Misterioso omicidio




di Tetsuya Honda

Traduzione di

Cristina Ingiardi


DETTAGLI:

Editore: Piemme

Genere: Poliziesco

Pagine: 384

Anno edizione: 2024

Sinossi. Chi era Kenichi Takaoka? Tutto ciò che resta di lui è la piccola impresa edile che gestiva nei sobborghi di Tokyo, il suo minivan, abbandonato sulla sponda del fiume Tama, e una mano. Mozzata e ritrovata per caso in un parcheggio. È la detective Reiko Himekawa della polizia di Tokyo a occuparsi del macabro ritrovamento, e della probabile indagine per omicidio che ne conseguirà, insieme all’ispettore Kusaka, suo nemico giurato. Le cose non sono facilissime per Reiko: troppo giovane e bella per non subire fastidiose discriminazioni in polizia, troppo talentuosa per non attirarsi le antipatie dei colleghi. Il mistero di Kenichi Takaoka sembra destinato a rimanere tale, finché dal fiume affiora quello che ha tutte le sembianze di un torso umano. Ma quando dalle indagini emerge che il corpo non è di Takaoka, e che quest’ultimo, a sua volta, aveva delle lontane ma certe connessioni con la Yakuza, le cose si complicano. E per la detective Himekawa la posta in gioco diventa pian piano sempre più alta…

 Recensione di Salvatote Argiolas

“Misterioso omicidio a Tokyo” è il secondo giallo della serie scritta da Tetsuya Honda che ha come protagonista il tenente investigativo Reiko Himekawa, “che era stata nominata caposquadra della sezione Omicidi giovanissima, subito dopo essere stata promossa ispettrice a soli ventisette anni, un risultato praticamente mai raggiunto prima.”

Il ciclo, cominciato con “Omicidio a Mizumoto Park” e composto sino ad ora da otto romanzi e tre raccolte di racconti, ha venduto più di quattro milioni di copie ed è uno dei più amati in Giappone, dove è stato alla base anche di una serie TV molto seguita.

La protagonista, Reiko Himekawa, è una poliziotta volitiva e determinata che però sconta in fatto di essere donna in un ambiente restio a riconoscerle il suo valore e si trova a scontrarsi spesso con l’ispettore Kusaka che ha un modus operandi completamente diverso dal suo, che è improntato a seguire l’istinto e le intuizioni geniali mentre l’anziano ispettore segue delle procedure rigide e codificate, senza guizzi di fantasia e di inventiva.

Durante una riunione Reiko era arrivata a essere talmente esasperata dal suo comportamento da sbottare commentando sarcastica che forse avrebbero dovuto anche tener conto dell’impatto dei meteoriti. E Kusaka l’aveva presa sul serio! E sie era lanciato a spiegare che non partiva mai per una scena del crimine senza prima aver controllato il bollettino meteo locale su base oraria.”

Kusaka stigmatizza proprio la tendenza di Reiko a fondare le sue teorie su sensazioni e illuminazioni che la ispirano per teorie investigative originali:

E rieccoci. E’ sempre la stessa storia. Le tue teorie sono piene di buchi. Ci sono troppi punti interrogativi, troppi dettagli che non conosciamo. Sei partita da quello che effettivamente già sapevamo, e da lì hai costruito uno scenario complesso, ma è tutto basato su un unico fatto.”

“Il vero problema è che Himekawa non è mai in grado di spiegare le sue ipotesi. Se si prendesse il tempo di spiegarle con calma, magari verrebbero fuori delle ragioni più che logiche sotto ai suoi presunti voli pindarici. Solo che lei non accetta di doverle trovare, questa spiegazioni. Eppure è la sua responsabilità. Invece è convinta che contino solo i risultati. E’ questo che a me non va giù. Il suo approccio, capisci? E mi auguro proprio che lo cambi.”

Questi scontri tra la giovane poliziotta e il suo collega si svolgono anche durante le indagini scaturite dal ritrovamento di una mano mozzata in un furgone parcheggiato malamente in una via di Tokyo, le cui impronte digitali risultano essere quelle di Kenichi Takaoka, un imprenditore edile, ex muratore di cui si sono perse le tracce.

Seguendo degli indizi precisi gli investigatori trovano anche il tronco del cadavere e lo svolgimento dell’omicidio sembra lineare e il colpevole quasi scontato ma Reiko capisce che qualcosa non torna e dopo diversi colpi di scena, assecondando il suo istinto scopre dei retroscena veramente sorprendenti che hanno radici nel passato e che coinvolgono ambienti molto diversi come le grandi imprese edili e la malavita organizzata.

Tetsuya Honda inserisce nel plot poliziesco che mette in mostra una composita varietà di investigatori che ricordano le atmosfere tipiche di Ed McBain e il suo 87° distretto ad una denuncia delle truffaldine iniziative di alcune grandi di costruzioni, svelando quanta corruzione ci sia in Giappone, spesso legata alla Yakuza, la temibile mafia nipponica.

Tutta quella faccenda della Borsa e della bolla immobiliare degli anni Ottanta all’epoca era già superata, ma ci furono molte pressioni. Minacce. Atti intimidatori anche parecchio violenti. (…) Quindici anni prima, a Tokyo, il racket delle appropriazioni terriere andava alla grande, ma il più delle volte era difficile trovare i colpevoli.”

Tetsuya Honda mette in risalto la figura di Reiko Himekawa, un’investigatrice volitiva e dalle originali capacità investigative anche se ha delle fragilità causatele da episodi antichi che non ha ancora elaborato del tutto ma ha tante qualità che ne fanno un personaggio ben costruito e convincente.

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Tetsuya Honda


Classe 1969, è uno dei maggiori autori giapponesi, pluripremiato e con quasi cinque milioni di copie vendute solo in patria. I gialli della serie con protagonista la detective della Omicidi di Tokyo Reiko Himekawa sono tradotti in molti Paesi, e hanno ispirato diverse serie tv e film. Honda vive a Tokyo ed è membro dei Mystery Writers of Japan.