione, un’ode a ogni forma d’amore.

Recensione

“Sono Winona. All’inizio ero Ojinjintka, che significa rosa.”

Così Winona inizia a raccontare la sua storia. Tutto comincia quando, ancora bambina, i soldati bianchi sterminano tutti gli abitanti del villaggio lakota in cui vive. Rimasta orfana viene adottata da Thomas McNulty e John Cole che la portano a vivere con loro in una fattoria vicino a Paris nel Tennessee. Vicino a loro c’è un’altra fattoria, quella di Lige Magan con il quale hanno rapporti di buon vicinato.

Assieme a Thomas, John e Winona vivono Rosalee Bouguereau e il fratello Tennyson, schiavi liberati. Nella fattoria Winona è amata e impara a leggere e a scrivere. Diventata adolescente inizia quindi a lavorare in città come segretaria presso l’avvocato Briscoe. Ma al di fuori del suo piccolo mondo resta un’indiana, una selvaggia priva di qualsiasi diritto. E così quando un ragazzo, Jas Jonski, si invaghisce di lei e la violenta sembra che lei non possa ottenere giustizia. Ma sulla sua strada arriva Peg, un’altra ragazza nativa di cui si innamora e che le darà la forza di riprendere in mano il proprio destino.

Quella raccontata da Barry, è una bella storia, tutto sommato a lieto fine, che ci porta a conoscere l’America rurale degli anni seguenti alla guerra civile. Sono ripresi i personaggi di “Giorni senza fine” e continua la narrazione, vista da un lato diverso. Troviamo descritti ancora anni difficili tra rigurgiti di schiavismo e razzismo che purtroppo non sono terminati nemmeno oggi.

Non solo le persone di colore ma anche e soprattutto i nativi americani in quell’epoca non hanno pace. La pulizia etnica a cui sono sottoposti è una delle più grandi e dimenticate vergogne della Storia recente.

Il linguaggio usato è colloquiale, con concordanze verbali volutamente zoppicanti volte a riprodurre la lingua parlata. La voce narrante è quella di Winona, una sopravvissuta alle stragi che tenta di costruirsi una vita assieme ai bianchi. La sua fortuna è di trovare una coppia amorevole che la cresce con rispetto e cura, la sua sfortuna è di incontrare uomini malvagi che la disprezzano e la considerano meno che un animale e secondo cui “picchiare un’indiana non era un reato”.

L’Amore con la A maiuscola è quello che Winona respira nella fattoria e che ritrova in Peg, l’amore malato è invece quello di Jas, un sentimento che non è condivisione, ma possesso. Winona è una ragazza libera e forte che riesce ad affrontare e a superare le avversità della vita e combatte sino all’ultimo, anche quando ormai per lei sembra non esserci più speranza e attende gli esiti del falso processo a cui viene sottoposta. Ma poi la sorte ribalta di nuovo tutto grazie a una scintilla di umanità che nonostante tutto cova anche in qualche uomo bianco.

Mille lune è la misura del tempo per dire che qualcosa è accaduto in un passato lontano.

Un tempo che è

una specie di anello o di cerchio, non una lunga linea. A camminare abbastanza, potevi trovare ancora vive le persone che avevano vissuto tanto tempo prima.”

Ma purtroppo mille lune non bastano a cambiare il cuore dell’Uomo…

A cura di Cristina Bruno

https://www.cristinabruno.it/

Sebastian Barry


Sebastian Barry: (Dublino, 1955) è una figura di spicco del panorama letterario irlandese. Oltre ai numerosi testi teatrali e poetici, ricordiamo i romanzi A long long way e Il segreto. Grazie alle sue opere in prosa, è arrivato tre volte tra i finalisti del Man Booker Prize e ha vinto il James Tait Black Memorial Prize (2008), il Costa Book Award (2008, 2016) e il Walter Scott Prize (2012, 2017). Nel 2018 è stato nominato «Laureate for Irish Fiction». Per Einaudi ha pubblicato Giorni senza fine (2018), con cui ha vinto il Costa Book Award e il Walter Scott Prize, e che è stato inserito dal «Time» tra i dieci romanzi dell’anno, dal «Guardian» tra i «Cento migliori libri del XXI secolo» e dalla Bbc tra i «Cento romanzi che hanno cambiato il mondo», e Mille lune (2022).

 

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